LE IMPRESE CERCANO CREDITO, BPER ASSICURA, ”SI CONTINUA A PRESTARE”

di Filippo Tronca

22 Novembre 2014 08:31

Pescara - Economia

L'AQUILA – “Guardiamo ai numeri della Banca d’Italia: a marzo in Abruzzo c’erano 25,6 miliardi di credito in essere a fronte di 22,6 miliardi di raccolta. Quindi, le banche prestano più di quello che raccolgono. Eppure si continua a parlare di credit crunch”.

È Guido Serafini, neo responsabile della Direzione territoriale adriatica della Banca popolare dell’Emilia Romagna (Bper), a sfatare il mito secondo cui le banche sono come coloro che prestano l’ombrello quando c’è il sole e se lo riprendono quando piove, una delle metafore citate nel tavolo che ha visto ieri riuniti con Serafini e il direttore generale della Bper Fabrizio Togni, i massimi rappresentanti del associazioni di categoria della provincia dell’Aquila.

Argomenti ufficiali, la nuova organizzazione della Bper sul territorio abruzzese e la centralità del capoluogo per le strategie della Banca, nonostante la sede della Direzione adriatica sia stata localizzata a Lanciano, in provincia di Chieti.

Inevitabile però che si parlasse anche di stretta creditizia alle imprese, che in momenti di grande difficoltà e mancanza di liquidità si vedono chiudere le porte in faccia dalle banche.

Per Lorenzo Santilli, presidente della Camera di commercio dell’Aquila, quello del difficile acceso al credito “un problema impellente che deve essere risolto, e ben venga – aggiunge – la ristrutturazione territoriale della banca importante come la Bper se sarà utile in questa direzione”.





Dal canto suo, Agostino Del Re, direttore della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e. Media Impresa (Cna) dell’Aquila,  spiega: “Il credito deve essere un elemento determinate, oltre all’investimento su realtà consolidate deve aiutare le aziende a crescere, perché altrimenti le banche non servono a nulla”.

Il più battagliero su questo argomento è stato però Celso Cioni, direttore di Confcommercio Abruzzo, che a gennaio arrivò a barricarsi alcune ore dentro la sede aquilana della Banca d’Italia, con due taniche di benzina e un accendino, per accendere riflettori sulle centinaia di piccole aziende e commerciali che nel territorio chiudono i battenti anche per mancanza di liquidità da parte delle banche.

“La situazione è drammatica – ha ribadito Cioni – negli ultimi 18 mesi su 7 mila aziende, 700 hanno chiuso i battenti. E di queste, la maggior parte riguarda proprio gli esercizi commerciali piccoli e medi.  Tanti di loro sono indebitate e iscritte alla Crif, ovvero al libro nero della centrale rischi finanziari. In questi casi, le banche non prestano soldi, anche se ci sono i confidi che garantiscono fino al 90 per cento dell’importo da restituire”.

Ma la risposta di Togni a queste grida di dolore è all’insegna dell’ottimismo.

“Il credit crunch appartiene al passato, l’85 per cento del sistema bancario è stato posto sotto la vigilanza della Banca centrale europea e ci sarà nei prossimi mesi molta liquidità vantaggio delle imprese e delle famiglie, anche se con regole nuove”.





Serafini, rispondendo a Cioni, garantisce comunque che la Bper “non chiude affatto le pronte in faccia alle micro imprese dannate perché iscritte alla centrale rischi. Sono disposto ad incontrare anche domani tutti gli artigiani che hanno questo problema”.

E aggiunge che la stretta creditizia da parte delle banche “appartiene al passato, nei prossimi mesi ci sarà mota più liquidità.

Del resto è interesse di una banca erogare credito, il suo fatturato proviene da questa attività, la raccolta genera solo costi”.

Sulla stessa linea Nerino Di Loreto, ex direttore commerciale della Carispaq, inglobata dalla Bper, ora vicepresidente della Direzione territoriale adriatica.

“Quella del credit crunch è un tema complesso, ma invito famiglie e imprese ad avere fiducia, a guardare al futuro con ottimismo. Ci sentiamo di poter assicurare, almeno come Bper, avendo brillantemente superato i test della Bce sui parametri di valutazione del sistema creditizio, abbiamo ora la forza, la capacità e la liquidità per fare credito e dare ossigeno al sistema delle imprese”.

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