LA CARDIOTAC AQUILANA ‘CONQUISTA’ I PAZIENTI ANCHE DAL RESTO D’ITALIA

10 Febbraio 2015 15:02

L'Aquila -

L’AQUILA – L'ospedale ‘San Salvatore’ dell'Aquila ha l'esclusiva regionale di un “esame-verità” sulla cardiopatia ischemica che decifra i sintomi atipici, Eseme richiestissimo dai medici della costa abruzzese che in un anno hanno indirizzato circa 80 pazienti nel capoluogo regionale.

Si tratta della cardioTac di 640 strati, macchinario di altissima tecnologia costato 1 milione di euro che con un 'flash' scattato al cuore permette all'istante di chiarire non i sintomi tipici che evolvono in un infarto, bensì i segnali ambigui e incerti, molto difficili da interpretare per lo specialista.

Si tratta di dolori al petto non riconducibili alla sintomatologia classica dell'infarto oppure di condizioni di affanno moderato sotto sforzo.





Nel 2014 le prestazioni della Cardiotac, in uso da 2 anni nel reparto di Cardio-radiologia dell’ospedale regionale aquilano, di cui è responsabile Ernesto Di Cesare, sono risultate assai gettonate, in particolare da Chieti da dove sono arrivati 45 pazienti 'dubbi'.
Consistente anche il numero di pazienti di Pescara (30) e Teramo (15).

Dal Lazio, in un anno sono arrivati 32 pazienti, dalla Puglia 10, dalla Calabria 4 e dalla Campania 3.

“Numeri importanti – si legge in una nota della Asl – perché si tratta di un esame a cui si ricorre solo quando non si dirada la cortina di incertezza legata a sintomi inconsueti.  Un accertamento che, oltre a non essere invasivo, ha il vantaggio, rispetto ad altri tipi d'indagine, di avere una bassissima esposizione alle radiazioni”.

Il flusso di pazienti proveniente dal versante adriatico, la cosiddetta mobilità attiva, “è stato generato da una strategia aziendale che fa leva su un capitale tecnologico prezioso, imperniato su 'tesori' della tecnica come appunto la cardioTac. Un investimento da circa un 1 milione di euro  ampiamente ripagato in termini di ritorno economico e di attrattività su altre realtà abruzzesi, ma anche extra regionali”.





“A certificare l'importanza che riveste la cardioTac per lo specialista del cuore – prosegue la nota – c'è il costante incremento degli esami, passati dai 600 del 2103 ai 618 dell'anno scorso. 403 accertamenti, sul totale complessivo degli esami, sono stati effettuati su pazienti residenti nell'aquilano e 74 da aree interne della provincia di L'Aquila.

“La fascia d'età prevalente per la quale viene richiesta questa verifica – dichiara il professor Di Cesare – è compresa tra i 45 e i 70 anni ed è in maggioranza il sesso maschile quello più a rischio. Le donne invece, fino ai 50 anni, sono protette dagli estrogeni ma con l'arrivo della menopausa perdono le difese e diventano ancora più a rischio dei maschi”.

“Bisogna però precisare che la cardio-Tac – aggiunge Di Cesare – va effettuata solo quando si è in presenza di disturbi non riconducibili alla caratteristica sintomatologia dell'infarto o dell'angina. In presenza di quest'ultima, infatti, non vi sono dubbi da sciogliere e dunque vanno fatti i consueti esami specifici prescritti dal cardiologo”.
 

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