INTERCETTAZIONI: CASELLI, ”UNO TSUNAMI, NECESSARIA RIFORMA”

25 Maggio 2020 19:57

Italia - Cronaca

ROMA – “È evidente l'effetto delle intercettazioni, sono una specie di tsunami su Anm, Csm e la magistratura in generale”.

L'ex procuratore capo di Torino Gian Carlo Caselli, interpellato dall'Ansa, commenta così le intercettazioni dell'inchiesta di Perugia che hanno mandato nuovamente in fibrillazione la giustizia italiana – e anche la politica – ponendo di nuovo al centro del dibattito la riforma del settore.





“È assolutamente necessario e urgente che Anm e Csm facciano autocritica in vista di una autoriforma del sistema – sostiene Caselli – offrendo ogni collaborazione agli organi competenti, a partire dal ministro, che ha preannunciato un suo intervento”.

Il guardasigilli Alfonso Bonafede ha convocato un vertice di maggioranza proprio su questo tema.

Il tentativo di riflettere su una autoriforma serve, secondo Caselli, “anche per evitare o per giocare d'anticipo rispetto a proposte che potrebbero essere non di riforma ma di vendetta nei confronti della magistratura, da parte di chi non ne ha troppo gradito la sua attività indipendente”.





Magistrato esperto, Caselli è stato procuratore a Palermo negli anni dopo la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, portando a processo anche Giulio Andreotti, per poi diventare procuratore capo a Torino, dove si è occupato, negli ultimi anni, della galassia No Tav. Nel 2013 ha lasciato in polemica Magistratura Democratica, la corrente di cui ha fatto parte fin dalla sua fondazione. Per un soffio non è diventato procuratore nazionale antimafia, per via di un emendamento “contra personam” che lo escludeva per limiti di età. Ma alla fine degli anni Ottanta è stato anche un componente di quel Csm che oggi è al centro della bufera e che, a suo dire, necessita di essere riformato. “

La riforma è ancor più necessaria – conclude – perché l'emergenza coronavirus ha bloccato l'attività giudiziaria e la fase 2 sta rivelando un peso molto grave derivante dall'arretrato accumulatosi col quale non sarà facile fare i conti trovando soluzioni adeguate quando si potrà ricominciare a regime”. 

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