IL ”MIRACOLO” SANTO STEFANO DI SESSANIO, BOOM TURISMO E PRIMO PER IMPRENDITORIA

di Marco Signori

26 Dicembre 2016 09:30

L'Aquila - Cronaca

SANTO STEFANO DI SESSANIO – Da una a 21 attività ricettive in diciotto anni, indice di utilizzazione di strutture ricettive del 27 per cento più alto della media abruzzese nell'ultimo triennio, presenze turistiche straniere pari al triplo del dato regionale e indice di imprenditorialità extra agricola del 27 per cento, rispetto ad una media italiana del 7,4. Ogni cento abitanti, insomma, ci sono 27 attività che non hanno a che fare con la terra.

I numeri dipingono Santo Stefano di Sessanio (L'Aquila) come una vera unicità del panorama abruzzese, capace di farsi brand e varcare i confini non solo regionali ma anche nazionali.

I risultati dell'intuizione dell'imprenditore italo-svedese Daniel Kihlghren, permettono di interrompere sul nascere le analisi critiche di quelli che ancora oggi considerano sbagliato il modello di sviluppo sperimentato nel borgo mediceo, pur senza proporne, o meglio ancora, realizzarne uno alternativo.





“Il progetto fortemente identitario di tutela di un borgo incastellato medioevale col suo paesaggio, il suo patrimonio storico architettonico fino ai suoi arredi interni e le sue culture materiali dall'artigianato domestico alla cucina casalinga ha avuto un ritorno con dei dati economici di grande interesse”, ha detto Kihlghren in occasione dell'incontro che ha preceduto la proiezione di Piccoli segreti, grandi bugie, il film tv in gran parte ambientato nel borgo, andato in onda il 15 dicembre su Rai Uno.

“Un tasso di occupazione intorno al 50 per cento su base annua nella struttura Sextantio, ma soprattutto un ritorno sul territorio propriamente logaritmico con un aumento delle strutture ricettive dove poter alloggiare da una, quando arrivammo a Santo Stefano nella fine anni Novanta, alle 21 di oggi, nonostante la crisi e il terremoto del 2009”, ha aggiunto.

“La variabile unica di questi numeri è stato un progetto estremo di tutela del patrimonio storico paesaggistico e culturale, in questo contesto ci sono stati interessanti apporti da parte di istituzioni culturali e dalla società civile”.

Kihlghren ha ricordato che gli Uffizi di Firenze hanno organizzato per due anni consecutivi delle mostre con i loro pezzi non esposti e la soprintendenza ha organizzato una mostra sul tardo Rinascimento in Abruzzo e Margherita d'Austria, annunciando come quest'ultima sia valutando l'ipotesi di apporre il vincolo per i beni demo-etno-antropologici presenti nell'albergo Sextantio.





“Con l'orchestra dell'Officina Musicale diretta da Orazio Tuccella – ha detto Kihlghren – si è organizzata una serie di eventi gratuiti invitando registi e personalità del mondo della cultura. Questo progetto identitario, al di là degli eventi culturali e artistici, ha dato avvio ad una copertura mediatica molto particolare, avvenuta spontaneamente e quasi sempre nei più importanti e seri quotidiani dei paesi di lingua inglese e tedesca più che nelle riviste di settore”.

Dopo Santo Stefano, Kihlghren ha replicato il progetto dell'albergo diffuso, attraverso il “progetto culturalre di conservazione del patrimonio storico minore che ha uno specifico ed intenso rapporto col suo paesaggio, conservando alcune identità antropologiche”, anche a Matera.

“L'Italia – ha spiegato – che ha come identità primaria quella di essere il Paese della Storia 'par excellence', ha cancellato una storia minore, esclusa dal paradigma della classicità”.

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