LA FINANZIARIA DELLA REGIONE FIRA DIVENTA IN HOUSE, CREDITO PIU’ FACILE ALLE IMPRESE

di Marco Signori

28 Febbraio 2017 07:00

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Dopo Abruzzo Engineering, salvata a un passo dalla liquidazione, è pronta la trasformazione in house, ovvero capace di acquisire commesse ad affidameno diretto e senza appalti, per un'altra delle società partecipate della Regione Abruzzo: la Finanziaria regionale (Fira) potrebbe infatti diventare interamente di proprietà dell'ente nel giro di pochi mesi.

L'iter è stato avviato nel corso del 2016 con una delibera di indirizzo della Giunta e il percorso è a buon punto, come spiega ad AbruzzoWeb il presidente, Alessandro Felizzi.

Un deciso passo in avanti rispetto alla società che una decina d'anni fa venne travolta dallo scandalo della truffa milionaria all'Unione europea, con un'indagine della procura della Repubblica di Pescara che coinvolse l'allora presidente, Giancarlo Masciarelli, e che portò alla successiva e più roboante indagine “Sanitopoli”.

Per la società di oggi, un passaggio determinante riguarda anche l'agognata iscrizione all'Albo ex articolo 106 degli intermediari finanziari della Banca d'Italia, per la quale c'è un'istruttoria in corso, avviata dalla stessa Fira circa un anno fa, e che consentirà alla società di “diventare finanziaria di fatto e non nominalmente, un soggetto che fa attività di implementazione di strumenti finanziari a sostegno del territorio e diventa braccio della Regione”, precisa il presidente.





Tra gli effetti concreti che potrebbe avere sulle imprese la trasformazione in house c'è la possibilità di avere un sostegno attraverso il credito agevolato, superando l'atavico problema della mancanza di liquidità che, negli anni, ha indotto molte imprese beneficiarie di finanziamenti in conto capitale a rinunciare al contributo perché impossibilitate a sborsare la quota di compartecipazione all'investimento.

Diventare in house, “per la Regione, significa dotarsi di una società sua al 100 per cento, che potrà gestire con affidamento diretto misure tese allo sviluppo del territorio”, conferma Felizzi, per il quale “stiamo facendo una cosa piuttosto innovativa, una mutazione di pelle: in realtà stiamo approdando a quella che è una normalità per le finanziarie regionali”.

La società, dunque, “gestirà direttamente delle commesse afferenti la gestione di fondi comunitari, strumenti di finanza agevolativa per le imprese” e inoltre è stato costituito un fondo proprio chiesto dalla Banca d'Italia, che servirà da co-garanzia. L'iscrizione a via Nazionale “significa rispondere ad alcuni adempimenti come l'implementazione di alcune funzioni delicate sul controllo del rischio di credito”.

Sul fronte della trasformazione in house, “abbiamo risorse umane sufficienti e altamente professionalizzate che – afferma il presidente – vengono da esperienze di gestione, si è incamerato un know-how importante e spendibile sul mercato”.





“Si eliminano le difficoltà legate alla produzione delle polizze fideiussorie rispetto alla concessione dei fondi – aggiunge – e si aiutano le imprese in difficoltà a trovare compagnie che possano garantire per loro”.

Di “svolta epocale” parla il vice presidente della Regione con delega alle Attività produttive, Giovanni Lolli, che ha già fatto alcuni incontri con la Cassa depositi e prestiti, la cui collaborazione consentirà di mettere in atto azioni di agevolazione nei confronti delle imprese, a partire da quelle recentemente danneggiate da neve e terremoto.

“Se la Regione oggi volesse mettere dei soldi propri – spiega – dovrebbe fare una gara, invece con Fira in house può dare a lei una linea di credito e fare un bando per l'accesso al credito, che faciliterebbe le aziende che hanno difficoltà in banca. Attraverso questa azione di garanzia si portano le banche a ponderazione zero, in modo che non devono più accantonare l'8 per cento”, aggiunge Lolli, che pensa a una “linea specifica che può essere fatta per il turismo”, sua nuova delega di recente acquisizione.

L'operazione non ha costi per la Regione, grazie ad alcuni “fondi residui della linea che gestiva Fira medesima”.

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