L’AQUILA: LAVORO; BUIO SULLA ACCORD PHOENIX, ”POLITICA ASSENTE”

7 Gennaio 2015 19:46

L'Aquila -

L'AQUILA – Buio sulla Accord Phoenix. 

Il vice presidente della Giunta regionale con delega alle Attività produttive, Giovanni Lolli, la senatrice aquilana del Partito democratico, Stefania Pezzopane e il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, fanno arrabbiare i 160 lavoratori riuniti in assemblea presso la sede della Cisl dell'Aquila, declinando per altri impegni l’invito.





Nel corso dell'assemblea è stato chiesto l'intervento del prefetto dell'Aquila Francesco Alecci, ed è stata resa pubblica una mail dell’imprenditore anglo-indiano Ravi Shankar, in cui si dice in sostanza che la sua azienda di smaltimento di rifiuti elettronici, che dovrebbe insediarsi e riassumere 132 lavoratori dell'ex polo elettronico di Pile, ancora non trova una banca disposta a dare le garanzie richieste dall’agenzia di governo Invitalia sull’investimento previsto di 35 milioni di euro, condizione per accedere agli 11 milioni di euro dei fondi per la ricostruzione destinati alle attività produttive.

“Lolli, Pezzopane e Cialente ci hanno spiegato che avevano tutti e tre altri improrogabili impegni. Questo però significa, se ne deduce che l’Accord Phoenix non è più per  loro una priorità”, commenta ad AbruzzoWeb Clara Ciuca, sindacalista della Uilm, che ricorda anche che “dei 300 lavoratori ex Finmek, per 8 la mobilità è già scaduta, per altri 100 terminerà a fine aprile e per gli ultimi 80 a ottobre, dunque non c‘è un minuto da perdere, l’Accord deve dare certezze sul suo investimento, sono mesi che tace, altrimenti significa che abbiamo perso due anni senza ottenere risultati”.

Oltre all’amarezza per l’assenza della politica, ad aumentare la preoccupazione di lavoratori e sindacati è dunque una email riservata di Shankar, resa pubblica da Gino Mattuccilli della Fim-Cisl,  in cui in sostanza l’imprenditore rivela che non c'è ancora alcuna certezza su possibili garanzie bancarie attestanti la solidità dell'investimento da 35milioni.





Eppure fino a qualche mese fa veniva data per certo l’intervento della Deutsche Bank. 

“Forse è questo il motivo – ipotizza Mattuccilli – per il quale Invitalia non può sbloccare l’erogazione degli 11 milioni di euro di fondi pubblici, l'istruttoria infatti con la garanzia di una banca potrebbe chiudersi in una settimana”.

A questo punto, conclude Ciuca, “bisogna istituire un tavolo presso la Prefettura dell’Aquila, dove convocare tutti gli attiri in forma istituzionale e fare definitiva chiarezza”. Filippo Tronca

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