L’AQUILA: GROTTE SOTTOTERRA PICENZE, ‘CEDONO, RICOSTRUZIONE FERMA’

di Elisa Marulli

8 Febbraio 2015 10:04

Regione -

L’AQUILA – Ricostruzione ferma e un prezioso patrimonio storico nel sottosuolo da valorizzare.

La situazione che vive la frazione di Picenze, nel comune aquilano di Barisciano, è molto delicata.

Sotto il paese, infatti, c’è un’altra città, fatta di spazi e cavità che in tempi antichi fungevano da ricoveri per pastori e bestiame, divenuti con il tempo propaggini delle stese abitazioni, tanto da essere usati nell’immediato dopoguerra come zone dove stare al caldo durante i freddi giorni invernali, spazi dove addirittura ballare o lavorare, scaldati dal calore degli animali.

Il loro nome è “rottoni” e ce ne sono tantissimi non solo a Picenze ma anche in altri comuni dell’Aquilano, come San Demetrio, San Benedetto in Perillis e San Pio delle Camere, per citarne alcune.

Problemi, a questo sistema ipogeo, li ha creati il terremoto e il processo di ricostruzione delle abitazioni che lo sovrastano. Lo dimostra il fatto che a quasi sei anni dal sisma sono pochissimi i cantieri aperti nel cuore del paese.





Diverse sono state le sollecitazioni da parte dei residenti della zona che chiedono che venga velocizzato il processo, per poter tonare nelle loro case. Il problema, spiegano, sono proprio queste grotte che hanno bisogno di uno studio e che devono essere tenute ben presenti nel momento di redigere un piano. Il punto è che servono risorse.

A chiedere a gran voce lo sblocco della situazione è Clara Camardese, che ha un’abitazione nel centro di Picenze. La casa è classificata E e fa parte dell’aggregato SM23 composto da 24 edifici.

“L’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere – spiega – ha riconosciuto la pericolosità della rete di cunicoli. Ma l’approvazione del progetto continua a slittare. Il sindaco di Barisciano vuole mettere in sicurezza le grotte aggregato per aggregato. I geologi che abbiamo contattato noi ci hanno invece detto che serve una messa in sicurezza complessiva di tutto il paese”.

Ad aver studiato bene queste grotte è il professor Antonio Moretti, docente di geologia regionale e sismologia all’università dell’Aquila nonché speleologo, che ha eseguito un’indagine su commissione dei consorzi della località San Martino di Picenze.

“Serve uno studio complessivo di tutto il paese – spiega – ci sono grotte che entrano in una cantina ed escono a 400 metri di distanza. E bisogna agire in fretta, abbiamo case che hanno cavità che stanno crollando nel sottosuolo, ma nessuno lo sa”.

Lo studioso denuncia il disinteresse delle istituzioni verso ciò che sta accadendo e anche nei confronti degli studi già effettuati.





“Né il sindaco di Barisciano né l’Usrc si sono minimamente degnati di rivolgersi all’Università dell’Aquila, anche per chiedere un parere. Le nostre info sarebbero a loro disposizione per questo patrimonio da salvare”.

Come riferisce il professore, Comune e Usrc hanno lanciato un bando per geologi, alcuni mesi fa, senza considerare l’ateneo aquilano.  Ma, sostiene, “non servono geologi ma speleologi. E per la progettazione sono necessari ingegneri minerari”.

Lo studio, secondo il professore, è necessario per capire come si deve ricostruire. Secondo lui applicare i metodi classici è dannoso in questa situazione.

“Abbattere le case per ricostruirle non va bene – sottolinea – se buttano giù un’abitazione rischiano di sfondare le grotte. La roccia di cui sono fatte si chiama marna ed è poco resistente poiché fatta con l’argilla. Anche le infiltrazioni stanno minando la stabilità di questi ambienti. Una grotta è stabile fino a quando sopra c’è qualcosa, essendo un arco. Qualche tempo fa stavano iniziando i lavori e una ruspa è sprofondata in una voragine che si è creata”.

I grottoni, “non si possono neanche riempire,come ipotizzato inizialmente: in caso di altro terremoto si creerebbe una massa battente che aumenterebbe esponenzialmente l’intensità e gli effetti del sisma”.

L’idea che aveva lanciato il professore è di ‘spostare’ momentaneamente il paese e trovare un finanziatore per ricostruirlo con calma, recuperando la parte più antica: “La zona potrebbe diventare molto attrattiva anche dal punto di vista turistico se il complesso venisse valorizzato nuovamente”.

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