LA LETTERA COMPLETA IN PDF CHE HA CREATO LO SCANDALO NEL ''CRATERE'' LA RIUNIONE DEL POMERIGGIO: SINDACI TRATTANO, DIPENDENTI SI PLACANO?

INGERENZE IN RICOSTRUZIONE: PREFETTO INVIA DENUNCIA DEI RIBELLI, ANCHE AI PM?

di Alberto Orsini e Berardino Santilli

25 Novembre 2014 11:55

L'Aquila -

L’AQUILA – Il prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci, è intervenuto prontamente e ha trasmesso agli organi competenti la lettera di denuncia dei cinque dipendenti dell’ufficio territoriale per la ricostruzione (Utr) numero 9 che ha sede a Rocca di Mezzo (L’Aquila).

Una missiva che ha fatto venire a galla l’ingerenza prevaricatrice della politica sulla parte tecnica nell’attività della ricostruzione post-sisma del 6 aprile 2009 nei 56 comuni del “cratere” del terremoto, insieme a situazioni a rischio di illegalità e in particolare nella cosiddetta “area omogenea della Neve” che comprende i Comuni di Lucoli, Ovindoli, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo.

Il rappresentante del governo sta attendendo le risposte per poter prendere posizione ed eventualmente adottare un provvedimento.

È quanto trapela da fonti vicine alla prefettura del capoluogo in riferimento al grave atto di accusa dei dipendenti, 5 su circa 70 ripartiti tra i nove Utr, i quali hanno messo nero su bianco accuse di gestione clientelare e questioni di incompatibilità, tra cui quella del coordinatore dei sindaci, Emilio Nusca, che è anche progettista di interventi di recupero di immobili.

La lettera è firmata dai tecnici istruttori Enrico Bianchi, Gianfranco Stallone, Agostino Padovani, Vanni Ranieri e Alessandro Da Ros.

Gli Utr sono le strutture nate a seguito di un’ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri, la numero 4013 del 2012, con una convenzione tra i Comuni di ogni area omogenea, per accelerare e snellire il processo di esame delle richieste di contributo per la ricostruzione degli immobili privati ricompresi nei piani di ricostruzione.





Una denuncia che getta sospetti e ombre nell’intera attività di ricostruzione dei comuni del cratere.

In prefettura viene mantenuto il più stretto riserbo sugli enti ai quali è stata trasmessa la lettera di denuncia e posti gli interrogativi che porta con sé: in tal senso, oltre al governo centrale nell’elenco potrebbe esserci anche l’autorità giudiziaria, visto che il grave atto di accusa ha elementi dalla potenziale rilevanza penale.

L’atteso pronunciamento del prefetto influisce ancora di più sul clima che regna tra i responsabili della governance, tra i quali i sindaci, che si sono già difesi parlando con AbruzzoWeb e rigettando ogni addebito.

Tra coloro che sono in febbrile attesa ci sono anche gli stessi cinque dipendenti la cui azione hanno fatto finire nella bufera la gestione della ricostruzione: secondo quanto si è appreso i denuncianti, finiti ovviamente nell’occhio del ciclone, sono decisi ad andare fino in fondo per avere risposte e hanno fatto intendere di avere carte e testimonianze per provare quanto messo nero su bianco.

Sempre stando a quanto si è appreso, la battaglia interna è partita tanto tempo fa e, in assenza di risposte e nell’impossibilita’ di lavorare con regole certe e, quindi, nel rispetto della legge, a differenza di altri dipendenti degli altri uffici, hanno vergato quanto a loro avviso non va.

LA LETTERA COMPLETA (Pdf, 900 Kb)

LA RIUNIONE: SINDACI TRATTANO, RIBELLI NON DENUNCIANO?





Scoppia la pace tra i sindaci dei 4 comuni dell’area omogenea numero 9 e i 5 dipendenti estensori della lettera di denuncia di ingerenze della politica nella ricostruzione, incompatibilità e disorganizzazione negli uffici.

Gli amministratori Pino Angelosante (Ovindoli), Gennarino Di Stefano (Rocca di Cambio), Mauro Di Ciccio (Rocca di Mezzo) e Valter Chiappini (Lucoli) hanno incontrato in un vertice fiume di due ore e mezzo, concluso in serata, i tecnici istruttori ribelli Enrico Bianchi, Gianfranco Stallone, Agostino Padovani, Vanni Ranieri e Alessandro Da Ros.

L’incontro è stato a 9, assenti invece “perché non invitati” alcuni degli interlocutori chiamati in causa nella durissima missiva, come il coordinatore delle aree omogenee, Emilio Nusca, o il responsabile della Utr 9, Raffaele Iacovitti, e nemmeno il titolare dell’ufficio speciale per la ricostruzione del cratere, Paolo Esposito.

Bocche cucite al termine, i commenti sono stati rimandati a una nota unificata che verrà diramata domani.

Anche se, da quanto emerso, si dovrebbe essere riusciti a “rimanere nell’alveo dell’amministrazione”, come auspicava il sindaco di Ovindoli, Pino Angelosante, evitando, quindi, strascichi giudiziari, almeno da parte dei 5, verosimilmente dopo i dovuti chiarimenti e con la promessa di opportuni accorgimenti nella filiera.

La lettera potrebbe comunque sfociare in un’inchiesta giudiziaria alla luce della decisione del prefetto del capoluogo, Francesco Alecci, che era tra i destinatari, di interessare le forze di polizia e, forse, la magistratura, della vicenda. Alberto Orsini

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