INGEGNERIA: RICOSTRUZIONE A 2 VELOCITA’ CASO-ULTIMO PIANO BLOCCA SEDE STORICA

di Marianna Galeota

26 Settembre 2014 08:27

L'Aquila -

L'AQUILA – Una ricostruzione post-sisma a due velocità per le sedi del dipartimento (ex facoltà) di Ingegneria dell'Università dell'Aquila, nella frazione di Roio: da un lato è ancora lontana la riparazione dell'edificio storico di epoca fascista, dall'altro sarà conclusa in tempi relativamente brevi, entro l'inizio del secondo semestre, quella del nuovo stabile dirimpettaio.

Da quanto si apprende, il recupero dello stabile più antico si sarebbe arenato sul dibattito nato tra i docenti circa l'ipotesi di abbattimento dell'ultimo piano di acciaio aggiunto negli anni '60.

In questi giorni si è trovata la quadra superando l'empasse sul progetto architettonico che si sta avviando in questi giorni e che manterrà il 'piano della discordia', “armonizzandolo con la restante parte dell'edificio e rendendolo architettonicamente compatibile “, come spiega ad AbruzzoWeb il professor Dante Galeota, coordinatore del progetto e direttore del dipartimento di Ingegneria civile, edile architettura e ambientale dell’ateneo del capoluogo.

Galeota, invece, preferisce non entrare nel merito della polemica degli ultimi anni glissando sulla domanda.





Il corpo 'A' della nuova sede, l'ultimo in ordine di tempo ad essere stato ricostruito, sarà pronto in pochi mesi, permettendo agli studenti di tutti i corsi di rientrare nelle aule di Roio, come anticipato a questo giornale dal rettore Paola Inverardi.

Sorte avversa, invece, per il palazzo costruito nel 1937 il cui progetto strutturale, come spiega Galeota, “è pronto da tempo, ma manca quello architettonico”.

Da quanto si apprende, inoltre, anche Giovanni Schippa, per 14 anni rettore dell'ateneo aquilano a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, è intervenuto sull'argomento con una lettera indirizzata al dipartimento in cui sollecitava l'avvio del progetto, contestando il temporeggiamento dovuto agli scontri interni tra i docenti.

“Il secondo si avvierà in questi giorni e sarà pronto nel tempo massimo di due mesi – afferma ancora il professore – Si è scelto di mantenere l'ultimo piano, armonizzandolo con la parte restante dell'edificio”.





Il piano fu aggiunto negli anni '60, quando l'edificio passò nelle mani dell'università: si scelse infatti di abbattere la vecchia pensilina e il corpo di fabbrica arretrato e di costruire l'attuale, molto più grande.

Una soluzione che, secondo Galeota, sarà fondamentale per “conservare le volumetrie preziose per ospitare nuove aule con una rifunzionalizzazione architettonica di tutti gli ambienti interni”.

Sui tempi della ricostruzione dello stabile, il docente non si sbilancia: “In due mesi sarà pronto il progetto architettonico e speriamo si possa andare a gara entro la primavera del 2015”.

“Siamo ottimisti sulla gara perché sarà affidato al provveditorato alle Opere pubbliche Lazio Abruzzo Sardegna – conclude – Ma sui tempi di avvio del cantiere non posso fare previsioni”.

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