LATOUCHE A L’AQUILA PER LA DECRESCITA ”VIA DALL’EURO, ECONOMIA E’ MENZOGNA”

di Roberto Santilli

23 Febbraio 2016 15:26

L'Aquila - Cultura

L'AQUILA – Era piena come un uovo l'Aula Magna del Dipartimento di Scienze umane dell'Università dell'Aquila per la prima delle due tappe abruzzesi di Serge Latouche, professore francese, il 'guru' della decrescita felice, per il convegno “Educare alla decrescita”, domani ospite a Pescara all'università “D'Annunzio”. 

Tantissime persone hanno passato circa tre ore ad ascoltare Latouche e gli altri relatori del convegno Silvia Nanni, docente di Pedagogia dell’Inclusione e formazione degli adulti presso il Dipartimento di Scienze umane, Marco Antonio D’Arcangeli, docente di Pedagogia generale presso lo stesso Dipartimento, Massimo Fusillo, docente di Critica letteraria e delegato dell’Ateneo per le attività culturali, e Luigi Gaffuri, docente di Geografia e delegato dell’Ateneo per la Cooperazione internazionale.





A fine convegno, per volere dello stesso Latouche è stato annullato il dibattito, lasciando un po' di amaro in bocca per i tanti intervenuti, alcuni dei quali hanno “recuperato” chiedendo l'autografo con dedica al professore, che ha anche concesso rapidissime interviste ai giornalisti presenti che avrebbero voluto incalzarlo di più, come chi ha firmato questo articolo. 

Latouche, in un italiano perfetto con pesante ma non sgradevole accento francese, ha parlato a lungo, riassumendo con diverse punte di ironia il pensiero di una vita, quello che lo ha spinto negli anni a costruire una teoria che rappresenti una valida alternativa alla crescita infinita della “libera volpe nel libero pollaio”, considerata da lui (e in Italia anche da intellettuali come Massimo Fini) una follia, così come sono follie l'Europa del libero mercato, l'industrialismo sfrenato (citata a tal proposito la “lungimiranza” di Pier Paolo Pasolini), da sostituire con un ritorno graduale a un mondo più umano, meno frenetico, che eviti tra l'altro la distruzione dell'ambiente, dei localismi e di mondi, come quelli arabo e africano, che pagano a carissimo prezzo, reagendo anche con il terrorismo “al nostro terrorismo”, “l'invasione dell'occidente 'civilizzato', lo stesso che si sente superiore a tutto e a tutti, considerandosi, a torto, l'unica via possibile per stare al mondo, agli ordini dell'economia che è una vera e propria menzogna. Come sono menzogne certi ossimori, vedi 'sviluppo sostenibile'”, anche se, va detto, anche “decrescita felice” potrebbe essere considerato un ossimoro, a seconda dei punti di vista. 

Per l'intellettuale francese, che le ha suonate più volte al premier italiano, Matteo Renzi – “dovrebbe essere accompagnato da un bambino di 5 anni, che a differenza sua le cose le capisce”, e che ha elogiato, soprendendo un po' tutti, un economista come John Maynard Keynes (“Il più grande economista del '900”), si deve uscire dall'austerità “non per la crescita, ma per dare un lavoro a tutti, vivere bene, dopodiché basta con la guerra economica senza limiti. Questo percorso deve guidarlo la società civile, non lo Stato, né il Mercato, ma contro di essi”. 





“Ma anche nelle teorie più sbagliate c'è qualcosa di vero – ha ammesso però Latouche, in riferimento alla teoria economica sulla crescita messa a punto da Keynes, quella in estrema sintesi dei massicci investimenti pubblici di uno Stato a moneta sovrana, cosa che in Europa con l'Euro non è possibile – e pure nei programmi dell'estrema destra francese di Marine Le Pen. Si deve recuperare l'autonomia, che è una cosa diversa dalla sovranità che ha portato a questo incubo. Senza dubbio, bisogna riprendersi la moneta, perché la moneta è un bene comune che non va lasciato alle banche private”. 

All'indirizzo internet https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3Dl9dl02ROmR4&h=_AQHfN81z è possibile rivedere il convegno in streaming. 

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI:


    Abruzzo Web