L'AQUILA – Una Pasquetta a metà per molti aquilani, quella di ieri, coincisa con il giorno del sesto anniversario del terremoto del 6 aprile 2009.
Tanta gente ieri mattina in centro storico, nonostante il freddo pungente e la breve spolverata di neve: in molti hanno infatti scelto di non festeggiare con la classica scampagnata il lunedì dell’Angelo e di stringersi alla città nel giorno del dolore e del ricordo.
Scampoli di vita normale nel via vai di persone su Corso Vittorio Emanuele e in piazza Duomo: famiglie con bambini e anziani che chiacchierano agli angoli delle strade.
Immancabili le telecamere delle tv nazionali e tanti turisti armati di macchine fotografiche, pronte a fissare immagini che racconteranno di cantieri e gru, ma anche di palazzi ancora ingabbiati in tubi di metallo.
Per i tanti aquilani a passeggio in centro, nulla è più forte di quell’istinto a tornare dove la scossa delle 3,32 ha risucchiato per sempre vite, racconti e respiri.
“Ieri siamo stati alla fiaccolata e questa mattina avevo ancora il desiderio di tornare in centro – afferma Giuseppina Di Bastiano, aquilana a passeggio con suo marito – Mi manca L’Aquila, come a tutti. Vengo spesso qui a passeggiare: abbiamo il nostro bar dove siamo soliti andare e dove andremo anche oggi.
Una Pasquetta triste per noi, non ce la siamo sentita di fare scampagnate”. Mano nella mano con la sua bambina, Tiziana Scimia, una mamma aquilana, racconta a sua figlia il terremoto di 6 anni fa, mentre passeggiano sotto la neve.
“Cerco di farle vedere cosa è successo, ma anche di parlare degli aspetti positivi con serenità – spiega – Mia figlia vede una città ‘rotta da un terremoto cattivo’, ma crescendo piano piano capirà”.
“Non abito all’Aquila da tempo, ma ero qui quella notte e torno a casa spesso – aggiunge – Anche mia figlia è nata qui e la porto sempre a passeggiare in centro, anche solo per mezz’ora. Qui abbiamo la nostra famiglia, le nostre radici”.
Una città a tratti “surreale” per Giovanni, all’Aquila per le feste pasquali e a passeggio anche lui con suo figlio. “Vivo fuori con mia moglie che è aquilana e torniamo appena possiamo – racconta –Ho fatto l’università qui, questa per me è una seconda casa e il posto dove tornare: il centro storico resterà sempre un punto di riferimento”.
Ornella è arrivata da Roseto degli Abruzzi per passare una giornata nel capoluogo insieme alla sua famiglia.
È seduta con le figlie ai tavolini esterni di un bar a fare colazione, nonostante il vento gelido. “Siamo già venuti molte volte e devo dire che ci sono tanti cantieri finalmente –dice – Abbiamo scelto di passare qui la Pasquetta, non solo in segno di solidarietà nel giorno della commemorazione, ma anche per vedere a che punto è la ricostruzione e come si vive oggi a sei anni dal terremoto”.
Alvaro è reatino ed è arrivato in treno da Antrodoco con un gruppo di amici per passare la Pasquetta all’Aquila.
“Se alzi gli occhi, finalmente vedi tante gru e questo non può essere che positivo per questa città, anche se alcuni aquilani mi raccontano che la burocrazia strozza il processo di ricostruzione”, afferma. Marianna Galeota
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