''IMPORTANTE COMUNICARE LA SICUREZZA AI CITTADINI CON TANTE INIZIATIVE'' ''LA MOVIDA SI CONTRASTA CON LA MUNICIPALE. TELECAMERE AIUTEREBBERO''

L’AQUILA: IL QUESTORE VISITA ABRUZZOWEB, ”ARRESTI MA ANCHE RICOSTRUZIONE SOCIALE”

di Alberto Orsini

11 Agosto 2014 09:15

L'Aquila - Cronaca, Video

L’AQUILA – “Quando la Polizia svolge operazioni e arresta qualcuno all’Aquila tranquillizza la gente o piuttosto scatena la paura? Noi perseguiamo gli obiettivi istituzionali di prevenzione e contrasto del crimine, ma il nostro vero intervento strutturale è sulla ricostruzione sociale”.

È questo il messaggio forte che il questore dell’Aquila, Vittorio Rizzi, lancia parlando con i cronisti e lo staff amministrativo di AbruzzoWeb nella sua cordiale visita istituzionale nella redazione del quotidiano digitale che, assicura, “consulto tutte le mattine, è tra le prime cose che faccio”.

“La polizia vicina alla gente, in mezzo alla gente, sui temi della legalità – insiste – Per questo abbiamo organizzato un cineforum, una mostra, il camper della legalità, una partita di calcio, un’asta di beneficenza. Parliamo di legalità, avviciniamo la gente e questo dà un ritorno, una maggiore sensazione di legalità alle persone”.

Sempre per questo, tra l’altro, annuncia, “alla prossima Perdonanza Celestiniana ci sarà un Villaggio della legalità”.

Una visione moderna del ruolo della divisa, “sono l’uomo che ha messo più manette negli ultimi 16 anni ma oggi non basta più, bisogna fare comunicazione della sicurezza. Faccio il manager della sicurezza”, ripete più di una volta.

Tutto questo nonostante “prima del terremoto l’insieme dei reati fosse il triplo. Ad aumentare dal 2009 ci sono stati solo i furti, peraltro odiosi, per via dello sciacallaggio nelle case”.

Eppure, a dispetto delle mere statistiche, che erano l’assillo della gestione precedente alla sua della questura, la “percezione di insicurezza” della gente, come invece detto nel suo primo incontro con la stampa un anno fa, resta, e per quello si lavora con le altre iniziative.





Rizzi ha completato il suo primo anno all’Aquila, si è insediato il 30 luglio 2013, e per ora non vuol sentir parlare di futuro, “sono indiziato di carriera ai vertici della Polizia? Lasciamo perdere”. Dopo il suo primo giro di calendario, comunque, vede una situazione nel complesso positiva nel capoluogo terremotato.

“Ho la fotografia di quello che ho visto un anno fa, vedo una città che è in rapidissima trasformazione – sottolinea – Ricordo del mio primo sopralluogo la rotonda di viale Corrado IV che non si riusciva a percorrere, oggi è pronta. Chi rivuole L’Aquila così com’era prima del sisma dovrà aspettare molti anni, ma la città si muove”.

Dopo le tante esperienze investigative, tra le quali la direzione della squadra Mobile sia a Roma che a Milano, l’approdo da queste parti ha costituito una sorpresa per lui.

“Sarei dovuto diventare dirigente di una struttura investigativa – ricorda – poi il capo della Polizia (Alessandro Pansa, ndr) mi ha mandato un sms, ‘fatti vedere’, era stato nominato da poche settimane. Mi ha chiesto di venire qui. Sono stato il vice di questo capo della Polizia per 5 anni. Perché prendere un suo fedelissimo e metterlo all’Aquila? Lui stesso, tra l’altro, è poi venuto 3 volte in città: la risposta è che questo è un segnale importante di attenzione da parte dello Stato”.

Una città che ha ricevuto soldi pubblici e tanti ne riceverà ancora, ma non riesce a ripartire sul piano occupazionale e sociale.

E qui il questore si cala sul piano umano e di cittadino, d’altronde, ammette, “spesso ho in agenda appuntamenti che nulla c’entrano con la Polizia, con persone che vengono a esporti i loro problemi”.

“Fino a oggi sono arrivati circa 9,8 miliardi di euro per l’emergenza e la ricostruzione e ne devono arrivare altri 10 – ricorda poi, parlando del tessuto economico e sociale – Com’è possibile che tutti questi soldi non abbiano creato occupazione? Nella risposta a questa domanda si devono cercare tante cause”.

“I numeri sono contraddittori – insiste Rizzi – abbiamo circa 3.800 cantieri aperti ma chi ci sta lavorando? L’ho detto in occasione della recente riunione all’Aquila della commissione parlamentare Antimafia. Ci vorrebbe un’unica cabina di regia, ma io faccio il poliziotto. Comunque con Comune, Provincia e Regione c'è un buon dialogo”.





Sono giorni di dibattito dopo che l’ennesima gazzarra della movida dei giovani nel centro storico è sfociata in qualcosa di più grave, un incidente con un diciottenne precipitato dai portici che rischia per la vita.

“La movida è un problema di tutte le città, d’altronde i giovani hanno diritto di essere giovani – replica – Da quando sono qui abbiamo svolto decine di servizi, ma non abbiamo mai fatto un arresto, solo un denunciato: un ragazzo che rubava sciarpe nel bar, sembrava quasi più una goliardata”.

Quindi, prosegue il questore, “i problemi non ci sono dal punto di vista criminale, piuttosto ci sono problemi di sicurezza e di degrado urbano. Non è compito della Polizia occuparsene – rileva – ma comunque ho organizzato un tavolo tecnico e coordino servizi con la polizia Locale: il nuovo comandante ha dato un bell’impulso in questo senso”.

E le telecamere in centro, di cui si è parlato prima che la “solita” impasse burocratica sopisse i progetti?

“Come tutte le forme di controllo e video presidio, sono molto utili. A Londra, da Scotland Yard, ho potuto vedere una sala operativa con numerosi monitor che controllavano e zoomavano la fuga di un rapinatore semaforo per semaforo”, prosegue ancora Rizzi che, per lo sblocco del progetto, “anche se non è il mio campo”, spiega che “si deve stabilire un percorso con il Comune e la Prefettura che si conosce molto bene”, a buon intenditor.

Si parla poi del possibile rischio di infiltrazioni mafiose. “La potenzialità c’è, invece l’attualità ha messo in evidenza situazioni che, però, non possono portare alla conseguenza logica di ipotizzare un ‘sistema L’Aquila’ del malaffare. Ci sono stati tentativi singoli che sono stati eliminati, la macchina dello Stato ha funzionato – evidenzia – Ci sono comunque le antenne tutte alzate perché quei 10 miliardi che devono arrivare attirano inevitabilmente gli interessi criminali”.

Quanto al prossimo ritorno in questura, ricostruita dopo un appalto travagliato, “ma io sono arrivato dopo”, l’ufficialità del rientro era data per ottobre ma Rizzi chiude svelando a questo giornale un’altra novità. “Voglio anticipare a settembre. Lavoreranno anche a Ferragosto, ma a settembre voglio rientrare negli uffici. Anche quello è un messaggio alla popolazione”.

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