CHIETI - Qual è la traccia che un libro lascia dietro di sé?

Se da un lato fa risplendere alcuni aspetti dell’esperienza di ognuno, dall’altro getta un’ombra profonda quanto tremenda e vera è la cosa rappresentata.

Proprio di ombra ci parlerà Jean Portante ne L’invenzione dell’ombra (Raffaelli 2019), la sua prima raccolta poetica scritta interamente in italiano.

Nell’incontro, organizzato dal “Centro di Poesia e altri linguaggi di Chieti”, Portante dialogherà con Concetta Meri Leone e ripercorrerà gli ultimi sviluppi del suo percorso poetico.

L’evento si svolgerà presso il Foyer del Teatro Marrucino di Chieti sabato 16 novembre alle 17,30, l’ingresso è libero. 

Per l’autore questo è un ritorno alla lingua madre, Portante è infatti nato e vissuto per qualche anno nel paesino di San Demetrio in provincia dell'Aquila, e con la raccolta segna la chiusura del ciclo quasi trentennale della lingua balena.

La sua è una poesia che parlava in francese ma “polmonava in italiano”, e in essa tenta di ricomporre le crepe aperte dal terremoto del 6 aprile 2009, un terremoto prima di tutto dell’anima.

L’iniziativa è organizzata, oltre che dal Centro e dal Teatro Marrucino, in collaborazione con i Kiwanis club Chieti-Pescara, Chieti-Pescara G. D’Annunzio, Chieti-Theate, Francavilla al Mare e la Costa dei Trabocchi, la Libreria De Luca, la Music & Art International Academy, l’Associazione “Noi del G.B. Vico”.

Lo scorso marzo Jean Portante ha ricevuto il Premio "Città di Pescara Sinestetica" 2019.