L’AQUILA E LE CHANCE PERSE, PERCHE’ NON SFRUTTARE IL FOSSATO DEL CASTELLO?

di Eleonora Marchini

1 Ottobre 2014 14:02

L'Aquila -

L’AQUILA – Il Forte spagnolo dell’Aquila domina la città vecchia con i suoi bastioni, ma nasconde nelle sue viscere uno spazio che potrebbe servire all'Aquila.

La recente esercitazione dei nuclei speciali della Polizia con la scalata a mani nude delle pareti fortificate e lo spericolato lancio di un paracadutista nel fossato ha riacceso l’interesse della città su questa struttura.

E proprio quel fossato sembra costituire a oggi da un lato un'occasione persa e dall'altro un'opportunità.

Fu edificato seguendo le avanzate tecniche costruttive degli spagnoli, esperti nell’arte della guerra e delle fortificazioni.





Gli abitanti dell’Aquila furono spremuti come limoni per tirare fuori l’enorme somma necessaria alla realizzazione di una vera e propria Cittadella della guerra e del terrore, con le sue prigioni sotterranee, luoghi di tortura, casematte e contromine, per “reprimere l’audacia degli Aquilani” e di chiunque avesse osato sfidare i regnanti.

La fortezza, in realtà incompiuta, come è noto ai più è circondata da un profondissimo fossato, mai riempito di acqua.

Questo fossato, oggi, si presenta come una vasta e morbida distesa erbosa del tutto inutilizzata e per nulla valorizzata.

Anzi, è momentaneo deposito dei materiali edili necessari alla ristrutturazione post-sisma in corso.





Già che ci siamo, nell’idea di rendere migliore e fruibile per la cittadinanza e il turismo ciò che prima del 6 aprile 2009 era pigramente trascurato e ignorato, perché non inventarsi un modo per ripensare degli spazi incredibilmente versatili come appunto il fossato del Castello, una volta conclusi i lavori di restauro?

Nel borgo maggiore di San Marino, uno spazio nettamente inferiore per dimensioni è stato trasformato in un’area detta Fossa dei balestrieri con tanto di postazioni e bersagli, tutto in stile rigorosamente medievaleggiante. Per la gioia di turisti grandi e piccini.

O ancora, perché non pensare a un’area per giornate sportive, manifestazioni che possano virare su molteplici discipline compatibilmente con le norme di sicurezza per atleti e pubblico.

Sarebbe uno dei primi casi in cui il “dov’era e com’era” si trasforma in un “come prima, meglio di prima”.

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