L’AQUILA: CON IL TRIBUNALE RIENTRA ”A CASA” LA PROCURA DELLA REPUBBLICA

di Elisa Marulli

28 Gennaio 2015 08:27

L'Aquila -

L'AQUILA – “I primi uffici a trasferirsi nella nuova sede saranno, diversamente da quanto in un primo tempo ritenuto e stabilito, il Tribunale e la Procura della Repubblica, che abbandoneranno pertanto, entro il 2015, la disagevole e poco funzionale sede di Bazzano, in modo da riportare nel cuore della città l’attività giudiziaria relativa alla fase di primo grado, certamente coinvolgente un maggior numero di procedimenti, anche come importante segnale di ripresa di una città ancora fortemente segnata dal sisma”.

Il presidente della Corte d'Appello dell'Aquila, Stefano Schirò, ha confermato in parte quanto già reso noto nei mesi scorsi dal sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, riguardo la ricostruzione della vecchia sede del tribunale del capoluogo, in via XX settembre, resa inagibile dal terremoto di quasi sei anni fa.

Lo ha fatto nel corso della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario 2015 che si è tenuto all'auditorium della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di finanza.

A tornare a casa “alla fine del mese di aprile del 2015”, dice Schirò, saranno gli uffici del Tribunale e quelli della Procura della Repubblica, entrambi in esilio nella sede provvisoria di Bazzano. In un primo momento, invece, si era detto che insiema al Tribunale sarebbe rientrata prima la Procura generale, che si trova vicino la stazione ferroviaria, nella stessa sede della Corte d'Appello.

Lo sblocco nei lavori è anche “effetto di un’assidua azione di sollecitazione e vigilanza – ha spiegato il presidente – concretizzatasi in ripetuti e frequenti accessi al cantiere e in numerose riunioni della Commissione di manutenzione per gli uffici giudiziari di L’Aquila per verificare lo stato dei lavori”.





Nella relazione, ha spiegato inoltre che nel corpo di fabbrica già realizzato è in via di ultimazione l’installazione degli impianti necessari per il funzionamento dell’energia elettrica e del riscaldamento, per la cui realizzazione si è resa necessaria, in modifica dell’originario progetto, la creazione nell’edificio già realizzato di appositi ambienti per collocare le relative attrezzature.

“I lavori di edificazione del secondo corpo di fabbrica – ha aggiunto – hanno superato la fase, più complessa e delicata, di realizzazione delle fondazioni e sono rivolti ormai all’edificazione delle strutture e dei piani sovrastanti”.

Insomma, si è a buon punto e il secondo lotto sarò terminato entro la fine del 2016: “È ragionevole ritenere, pertanto, che il trasferimento di una parte degli uffici giudiziari nel primo corpo di fabbrica, del tutto ultimato, possa essere compiuto prima della ripresa dell’attività giudiziaria nell’autunno del 2015”.

Nonostante i lavori vadano avanti e facciano progressi verso un ritorno alla normalità, il presidente della Corte d'Appello sottolinea che “è evidente che anche l’amministrazione della giustizia nel circondario di L’Aquila, malgrado il generoso impegno di tutti gli operatori nell’ambito delle rispettive competenze, continua a soffrire dell’incertezza, della precarietà e dello smarrimento in cui versa la città”.

A dispetto delle difficoltà, comunque, “l’intensa attività giurisdizionale, giudiziaria e amministrativa svolta” ha portato a “incrementi di produttività o comunque erosione di arretrato sia nel settore civile che in quello penale”, ha concluso.





UN APPALTO TORMENTATO

Inizialmente ad aggiudicarsi i lavori del Tribunale nel febbraio del 2011 era stata l’associazione temporanea d’impresa (Ati) costituita dalla Gdm di Peschiera Borromeo (Milano), azienda capofila, e Gianni Benvenuto Spa di Como, con un ribasso del 25,98% sul bando da 19 milioni a cui avevano risposto 37 tra imprese e Ati, gestito dal provveditorato interregionale alle Opere pubbliche Lazio, Abruzzo e Sardegna.

A novembre dello stesso anno, tuttavia, il Tar dell’Aquila ha accolto il ricorso presentato dalla Paco (Pacifico Costruzioni) Srl di Napoli che ha impugnato il verbale di gara e tutti gli atti connessi con i quali era stata esclusa dalla partecipazione alla gara, vincendo il ricorso contro la Ati vincitrice e contro la Cooperativa di costruzioni tra Mazzi Spa e la Ite Group Spa, giunta. seconda.

Alla Paco è stata accordata come risarcimento per equivalente una somma vicina ai 900 mila euro, oltre al pagamento della metà delle spese legali quantificate in 5 mila euro più il contributo unificato, con l’altra metà a carico della controinteressata Ati, ma i lavori sono andati avanti e sono rimasti in carico alle due ditte lombarde aggiudicatarie in nome del codice degli appalti e vista la situazione, come motivato dai giudici amministrativi.

Un’ulteriore impasse c’è stata quando la Gdm è andata in crisi e le sue commesse sono passate di mano grazie alla cessione alla veneta Vittadello, che ne ha tuttora la titolarità.

 

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