KIT MOTORI E’ FLOP, INGEGNERE DI SAN SALVO RISARCISCE VITTIMA

18 Gennaio 2018 11:27

Chieti - Cronaca

SAN SALVO – Ci sono voluti il “pressing” di Studio 3A durato mesi, una denuncia del caso anche all’opinione pubblica, l’interessamento di Mi Manda Rai Tre, ma alla fine D.P. ha restituito gli 800 euro spillati a un commerciante trevigiano.

E si è pure impegnato a fare altrettanto con gli altri presunti truffati.

A renderlo noto è lo stesso Studio 3A di Mestre (Venezia), società specializzata nella valutazione delle responsabilità nei sinistri a tutela dei diritti dei cittadini.

Il trentenne ingegnere di San Salvo (Chieti), ma di fatto residente (e operante) a Roma, due anni fa era balzato all’onore delle cronache annunciando il brevetto di un’invenzione che doveva rivoluzionare il mondo dei motori: un marchingegno elettronico, il K19, da applicare all’auto, che, per citare un’intervista dello stesso “inventore”, avrebbe permesso “a qualsiasi mezzo a motore di percorrere a velocità media 38 km con un litro di carburante (diesel o benzina) e di raggiungere con un pieno di 50 litri di gasolio e 2 litri di additivo i 1800 km di percorrenza”.

Fin dalla prima ora non mancarono i sospetti che si trattasse di una bufala, né risulta che qualche azienda automobilistica abbia mai sperimentato il kit, ma molti ovviamente manifestarono interesse per questo dispositivo e ne ordinarono uno.





Tra questi anche un 31enne commerciante di Silea (Treviso) che, allettato dalla possibilità di risparmiare sui costi di carburante, lo scorso anno ha contattato Patella al cellulare e via Facebook chiedendogli se potesse fornirgli e vendergli il K19 a idrogeno da installare sulla sua Toyota Yaris.

Risposta affermativa. I due hanno pattuito la cifra, 800 euro, che l’acquirente, il 21 aprile 2017, ha provveduto a bonificare come da indicazioni ricevute, ma il pacco con il kit non gli è mai stato spedito a casa.

Tra i due sono seguiti fitti scambi di telefonate e Whatsapp nei quali l’ingegnere chietino ha addotto ogni genere di scusa per la ritardata consegna, persino di aver avuto un incidente stradale, offrendosi infine di eseguire un bonifico di reso della somma ricevuta e inviando anche una copia dell’avvenuta operazione, rivelatasi però un altro falso: nel suo conto corrente il commerciante i soldi non se li è mai trovati accreditati.

A quel punto il 31enne, dopo aver diffidato senza risultato anche su Fb Patella a inviargli la merce o a rendergli il danaro pagato, e avendo compreso che doveva trattarsi di un abile raggiro, attraverso la consulente personale Daniela Vivian si è rivolto a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, per essere assistito e recuperare i suoi soldi dall’ingegnere, resosi nel frattempo irreperibile.

Lo studio ha cercato ripetutamente di contattarlo telefonicamente sul numero fornito dal proprio assistito, ma il telefono squillava a vuoto. Inutili anche i tentativi di “agganciarlo” attraverso la sua pagina Facebook e con la spedizione di una raccomandata presso la sua residenza, risultata da una verifica anagrafica essere a San Salvo: raccomandata ricevuta dal destinatario, che però non ha mai risposto. È stata anche effettuata una visura in Camera di Commercio, ma l’impresa in cui il P. compare come vice presidente, la M., figura inattiva. Vano ogni tentativo di soluzione bonaria, il commerciante allora ha sporto formale denuncia per truffa presso la stazione dei carabinieri di Silea, allegando tutta le prove.





Studio 3A però ha continuato a indagare e, grazie anche alle informazioni fornite dal proprio assistito, ha appurato come in realtà le vittime di Patella in campo motoristico fossero parecchie in tutta Italia, non solo per i K19. C’è gente che ha preso “fregature” per alcune centinaia di euro per omologazioni (per esempio dei cerchi maggiorati dell’auto) che l’ingegnere aveva dichiarato di essere abilitato a fare presso la Motorizzazione Civile, ma risultate poi “farlocche”, per turbine per motori di macchine ordinate, pagate ma mai giunte a destinazione, anche qui con la solita “coda” delle mille scuse accampate e delle copie contraffatte di bonifici mai effettuati per restituire le somme indebitamente intascate.

Storie che Studio 3A ha raccolto, decidendo che fosse doveroso mettere in guardia altri cittadini dal cadere nella stessa rete, mediante una denuncia anche all’opinione pubblica e sui media.

Del caso si è così interessato anche il noto programma Rai dalla parte del consumatore condotto da Salvo Sottile, una cui troupe nei giorni scorsi si è messa sulle tracce del P., invitandolo anche in trasmissione per fornire la sua versione. Di fronte al rischio di essere “smascherato” davanti a milioni di spettatori, il sedicente inventore, per non finire in onda, ha pensato bene di appianare finalmente il suo debito nei confronti del commerciante trevigiano.

Improvvisamente, venerdì 12 gennaio 2018, ha bonificato l’intera somma, bonifico stavolta autentico, e, dopo mesi di silenzi, ha pure chiamato lo studio per chiedere conferma dell’avvenuta ricezione. Non solo. P. si è detto disponibile a fare altrettanto con le altre vittime “purché – per usare le sue parole – queste persone dimostrino di essere state effettivamente da me truffate”. Un impegno che desta più di qualche dubbio, ad ogni buon conto Studio 3A è intenzionato ad andare fino in fondo e a raccogliere quanti più casi possibili, oltre a quelli già verificati: chiunque si ritenga vittima di raggiri per mano dell’ingegnere abruzzese può contattare il numero verde 800-090210.

Il giovane trevigiano, comunque, non ritirerà la denuncia presso i carabinieri, che nel frattempo ha fatto strada: la notizia di reato è stata trasmessa alla Procura di Treviso e le indagini sono ormai chiuse. “Gli 800 euro li ho recuperati – spiega -, ma la giustizia deve fare il suo corso: questo tizio va perseguito e la sua attività fermata”.

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