INCHIESTA G8: CAMERA NEGA USO DELLE INTERCETTAZIONI DI VERDINI

2 Agosto 2011 16:50

L'Aquila -

L’AQUILA – La Camera dei Deputati ha negato l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni del deputato del Pdl Denis Verdini nell’ambito dell’inchiesta sul G8 e il terremoto dell’Aquila.

Sono stati 301 i sì con i quali è stata accolta la proposta della Giunta per le autorizzazioni a procedere, quella appunto di non concedere l’uso delle intercettazioni riguardanti l’esponente Pdl.

Su 582 presenti, con 579 votanti e una maggioranza di 290, gli astenuti sono stati 3, e 278 i no.

“Bisogna aprire un’approfondita riflessione sulla norma per le intercettazioni”.

È stato l’appello di Verdini, intervenuto in aula a Montecitorio poco prima che questa si pronunciasse sulla richiesta avanzata dai magistrati di utilizzare le intercettazioni che lo riguardano.

Il parlamentare ha ribadito di essere favorevole a che la Camera dica sì all’uso delle sue intercettazioni telefoniche e punta il dito contro il fatto che, in realtà, agli atti ne siano state allegate troppo poche rispetto alle conversazioni telefoniche realmente avvenute dalla sua utenza.

“Ne mancano almeno mille – sostiene – vorrei capire quali sono stati i criteri per la loro selezione…”.

Verdini se l’è presa poi con il finiano Nino Lo Presti, che aveva parlato di “gioco delle parti”, visto che da una parte Verdini sollecita il sì all’utilizzo delle intercettazioni e dall’altra il Pdl vuole negarlo.





“Non c’è alcun gioco delle parti. Questo mi offende – ha proseguito – io sono favorevole a che si conoscano tutte le mie intercettazioni, perché vorrei un accertamento a breve della verità”.

Il deputato del Pdl si è rivolto quindi al leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, ricordandogli di essersi presentato più volte dai magistrati e di non essersi per nulla opposto a che si facesse luce nella vicenda giudiziaria che lo riguarda.

Dopo aver ribadito che l’unico luogo deputato a difendersi sia il tribunale, Verdini è tornato a sollecitare i parlamentari affinché si metta presto mano alla riforma delle intercettazioni.

“Io sono abbastanza forte e non mi distrugge nessuno – ha ribadito – ma bisogna preoccuparsi del futuro, perché è da tempo che con questo sistema di intercettazioni viene sputtanata troppa gente…”.

COSTA, SU VERDINI GIP AQUILA NON CONDIVISIBILE

Sulla richiesta di utilizzare le intercettazioni di Denis Verdini nell’ambito dell’inchiesta sul G8, il ragionamento portato avanti dal giudice dell’Aquila “non era condivisibile”.

Il relatore del ‘Caso Verdini’ alla Camera, Enrico Costa, spiega così come mai la maggioranza abbia deciso di dire ‘no’ alla richiesta dei magistrati abruzzesi per quanto riguarda le intercettazioni del coordinatore del Pdl.

“Peraltro – aggiunge Costa – le intercettazioni erano state disposte nell’ambito di un procedimento penale diverso da quello per il quale ora siamo stati chiamati a pronunciarci”.

E la “trasmigrazione delle intercettazioni da un procedimento a un altro è possibile – per Costa – solo nei casi in cui queste portino a provare la perpetrazione di reati per i quali è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza”.





E Verdini ora, ricorda il relatore, è accusato di “tentativo di delitto d’abuso d’ufficio: reato per il quale non sarebbero consentite le intercettazioni”.

Costa ricorda poi che la pronuncia su Verdini si basa su numerosi precedenti analoghi, tra cui quelli che riguardarono in precedenti legislature Alfonso Pecoraro Scanio e Mario Landolfi.

LOLLI: “LA MAGGIORANZA HA COMPIUTO UN ERRORE GRAVISSIMO”

“Oggi pomeriggio la maggioranza di centro destra ha respinto la proposta di utilizzo delle intercettazioni telefoniche, che coinvolgono l’onorevole Denis Verdini, in rapporto alla vicenda che ha riguardato il reato di tentato abuso d’ufficio, relativo alla ricostruzione dell’Aquila”.

Lo ha detto in una nota, l’onorevole Giovanni Lolli.

“Certamente – ha aggiunto – la materia dell’utilizzo di intercettazioni che coinvolgono parlamentari è delicata ma, in questo caso, la maggioranza parlamentare ha compiuto un gravissimo errore, proprio perché stiamo parlando di eventuali reati connessi alla vicenda drammatica del terremoto, ed è, quindi, necessario che ci sia il massimo di trasparenza”. 

“Ogni ombra che rimane nelle vicende che riguardano la ricostruzione dell’Aquila – ha affermato l’onorevole – contribuisce a rendere più complesso e più oscuro il complicato processo di ricostruzione”.

“Ovviamente sarà il giudice a valutare l’eventuale reato e quale consistenza abbia – ha concluso Lolli – ma operare nella massima trasparenza e, quindi, rendere utilizzabili le intercettazioni, come lo stesso Verdini aveva chiesto, avrebbe contribuito a rendere più sereno, anche per gli aquilani, l’esame di fatti potenzialmente molto gravi”.

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