IL VIDEO: SINIBALDO, L’ULTIMO DIFENSORE DI NAVELLI ”SPALO LA NEVE A 91 ANNI”

16 Febbraio 2012 13:26

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – Sinibaldo Santucci è una roccia di 91 anni.

Classe 1921, vive a Navelli da sempre e negli occhi chiari e vispi gli si legge tutta una vita.

La guerra, i lavori durissimi, quattro figlie femmine, una sorella morta in Canada nel 2010 vista una manciata di volte in quattro decenni.

Il “Duca”, lo soprannominò suo padre. Lui era il maschio sopravvissuto a un periodo terribile in cui i figli morivano presto, spesso appena nati. Due maschi e una femmina, prima che venisse al mondo Sinibaldo, che invece ha resistito.

E ha vissuto da abruzzese testardo, tosto, insieme alla sua Rosa Di Maio, la moglie cui ha dovuto dire addio dopo averle cantato una canzone ogni sera, ogni notte, cercando di alleggerirle il peso terribile del morbo di Parkinson che l’aveva costretta a un letto.





E il terremoto? “Quale terremoto? – ribatte – Non può farmi paura il terremoto, né la neve di questi giorni. Ho vissuto di peggio nella vita. E da qui non me ne vado. Navelli è costruita sulla roccia, casa mia non ha alcun brutto danno, ma non posso rientrare. Quando l’ho fatto, mi hanno multato. Sono andato in tribunale per la prima volta in 91 anni. Il Map? Non mi serve, io sto bene qui”.

Vero. Sinibaldo non è andato via da Navelli, neanche per scendere nella parte bassa del paese dove poteva stare più comodo.

Lui e sua figlia Filomena hanno rinunciato al modulo abitativo provvisorio prima che gli venisse assegnato, ma è stato comunque costruito. Da più di un anno quel Map è vuoto e al signor Santucci dal luglio scorso è stato tolto il contributo di autonoma sistemazione.

Dal 6 aprile 2009, insomma, lui e sua figlia sono rimasti a vivere in quell’intreccio adesso silenzioso di viuzze e scorci da cartolina, nell’abitazione agibile di un’altra Santucci, che vive a Roma.

Quella paterna non lo è, quella di Filomena e suo marito idem. Così si spala, si pulisce dove nessuno ha pulito e i mezzi comunali non riescono ad arrivare. Sinibaldo in questi giorni tremendi di neve non ha saputo fare altro che imbracciare la pala e spalare per liberare quasi 500 metri di via e di ricevere applausi dal popolo di Internet, politici impegnati con l’incubo neve compresi.

C’è, però, il pericolo della neve, tanta, rimasta sui tetti che adesso minaccia i passanti come Sinibaldo.





La foto che lo ritrae sguardo sereno e pala in spalla è ormai famosa, l’ha scattata un altro irriducibile del posto, Gaetano Cantalini, consigliere comunale di opposizione.

Sinibaldo continua a spalare, a gettare sul selciato non il sale (“rovina le strade!”, tuona mentre va a controllare le galline nella stalla), ma letame e paglia.

“Se solo venisse a trovarmi un giornalista…”, ha detto spesso a Filomena.

E allora, eccovi la storia di Sinibaldo Santucci.

Potete fidarvi ciecamente, è lui che la racconta.(r.s.)

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