LA PERDONANZA PATRIMONIO UNESCO: ”E’ FATTA, POTENZIALE TURISTICO +80%”

di Marco Signori

1 Settembre 2015 08:07

L'Aquila -

L’AQUILA – La Perdonanza Celestiniana patrimonio immateriale dell’Unesco è praticamente cosa fatta.

Per la proclamazione ufficiale c’è da attendere la seconda metà di novembre quando in Namibia, in Africa, si riunirà la commissione internazionale dell’Organizzazione dell’Onu per l’educazione, la scienza e la cultura, ma chi, come il professor Walter Capezzali, ha lavorato alla predisposizione della candidatura, la considera solo una formalità.

Quella dell’annuale Giubileo aquilano è, infatti, l’unica candidatura da parte dell’Italia che vedrà l’ok nell’anno 2015.

Una proclamazione che potrebbe fruttare alla città, secondo alcune stime, un incremento dell’80% del turismo.

Non si tratta di un automatismo, come tiene a sottolineare ad AbruzzoWeb Capezzali: tutto starà alle capacità della città di trasformare questo grande risultato in quella che è, almeno potenzialmente, una straordinaria opportunità.

“Non per scaramanzia, ma per correttezza diciamo che c’è da aspettare”, premette il professore, componente del Comitato Perdonanza e interlocutore dell’Unesco per la città dell’Aquila.





“Le date dell’incontro annuale che quest’anno si tiene in Namibia sono ancora da fissare – spiega – sicuramente si tratterà della seconda metà di novembre. In quella sede sarà presente la delegazione italiana guidata dal professor Giovanni Puglisi e molto probabilmente ci sarà anche una rappresentanza dell’amministrazione”.

Sulle aspettative legate a questo risultato, Capezzali è comunque cauto: “La Perdonanza è sicuramente l’evento più attrattivo dell’Aquila, ma è anche vero che molto dipende da come la città gestisce un tale riconoscimento: c’è la necessità di un adeguamento, anche dal punto di vista dell’accoglienza di cui non siamo campioni”, come testimoniato anche da una recente inchiesta di questo giornale tra i turisti, pur presente in massa, che però di Papa Celestino hanno dimostrato si saperne poco e niente.

Eppoi, l’importanza legata al mantenimento di un certo standard nell’organizzazione dell’evento.

“Pompei ha rischiato di vedersi ritirato il riconoscimento per la mancanza di una adeguata cura del sito – ricorda Capezzali – qui il discorso è diverso trattandosi di un patrimonio immateriale, ma è importante che il Giubileo aquilano continui a essere radicato nella comunità locale”.

E tra gli elementi valutati dall’Unesco per l’ammissibilità c’è proprio l’importanza della ritualità per la popolazione, al di là del luogo, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, che in questo contesto ha un ruolo solo marginale.

“Se dovesse subire trascuratezza, dimenticanza sotto il profilo pubblico, non spirituale, il cui aspetto è demandato a ciascun singolo – spiega ancora Capezzali – c’è il rischio che l’Unesco possa ritirare il riconoscimento”.

L’evento deve, insomma, mantenere alta la qualità del rito e degli eventi che lo accompagnano, a prescindere dalla fede del cristiano che attraverserà con tutta discrezione la Porta Santa tra il 28 ed il 29 agosto dei prossimi anni.





“Tanto è vero che prima di questa fase ce n’è stata una italiana a livello di ministero dei Beni e delle attività culturali, che ha fatto moltissimo per sostenere la candidatura – ricorda il professore –  incaricando anche una società specializzata di demologi, che due anni fa  si è occupata di monitorare per alcuni giorni l’intero evento, seguendo come osservatori il corteo e altri appuntamenti sacri ma anche profani, soprattutto dedicati alla Bolla”.

Lungo e complesso è stato il lavoro per la candidatura, per un iter tutto sommato “rapido rispetto ad altri” secondo il referete, nonostante, nel frattempo, siano intervenute delle modifiche alle modalità di candidatura che hanno imposto di ricalibrare il documento di supporto.

Il gruppo di lavoro ha raccolto anche un notevole quantitativo di testimonianze, circa un centinaio, di associazioni ed enti culturali e religiosi, che vanno a suffragare le argomentazioni addotte per illustrare l’importanza dell’evento per la città. Un corposo dossier la cui redazione definitiva porta la firma del professor Ernesto Di Renzo.

A prescindere dall’esito, dato comunque per scontato, il lavoro propedeutico alla candidatura darà vita a una pubblicazione e la proclamazione sarà celebrata da uno o più eventi pubblici.

“Diventiamo centro di attenzione, si aprono possibilità di vario tipo. Dobbiamo mantenere universale il messaggio e farlo diventare tale anche dal punto di vista turistico” dice ad AbruzzoWeb il vice presidente del Comitato Perdonanza, Alfredo Moroni.

Non sta, almeno per ora, passando in sordina rispetto alla candidatura a Capitale europea della Cultura, per la quale le chance erano senz’altro minori e infatti finita male?

“Quello era un altro discorso – chiosa Capezzali – anche perché qualcuno ha temuto che nel 2019 L’Aquila potesse non essere ricostruita e quindi pronta ad accogliere un evento del genere. In questo caso, poi, si è fatto più squadra”.

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