L’AQUILA: ASILI NIDO, EDUCATRICI ”NO AD AFFIDAMENTO ESTERNO”

31 Agosto 2015 09:47

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – Le educatrici precarie dell'Aquila dicono “no all'esternalizzazione degli asili nido comunali ” e prendono posizione in una nota, dopo le polemiche delle ultime settimane, legate dapprima a una paventata ipotesi di chiusura delle due strutture “Primo maggio” e “Ape tau” per la scadenza dei contratti.

Lo scorso 27 agosto poi durante una riunione tra il sindaco, Massimo Cialente, l'assessore con delega agli Asili nido Emanuela Di Giovambattista, le mamme e le stesse educatrici, il primo cittadino aveva avanzato l'ipotesi di una cooperativa sociale che prenda in affidamento le strutture e che possa riassumere le educatrici per poter riaprire gli asili in pochi mesi. 





“In questi giorni più volte i nostri amministratori hanno paventato l’ipotesi di un affidamento esterno di due dei tre asili nido comunali, pronunciando a mezza bocca la parola esternalizzazione. Un’idea che mal si coniuga con questa giunta di centrosinistra, che ha sempre ritenuto il servizio asili nido comunali a gestione diretta come il fiore all’occhiello di questa città, assicurato anche grazie all’elevata professionalità del personale”, scrivono le educatrici.

“Si cerca quindi di far passare l’idea che un servizio fondamentale, come quello degli asili nido comunali, sia soltanto un costo e che possa quindi essere esternalizzato. Una parola questa che, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca di Roma, dovrebbe far inorridire qualsiasi amministratore pubblico – aggiungono – Occorre invece puntare alla salvaguardia dell’offerta e guardare ai lavoratori non come mere voci di spesa, ma come una risorsa da preservare”. 

“Non ci rassicurano le parole del sindaco e degli assessori Leone e Di Giovambattista, che vogliono farci credere che l’esternalizzazione sia l’unica strada percorribile – proseguono – Esternalizzare significa infatti ridurre la qualità del servizio, in quanto le gare di appalto dovranno tener conto, inevitabilmente, dell’offerta economica più vantaggiosa, andando necessariamente ad incidere sui costi del personale”.





“Non ci convince neanche la proposta di costituirci noi in cooperativa, non avremmo i tempi tecnici per farlo e non saremmo in grado di competere con i colossi nazionali che andrebbero a rispondere al bando – concludono – Chiediamo quindi all’amministrazione di operare scelte realmente orientate al bene comune e non ad una mera logica di risparmio”. 

 

 

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