L’AQUILA E LA ‘GRANDE BELLEZZA’: TORNANO I PALAZZI ZECCA E PERRONE

di Marianna Galeota

5 Luglio 2015 21:07

L'Aquila -

L’AQUILA – In mezzo all’odore acre di muffa e cemento, tra i vicoli del centro storico ancora dilaniati dal terremoto del 6 aprile 2009, compare quasi come un miraggio palazzo Zecca, in via Paganica, la strada che “a fatica” si arrampica verso piazza Santa Maria Paganica, tra i simboli della distruzione del terremoto.

I colori tenui dell’edificio appena ricostruito stridono ancora con le tinte forti delle macerie e delle piaghe dei palazzi ancora distrutti.

Lo stabile settecentesco torna invece a risplendere e sarà pronto per essere riconsegnato ai proprietari a fine luglio.

Ha ospitato dal 1997 al 2009 la storica pizzeria Nonna Cristina, di Gabriele Sorrentino, ricollocata dopo il sisma in viale della Croce Rossa, la strada che nell’immediata emergenza ha accolto molte delle attività commerciali e dei locali chiusi in centro storico.





Palazzo Zecca fa parte del maxi aggregato del consorzio Il moro e il finanziamento per il suo recupero è di circa 6 milioni di euro.

“Avendo un valore storico è sottoposto a vincolo della Soprintendenza – spiega l’ingegnere Giuseppe Pace, direttore dei lavori – Come ogni edificio storico dell’Aquila ha molti elementi di pregio come le pavimentazioni, gli affreschi, gli elementi lapidei e i soffitti decorati”.

Molti sono i tesori che il terremoto ha regalato alla città con i lavori di ricostruzione degli edifici. Anche all’interno di Palazzo Zecca è stata ricoperta una volta affrescata dell’800 che nel corso degli anni ’50 era stata nascosta da precedenti lavori di ristrutturazione.

“Erano state costruite delle voltine a copertura che coprivano l’affresco – spiega – In accordo con la soprintendenza lo abbiamo riscoperto e adesso lo lasceremo a vista con dei vetri”.

I danni alla struttura sono stati notevoli, come racconta Gianlorenzo Conti, presidente dell’ordine degli architetti e coprogettista di palazzo Zecca.





“Ci sono stati crolli parziali all’interno, grosse lesioni alle murature e qualche crollo di orizzontamenti. L’intervento fatto è stato consistente ed è ormai ultimato. Resta da fare qualche finitura, ma siamo in dirittura d’arrivo – annuncia – Il palazzo sarà riconsegnato alle 5 famiglie che lo abitavano il 29 luglio”.

Per i lavori alla parte retrostante dell’edificio ci vorrà invece ancora qualche mese.

“Quella è anche la parte più antica – spiega Pace – comprende infatti anche una parte di Casa Notar Nanni. I lavori lì sono affidati alla Edimo”.

Poco più su, Piazza Santa Maria Paganica torna a respirare e dopo il restauro di palazzo Ardinghelli, regala un altro ritorno, quello del settecentesco palazzo Perrone, riscoperto da un paio di settimane, ma ancora in attesa di essere ultimato.

L’edificio, la cui ricostruzione costerà circa 8 milioni di euro, sarà infatti pronto a metà dell’anno prossimo.

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