L’AQUILA: MEMORIAL ‘DAVIDE E MATTEO CINQUE’ VINCONO TUTTI, ”GIOCHIAMO A CALCIO PER LORO”

21 Settembre 2014 19:56

L'Aquila - Sport

L’AQUILA – Alla fine è stata festa per tutti e non solo per la vincitrice Cus L’Aquila Calcio. 

Il quarto memorial ‘Davide e Matteo Cinque’, dedicati ai due piccoli deceduti la notte del sisma dell’Aquila del 6 aprile 2009 insieme alla loro mamma, Daniela Visione, va in archivio anche quest’anno con l’ennesimo successo di presenze, più di cento bambini a rincorrere un pallone sul bel campo sintetico di San Gregorio, frazione del capoluogo abruzzese, la stessa in cui Davide e Matteo avrebbero voluto e dovuto crescere giocando a calcio, come nonno Teobaldo, tra i fondatori del San Gregorio Calcio e attuale medico sociale, e papà Massimo, pediatra, una delle glorie della squadra, ovviamente presenti al memorial con i genitori di mamma Daniela. 





Insieme a loro, tra gli organizzatori, Fabio De Angelis, presidente della società, Giancarlo Vitaliani, uno dei dirigenti storici, oltre che ex giocatore, dell’Oratoriana. E tanti altri amici. 

In campo, le società calcistiche dell’Aquila e del territorio: Alto Aterno, Amiternina, Barisciano, Cus L’Aquila, Grifoni, Oratoriana, Real L’Aquila, Valle Aterno, Virtus Paganica. 

“Siamo orgogliosi di poter continuare a mantenere viva la memoria – le parole di De Angelis – e di farlo vedendo tanti bambini in campo, consapevoli di essere guardati dai nostri angeli lassù”.





Tanta commozione alla fine del memorial, dopo la lunga premiazione avvenuta quando ormai stava facendo buio. 

A petto in fuori Massimo Cinque, che continua a stare a contatto con i più piccoli e che non smette di aiutare chi di loro è più in difficoltà con un’associazione che si occupa di volontariato in Russia.

“I miei piccoli sono con mamma Daniela e di sicuro stanno giocando a pallone in paradiso – ha detto – è per loro che continueremo ad ‘allargare’ questo memorial. Vedere tutti questi bambini giocare a pallone, senza pensieri, mi fa capire quanto mi mancano Davide e Matteo”. Roberto Santilli

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