DOMANI ALLE 17 I FUNERALI NELLA CHIESA DI SAN FELICE A POGGIO PICENZE

L’AQUILA: GIOVANE MORTO NELL’INCIDENTE GLI AMICI RICORDANO IL ”GIGANTE BUONO”

3 Luglio 2015 09:26

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Poggio Picenze si risveglia nel dolore per la scomparsa del giovanissimo Pierluigi Di Cesare, il centauro di 25 anni che ieri ha perso la vita in un incidente all'altezza di San Gregorio, all'Aquila.

Una vita spezzata, come altre in quello stesso tratto di strada. E in molti oggi polemizzano per la poca sicurezza della strada statale 17 est, dove in un solo anno si sono verificati diversi incidenti mortali. Come l'investimento della piccola Susanna, 12 anni, lo scorso ottobre, pochi metri più in là rispetto all'incidente di ieri.

Domani pomeriggio alle 17 nella chiesa di San Felice Martire, a Poggio Picenze (L'Aquila) si svolgeranno i funerali del giovane.

La moto su cui viaggiava Di Cesare si è scontrata in modo violentissimo con un'Audi A4 che stava svoltando a sinistra verso l'insediamento delle case popolari, all'altezza del'incrocio davanti il mobilificio Zugaro.





Illeso, ma sotto shock, il conducente della vettura, S.F. 26 anni, di Paganica, frazione dell'Aquila. Alla guida dell’altra macchina sulla quale il giovane è finito dopo il primo impatto un uomo di 55 anni di Pizzoli, A.F.

La giovane vittima abitava a Poggio Picenze e lavorava come geometra alla Edimo. Il padre è un imprenditore edile mentre la madre è una collaboratrice scolastica.

Sui social molti dei suoi amici hanno condiviso foto e lasciato messaggi pieni di dolore per una morte così assurda, per il loro “gigante buono” volato via troppo presto.

“Amico mio pilastro della mia vita, che mi sollevavi sempre con la tua pazzia e il tuo sorriso! Fratello dalle 10.000 battaglie, dalle mille avventure, non c'è stato un momento nella vita che sei stato assente. Eri tutto per me, sei tutto! So che mi accompagnerai lungo questa questa vita e sarai sempre al nostro fianco”, scrive Matteo, uno dei suoi migliori amici.

“Ciao Pierluigi.., Buon viaggio tra gli angeli”, è il saluto di Fabiola. Qualcuno aggiunge: “Nessuno ti dimenticherà”.





Commosso il ricordo di Giancarlo Iarrusso, dipendente della Edimo, amico e collega della vittima.

“Quel giorno che ci siamo incontrati – scrive in una commossa lettera – per la prima volta è stato per i lavori di restauro della fontana delle 99 cannelle. Non avevi ancora completato gli studi di geometra, ma già cominciavi a fare esperienza nei cantieri. Hai iniziato dal gradino più basso, facendo il manovale, con grande umiltà. Poi finalmente ti sei diplomato geometra, e ho avuto la possibilità di collaborare con te”.

“Sempre puntuale, preciso, umile – prosegue il collega – ti abbiamo soprannominato “Coccione” per la tua caparbietà e perseveranza. Scusami se qualche volta ti ho sgridato un po’ troppo ma era conseguenza dalla mia smania di vederti crescere ancora più in fretta”.

“Per me sei stato il modello di figlio – conclude Iarrusso – che da sempre avrei voluto avere. Sento dentro di me un dolore immenso, sei e sarai sempre nel mio cuore. Grazie ancora per tutto quello che mi hai trasmesso”. (e.m.)

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