L’AQUILA: ”KILLER” DEI CANI AL CASTELLO, BRUCO INFESTA PARCO; A RISCHIO PURE BIMBI

di Marianna Galeota

8 Aprile 2014 08:25

L'Aquila -

L'AQUILA – Il parco del Castello Cinquecentesco dell’Aquila infestato dalla processionaria, il “bruco killer” dei cani che con il suo veleno provoca necrosi della lingua, soffocamento, vomito emorragico e, molto spesso, la morte degli amici a 4 zampe.

A denunciare il fatto ad AbruzzoWeb, il medico veterinario della sezione aquilana della Onlus Animalisti Italiani Cristiana Graziani che sottolinea il pericolo, con conseguenze a volte “gravi”, anche per le decine di bambini che ogni giorno frequentano il vicino parco giochi.

“L’insetto, un lepidottero della famiglia dei taumatopeidi, si unisce in processione con altri bruchi fino a creare una lunga catena – afferma la veterinaria – Il contatto con i peli del bruco potrebbe causare negli umani dermatiti e reazione urticanti, congiuntiviti in caso di contatto con gli occhi e, in casi più gravi, anche shock anafilattici”.





“Abbiamo provveduto ad avvertire le mamme e i padroni dei cani che vanno a passeggiare al Castello – prosegue – Ma è necessario che si intervenga tempestivamente”.

La Graziani, che si dice “allarmata per il mancato intervento delle istituzioni”, ne sollecita l’azione e dà qualche prezioso consiglio per salvare la vita ai propri animali, qualora ci si trovasse di fronte a una situazione di emergenza.

“Per quanto riguarda cani e gatti è importantissimo il primo intervento – spiega – La processionaria per proteggersi dall’esterno rilascia una sostanza dolciastra che attira l’animale e lo spinge a leccare: i peli urticanti del bruco, a quel punto, rilasciano una sostanza acida che provoca una velocissima necrosi della lingua. Bisogna lavare immediatamente la bocca del cane o del gatto con acqua e bicarbonato che tampona l’acidità e rallenta il diffondersi della necrosi e poi bisogna andare subito dal veterinario”.

Ma il parco del Castello non è il solo luogo infestato dalla processionaria all’Aquila. Il bruco infatti si riproduce dal mese di marzo e per tutta l’estate nelle zone dove sono presenti pini ed aceri, ed è visibile anche ad occhio nudo, perché tesse intorno ai rami dei bozzoli molto simili a una ragnatela bianca, ma con una trama molto più fitta.





“Abbiamo notizie certe della presenza di questo insetto anche nelle zone della Madonna di Pettino, di Collebrincioni e della pineta di Roio: questo insetto è pericoloso anche per tutti gli animali che brucano come le pecore, le mucche e i conigli”, dice la Graziani che sollecita un intervento immediato delle istituzioni competenti.

“Abbiamo chiamato sia il Comune che il Corpo Forestale dello Stato, ma  non è ancora intervenuto nessuno  – conclude – Bisogna agire subito”.

 

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