L’AQUILA: PALAZZI RICOSTRUITI BLOCCATI DA UTENZE, ”SUBITO GLI ALLACCI”

12 Febbraio 2016 13:12

L'Aquila -

L'AQUILA – Famiglie e attività commerciali spettano da settembre scorso il riallaccio delle utenze per poter rientrare negli appartamenti e nei locali di tre palazzi ricostruiti dopo il sisma tra Corso Vittorio Emanuele, via Bominaco e via Navelli. 

La ricostruzione degli edifici è stata completata a giugno e la richiesta di allaccio effettuata dal presidente di consorzio nel febbraio precedente tuttavia, spiega l'avvocato Riccardo Lopardi, proprietario di uno degli appartamenti, “siamo ancora in attesa degli allacci provvisori di gas, luce e acqua. L'unico ente con cui è stato possibile avere rapporti per il nostro palazzo è stata la Gsa, invece per il gas, nonostante l’autorizzazione di Comune e municipale alla chiusura delle strade a gennaio per fare il lavoro, nulla si è poi concretizzato come anche per la corrente elettrica”.





In relazione alla realizzazione dei sottoservizi, l’avvocato aggiunge “nessuno vuole essere contro il progresso ma la finalità prioritaria deve essere il ripopolamento del centro storico, la cui ricostruzione segue quella della periferia a cui è stata data una opinabile priorità privando la città di quello che era il suo cuore ed allontanando di fatto molti cittadini dalla città (scegliendo essi in mancanza di una vita normale di andare fuori nel fine settimana, spendendo tra l'altro così  altrove denaro che potrebbe restare nel già provato circuito economico locale). L'Aquila senza centro è diventata la città dei centri commerciali e a risentirne è la socialità”. 

“Pur consapevole della complessità della questione, urge trovare una soluzione rapida perché avere un centro storico ricostruito e dotato tra svariati anni di moderni sottoservizi ma non ripopolato sarebbe paradossale e comporterebbe un notevole dispendio di denaro pubblico per cui o si da una priorità  assoluta all'asse centrale (la cui ricostruzione sarà ultimata nel 2017), o sull'asse centrale si interviene alla fine, e in ogni caso si incrementino le maestranze per rispettare il cronoprogramma – precisa l'avvocato – Si deve tenere comunque conto della stabilità degli edifici che non va assolutamente compromessa con lo scavo e  questo mi auguro sia stato previsto dal progetto. Il corso stretto in particolare non essendo una strada larga non consente scavi che rasentano gli edifici. Su questo aspetto chiedo rassicurazioni e chiarezza”.

Lopardi chiede “un immediato ripristino delle utenze provvisorie la cui realizzazione è prevista dall’art.11 Decreto Enti locali 08/2015 che prevede precisi tempi di ripristino delle utenze da parte delle società fornitrici dei servizi. Mi auguro di non dover ricorrere alle vie legali”. 





“Nel palazzo in cui abitavo, lungo Corso Vittorio Emanuele,  e in cui desidero fortemente tornare al più presto, si sta verificando una incresciosa situazione come per molti altri palazzi del centro – sottolinea – A quasi un anno dalla consegna dei lavori ancora attendiamo gli allacci. Durante questo periodo si sono verificati distacchi di intonaco e della tinteggiatura, c'è rischio di danneggiamento degli impianti fermi oltre al rischio di furti. La legge è chiaramente rivolta alla ricostruzione ovvero tiene conto delle difficoltà connesse; sono previste a conferma di ciò pesanti penali nel caso in cui gli enti erogatori non adempiano”.

“In novembre (dopo dieci mesi dalla richiesta di ripristino delle utenze) avevamo persino scritto una diffida a cui solo  l'ente erogatore del gas ha genericamente risposto promettendo di adempiere, cosa che non si è ovviamente verificata Continuo a sperare di poter evitare di adire le vie legali,compresa la Corte dei Conti, ma inizio a temere che sarà necessario, per quello che ritengo essere per me e per tutti un diritto: fruire di servizi che tra l'altro si pagano”, conclude Lopardi. (m.gal)

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