L’AQUILA: GRAN SASSO-LAGA, DIACONALE ”ACCUSE STRUMENTALI”

19 Giugno 2015 15:27

L'Aquila -

L'AQUILA – Esprime amarezza il presidente del Parco nazionale Gran Sasso-Laga, Arturo Diaconale, per le accuse di immobilismo, integralismo e incapacità gestionali  che sono giunte e continuano ad arrivare all'ente da vari esponenti politici, sulle questioni relative alla seggiovia Le Fontari e al cosiddetto Piano del Parco. 

Accuse a detta dello stesso Diaconale “incomprensibili e strumentali”, ma che non gli hanno comunque impedito di esprimere, a nome dell'intero l'ente, “la volontà di chiarire e di confutare, a beneficio dell'opinione pubblica, alcuni fondamentali passaggi.





“Sulla questione del Piano del Parco – spiega in in una nota – va considerato che questo, redatto dall'ente nel 1999, nel 2000 è stato trasmesso alle Regioni territorialmente competenti, le quali, a fronte dei 90 giorni previsti dalla Legge per l'adozione, l'articolo 12 comma 3 della legge 394, hanno impiegato rispettivamente sei anni (la Regione Marche),  cinque anni (la Regione Lazio) e quattro anni (la Regione Abruzzo)”.

A tal proposito la nota sottolinea che “dal maggio 2007  fino al luglio 2010, quando il Ministero dell'Ambiente ha designato l'attuale presidente, Diaconale, si sono succedute tre fasi di commissariamento e, per far procedere l'iter del Piano del Parco oltre l'empasse imposto dall'assenza degli organi di governo, si è dovuto attendere l'insediamento di un Consiglio direttivo, avvenuto solo nel gennaio 2015 dopo una vacatio durata otto anni”.

“Il Consiglio direttivo ha affrontato in via prioritaria la questione, tant'è che già da alcune sedute sta esaminando i pareri che la Commissione Ufficio di Piano ha istruito in risposta alle 563 osservazioni pervenute, deciso a mantenere l'impegno programmatico di licenziare il Piano del Parco entro il mese di giugno 2015 – prosegue la nota –  Di qui un ruolo decisivo lo giocheranno nuovamente le Regioni che, d'intesa con i comuni, come previsto dalla legge, si auspica affronteranno celermente la questione, consapevoli dell'imprescindibilità del Piano del Parco per lo sviluppo del territorio”.





Nella nota è inoltre specificato che “per quanto attiene al progetto di sostituzione della seggiovia Le Fontari, occorre ricordare che, nella seduta del 29 maggio scorso, lo stesso Consiglio direttivo del Parco ha deliberato un parere favorevole sul progetto, che ha rimesso alla Regione Abruzzo per le decisioni del caso”, mentre “sull'applicazione da parte dell'ente delle più volte richiamate e stigmatizzate 'norme di salvaguardia', è utile sottolineare che il Parco è un ente dello Stato chiamato per legge alla tutela dell'ambiente e a farsi presidio della qualità paesaggistica e della buona salute degli ecosistemi, oltre che della promozione di  attività sostenibili, comunque in un'ottica di armonizzazione con le esigenze collettive di conservazione”.

“In sintesi – dichiara Diaconale – il Parco non può che essere favorevole allo sviluppo del Gran Sasso, al tal punto che ha progettato e portato a fase di realizzazione due aree faunistiche che daranno inedite opportunità di sviluppo ai due versanti della montagna. Senza contare che, nell'ambito di un progetto europeo, si stanno implementando le infrastrutture turistiche nell'area di Campo Imperatore, con la creazione di aree di parcheggio, il rifacimento dei sentieri erosi e l'apposizione di nuova segnaletica, oltre che dando un concreto sostegno all'economia pastorale”.

“Alla luce di questo – conclude qundi – e di quanto si sta facendo sul piano politico per recuperare i ritardi provocati dalla burocrazia, le esternazioni di questi giorni appaiono davvero incomprensibili”.

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