L’AQUILA, L’IDENTITA’ TORNA CON I SIMBOLI RIAPERTI GLI STORICI ZELINDA E CORRIDORE

di Alberto Orsini

8 Aprile 2015 08:24

L'Aquila -

L’AQUILA – “Sono gli uomini che conferiscono potere ai simboli. Da solo un simbolo è privo di significato”, ha scritto Alan Moore nel suo romanzo grafico V per Vendetta.

E a 6 anni dal terremoto che l’ha devastata, L’Aquila in cerca di se stessa prova a riscoprirsi partendo anche da suoi alcuni simboli cittadini, che hanno un significato perché hanno dietro uomini e donne che hanno scritto la piccola grande storia della città.

Simboli come Zelinda e Corridore. Bar la prima, ristorante il secondo, nati rispettivamente nel 1948 al quartiere Torrione, nell’immediata periferia della città, e nel 1964 nella frazione di Pianola.

Forse coincidenza, forse segno del destino, ma a pochi giorni di distanza hanno riaperto entrambi: con loghi modernizzati, un tocco di marketing, ma, sostanzialmente, dov’erano e com’erano.

Zelinda Panepucci era un’istituzione del quartiere, gestiva un negozio sui generis che era alimentari, spaccio e cantina messi assieme, poi ereditato dai figli Eligio, detto “Liggio’”, Nando e Vittorio, e poi riaperto dopo essere stato trasformato in un bar, con una nuova anima, a metà degli anni Novanta.





Adesso il locale cambia ancora impostazione e punta a tornare a essere un punto di riferimento anche serale, spostandosi di qualche metro, su viale Alcide De Gasperi e non più su via Massimo Lely.

La proprietà, la società Gemini Srl di Rita Ianni e Pietro Baldoni, ha affidato la gestione ancora ad Amedeo Molini e Walter Sette, che sono stati dietro il bancone negli ultimi 11 anni.

“C’è un’enoteca e ci si può ritrovare per gli aperitivi la sera e anche a pranzo per un piatto veloce, oltre alle colazioni e al servizio bar tradizionale”, così Molini spiega la svolta ad AbruzzoWeb.

“Per noi è una scommessa, visto che la movida si fa tutta in centro può essere un’alternativa – continua – A quasi un mese dalla riapertura siamo soddisfatti, rispetto a prima è aumentato molto il lavoro, prima su via Lely era più nascosto”.

Il Torrione è un quartiere residenziale, costruito su terreno buono pieno di rocce, edifici degli anni Cinquanta che in media hanno avuto pochi danni dal terremoto e sono presto tornati abitati. Le luci si spengono presto, tranne quelle arancioni di viale Alcide De Gasperi, ma da ora in avanti la sera anche quelle di Zelinda torneranno a vegliare sulla strada.

Mario Corridore è il re della carbonara, gusto unico e pesantezza da leggenda, che un gioco di parole celebre tra i frequentatori più affezionati vuole ben “con-dita”, ovvero con il piatto impugnato un po’ troppo alla buona e tenuto fermo con il pollice prima di propinarlo al cliente.





Tanti anni di gestione di successo e la chiusura dopo il sisma, la volontà di riaprire che è rimasta un’intenzione. Fino a quando non sono subentrati tre soci, Silvio e Tito Totani, una vita nel commercio dei fuoristrada, e Francesco De Matteis.

“Abbiamo da sempre la passione della ristorazione – spiega quest’ultimo – e coltivavamo il sogno di aprire un locale. C’è stato un vero e proprio ‘allineamento dei pianeti’ per cominciare quest’avventura: Mario voleva riaprire ma non se la sentiva da solo e cercava persone di fiducia, la chef Serena Deli, compagna di scuola di Tito, aveva concluso la sua avventura alla Locanda del borgo dei mugnai, e la nonna dei due Totani fa Corridore di cognome, insomma sono di famiglia”.

Questa congiunzione astrale ha portato alla nascita di un locale a due anime, una tradizionale, l’altra d’innovazione. “L’atmosfera è quella di sempre, un’osteria di campagna – premette De Matteis – ma i menù ora sono due. C’è quello di Mario che è quello di sempre, con tre primi e tre secondi, lui ha spiegato le ricette e le quantità che vengono seguite scrupolosamente perché Serena a un grande talento unisce una grande umiltà e disponibilità”.

E poi il menù nuovo, sperimentale, “perché non tutti amano una cucina massiccia come quella di Mario, si pensi alle donne. È più sperimentale e i due menù paralleli offrono un’ampia scelta. Tutto questo – assicura De Matteis – a prezzi invariati rispetto al pre-sisma”.

Nel frattempo Corridore, ribattezzato in inglese “Runner”, è stato anche citato come luogo d’incontro per un gustoso pesce d’aprile che avrebbe visto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, incontrare il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, davanti a un piatto di carbonara fumante. “Abbiamo riso molto e anche Mario, speriamo che sia di buon auspicio!”, conclude De Matteis.

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