L’AQUILA: DEGRADO TOTALE ALLE CASE DI VIA DEI VERZIERI DIMENTICATE DALL’ATER

di Elisa Marulli

27 Aprile 2015 08:09

L'Aquila - Gallerie Fotografiche

L’AQUILA – Materassi e mobili abbandonati ovunque, cumuli di macerie ammassati in strada, garage aperti e porte sfondate, con gli appartamenti alla mercé degli sciacalli, che negli ultimi tempi le hanno 'visitati' diverse volte.

La situazione in cui versano le case popolari di via dei Verzieri, nella frazione aquilana di Preturo, è di degrado totale.

Sono sei anni che il complesso è disabitato. La notte del terremoto gli inquilini sono fuggiti e non sono più rientrati a causa dei danni subiti.





Nel complesso, di proprietà dell’Ater, i sei edifici sono tutti inagibili, alcuni classificati “E” ed altri “B”.

Alcuni per danni causati dal sisma, altri per criticità presenti già prima del 6 aprile 2009.

Le vicissitudini degli inquilini di via dei Verzieri sono finite sulle pagine dei giornali diverse volte.

La prima, per la beffa ai danni di alcune famiglie nel vedersi togliere l’alloggio del progetto C.a.s.e nel quale erano da poco entrati, per il cambio di classificazione (da E ad A) su uno degli edifici, vicenda per la quale fu presentato un esposto alla Procura della Repubblica del capoluogo da uno dei condomini.





Subito dopo, il sindaco Massimo Cialente ne ordinò lo sgombero per “pericolo di crollo senza preavviso”.

I danni, venne accertato, non erano però stati causati dal terremoto. Iniziò così una nuova odissea per gli inquilini di questo edificio, che non avevano diritto all’assistenza alla popolazione, secondo la Struttura per la gestione dell’emergenza, e furono “sfrattati” anche dalla caserma della Guardia di Finanza di Coppito che ospitava gli sfollati.

Ad oggi queste famiglie sono tornate  nel progetto C.a.s.e dopo aver alloggiato nelle palazzine di via di Sfrizzoli, a Pettino, che il Comune ha offerto a loro e ai nuclei familiari che rientravano nei casi di fragilità sociale.

Sulle palazzine, a oggi, non è stato eseguito alcun intervento di messa in sicurezza. E poco o nulla si sa rispetto a quanti fondi ci siano per la loro ricostruzione.

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