LO SQUALLIDO PARTICOLARE: ETTORRE 'CEDEVA' LA FIDANZATA PER 200 EURO TRA GLI INSOSPETTABILI ASSUNTORI C'E' ANCHE UN NOTO MEDICO AQUILANO

L’AQUILA: SPACCIO DI COCAINA ALLA VILLA, PROSTITUZIONE PER COMPRARE LA DROGA

di Marianna Galeota

1 Luglio 2014 09:12

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – “Non chiama’ Paula a quel numero che l’ho mandata a fa un cliente…hai capito…l’ho mandata a fare un cliente per recuperare qualche soldo”.

Faceva prostituire la sua compagna, la 24enne lituana Paula Meskauskaite, per “procacciarsi il denaro necessario ad acquistare nuove partite di stupefacente”, l’aquilano Alessandro Ettorre di 43 anni, finito agli arresti nell’ambito dell’inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila sullo spaccio di droga, in particolare cocaina: secondo l’accusa, la centrale era nello storico bar chalet della Villa Comunale del capoluogo, nelle immediate vicinanze del centro storico ancora seriamente danneggiato dal sisma del 6 aprile 2009. Nella telefonata intercettata Ettorre ne parla al fratello.

Spunta fuori questo squallido particolare dalla carte di una vicenda di droga che ha risvolti clamorosi, scoperta dal comando provinciale dei carabinieri guidati dal comandante Savino Guarino: non a caso, sul 43enne aquilano, oltre che lo spaccio, pesa l’accusa di aver indotto la sua fidanzata, domiciliata a Magione (Perugia), anche lei indagata, a prostituirsi per la somma di 200 euro a prestazione, da “reinvestire” per l’acquisto di cocaina. Sempre dalla carte emerge che tra i molti assuntori appartenenti all’Aquila bene identificati c’è anche un medico, A. F., non indagato, che dopo aver comprato una dose e pagato alla cassa dello Chalet viene pizzicato dai carabinieri che lo perquisiscono trovandogli la cocaina. Del fatto avvisa Calvisi.

I fatti emergono dalle intercettazioni telefoniche citate nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Guendalina Buccella, che dispone la custodia cautelare in carcere, oltre che per Ettorre, anche per El Habib El Allam, cittadino marocchino di 38 anni residente ad Avezzano (L'Aquila) e gli arresti domiciliari per l’aquilano Silvio Barone, titolare, in passato, di un noto bar alla periferia ovest della città.





“Di particolare rilievo” secondo il gip quale indizio di colpevolezza di Ettorre, “la conversazione tra il medesimo e suo fratello intercorsa nello stesso contesto temporale” dell’incontro tra la donna e il suo cliente.

Le altre due misure cautelari chieste dal pm Roberta D’Avolio che prevedono l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, sono state emesse nei confronti di Antonio Calvisi, 63 anni, di Barisciano (L'Aquila), che nell’ordinanza viene definito gestore del bar, mentre il diretto interessato per tutta la giornata di ieri si è affannato a precisare che il locale è di proprietà di suo fratello che “non c’entra nulla con questa storia”; e di Nermin Dashi, detto 'Dash', 30enne kosovaro residente in città.

Gli altri indagati dell’inchiesta che ha visto perquisizioni domiciliari tra L’Aquila e la Marsica, Abdellahim Adoiou, detto ‘il baffo’, marocchino, classe ’64, residente ad Avezzano; Abdell Atifi, detto Atif, marocchino, classe '78, residente ad Avezzano; Bujamin Dashi, detto Bruno, macedone, classe ’90, residente all’Aquila; Adil Moufid, marocchino, 1986, residente a Celano (L’Aquila); Francesco Passanese, nato a Catania, classe '90, residente a Siracusa, domiciliato a L'Aquila; Burhamedin Dalibi, macedone, classe ’89, residente all’Aquila.

UN MEDICO TRA GLI ASSUNTORI

Ci sarebbero numerosi insospettabili appartenenti all’Aquila bene tra gli assuntori di cocaina che si rivolgevano allo Chalet della villa comunale che comunque oggi è rimasto aperto regolarmente non essendoci stati provvedimenti di chiusura. Tutti segnalati alla prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti.

Emerge dai 50 episodi contestati agli indagati, non tutti, tuttavia, avvenuti all'interno o nei pressi dello chalet, ma anche in luoghi estemporanei di volta involta individuati durante contatti telefonici tra spacciatori e clienti. Tra i segnalati, come si legge nell’ordinanza del Gip, anche un noto medico aquilano. Stando alle carte, Calvisi avrebbe “illecitamente detenuto e ceduto a A.F. in più occasioni sostanza stupefacente di tipo cocaina”.





In particolare, il gip fa riferimento a un episodio specifico nel quale il medico “contatta nuovamente il Calvisi per prenotare dello stupefacente da ritirare il successivo venerdì (8 novembre 2011) tra le 16 e le 17”.

Nel giorno concordato, si legge nell’ordinanza, “A.F. contattata Calvisi confermando di essere in procinto di passare da lui al bar”.

“A.F. entrava nel bar di Calvisi, il quale si spostava nei pressi della cassa, dove veniva raggiunto dal medico – prosegue il gip – Dopo pochi secondi A.F. usciva dal bar, dirigendosi verso la sua auto e, nell’occasione, lo stesso veniva trovato in possesso di un involucro di cellophane contenente circa 1 grammo di cocaina”.

Stando alle intercettazioni telefoniche , dopo il controllo delle forze dell’ordine, all’uscita dallo Chalet della Villa, il medico informava Calvisi dell’accaduto.

“Lo sai che m’hanno fermato…??” “Stai attento eh? Stai attento… stavano là intorno alla villa”.

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