L’AQUILA – Potrà tornare al lavoro Francesco Tuccia, l’ex militare campano di 22 anni condannato in primo grado a 8 anni di reclusione per la violenza sessuale ai danni di una studentessa universitaria laziale avvenuta fuori da una discoteca di Pizzoli (L’Aquila) nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2012.
Lo hanno deciso nei giorni scorsi i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila, su istanza degli avvocati difensori Alberico Villani e Antonio Valentini.
Il giovane attualmente si trova nella sua abitazione, agli arresti domiciliari, misura cautelare che gli è stata applicata dal mese di giugno 2012, attenuando quella originaria del carcere, una decisione che provocò polemiche a non finire.
La pena di primo grado è invece sospesa in attesa della sentenza definitiva in Corte d’Appello, anche se l’udienza per l’avvio del secondo grado di giudizio non è stata ancora fissata.
Tuccia è stato congedato dall’Esercito non direttamente per il fatto ma perché arrivato a fine contratto, che non gli è stato rinnovato. Potrà uscire per motivi di lavoro nella fascia oraria mattutina dalle 9 alle 13: da quanto si è appreso, avrebbe chiesto di lavorare in un’associazione.
Il provvedimento è stato reso noto nella giornata di ieri. I giudici aquilani hanno condannato Tuccia per la sola violenza sessuale, è caduta invece l’accusa di tentato omicidio.
La sentenza pronunciata dal giudice Giuseppe Grieco aveva fatto discutere, le richieste del pubblico ministero David Mancini, infatti, erano state molto più dure: 14 anni di carcere per aver cercato anche di togliere la vita alla vittima della violenza, lasciandola esanime in mezzo alla neve in una pozza di sangue.
Tuttavia i magistrati avevano derubricato l’altra imputazione, quella di tentato omicidio, in lesioni gravi.
Nessun commento dagli avvocati del giovane: Villani è in ferie, mentre Valentini ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione.
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