ESEGUITI CON SUCCESSO A L'AQUILA PRIMI 5 INTERVENTI REGIONE. INNOVATIVA TECNICA ATTUATA GRAZIE A COLLABORAZIONE TRA CENTRO DIRETTO DAL DOTTOR PARRAVANO E REPARTO CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE ISTITUTO ORTOPEDICO GALEAZZI GUIDATO DAL DOTTOR GRECCHI

IMPLANTOLOGIA DENTALE, SBARCA IN ABRUZZO CHIRURGIA RIVOLUZIONARIA IMPIANTI ZIGOMATICI IUXTA-SINUSALI

25 Novembre 2019 12:43

L'Aquila - Gallerie Fotografiche

L’AQUILA – Sbarca in Abruzzo la innovativa tecnica degli impianti zigomatici iuxta-sinusali che ha completamente rivoluzionato il settore dell’implantologia dentale: si tratta della nuova frontiera dell’implantologia zigomatica che permette di intervenire in un solo giorno in assenza di osso mascellare e quindi su persone con difficoltà molto serie. Il 22 e 23 novembre scorsi nel Centro di implantologia dentale dell’Aquila sono stati eseguiti con successo i primi cinque interventi chirurgici nella regione su pazienti che sono tornati a casa nella stessa giornata. 

L’arrivo in terra abruzzese della innovativa metodologia è stato reso possibile grazie alla stretta e proficua collaborazione di due eccellenze: la equipe diretta dal responsabile del Centro di implantologia, dottor Marco Parravano, e quella guidata dal dottor Francesco Grecchi, responsabile del reparto di chirurgia Maxillo-facciale dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. 





La struttura milanese, convenzionata con il sistema sanitario nazionale, è all’avanguardia nazionale e internazionale del settore. L’assenza totale di osso mascellare ha da sempre rappresentato un ostacolo notevole per la riabilitazione implantare.

“Per i casi di estrema carenza ossea, ove impossibile, l’intervento d’elezione è stato finora la ricostruzione tramite innesto di osso autologo che prevede un percorso terapeutico molto lungo (più di un anno) fatto di ricoveri ospedalieri, lunghe degenze, anestesie, protesi mobile, rischio elevato di infezioni e complicanze, oltre che dolore e impatto psicologico non indifferenti – hanno spiegato Parravano e Grecchi -. L’introduzione nella pratica odontoiatrica dell’impianto zigomatico prevede l’utilizzo di strutture scheletriche del cranio, diverse dalla consueta cresta mascellare dentale, come appoggi per l’applicazione e la stabilizzazione di impianti nell’osso zigomatico. Questa tecnica ha scalzato in modo sorprendente la difficoltà al recupero della funzionalità della bocca, permettendo l’applicazione dei denti nell’arco della stessa giornata nonostante l’estrema carenza di osso mascellare”, hanno concluso i due professionisti. 

Dopo un primo protocollo di impianto zigomatico introdotto nel ‘98 dal chirurgo ortopedico e ricercatore svedese, il professor Brånemark, che ancora causava qualche complicanza sia di intervento che di gestione del decorso post-chirurgico, la nuova tecnica ha completamente rivoluzionato il settore dell’implantologia dentale per la sua semplicità di esecuzione, sicurezza e successo. “Gli impianti zigomatici iuxta-sinusali rappresentano il massimo dell’innovazione nella riabilitazione implantologica poiché garantiscono il recupero immediato di tutte le funzioni nell’arco di un solo giorno attraverso l’applicazione nella stessa giornata dei denti sugli impianti con l’ausilio di una tecnica chirurgica più semplice, sicura e meno invasiva della precedente senza ricorrere ad innesti ossei e rispettando l’integrità anatomica delle strutture ossee che sono interessate (seno mascellare e zigomo) al minimo rischio di complicanze a differenza dei precedenti (trans sinusali) molto più invasivi e con alte percentuali di rischio”, ha chiarito ancora il dottor Parravano. 





La collaborazione tra l’equipe milanese ed aquilana “rappresenta l’aprirsi nella regione Abruzzo alla possibilità per tutti, anche i casi più gravi, di risolvere i propri difetti odontoiatrici senza necessità di ricorrere a procedure invasive e destabilizzanti”.  

“Gli impianti zigomatici – ha commentato il dottor Grecchi -, risorsa importante del chirurgo implantare, sono stati supportati da questa nuova tecnica chirurgica che è sostenuta non solo da argomenti anatomici ma anche dalle condizioni socio economiche della popolazione che tende a non affrontare percorsi terapeutici lunghi, costosi e inabilitanti. È nata dalla oncologia e proprio per le esigenze socio economiche e per i risultati raggiunti è davvero positivo che sia stata trasferita nel trattamento delle atrofie dei mascellari sostituendo quasi totalmente gli innesti di osso che rimangono invece importanti nelle ricostruzioni settoriali. La nuova metodologia viene attuata con un lavoro d’equipe in strettissima collaborazione tra le specialità della chirurgia odontoiatrica, maxillo-facciale, odontostomatologia protesica, gnatologica e di coloro che studiano – ha concluso il chirurgo maxillo-facciale – questa patologia inabilitante”.

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