FERMATO SPARATORE, L'ITALIANO LUIGI PREITI, ''MA NON E' UNO SQUILIBRATO'' LE PRIME PAROLE: ''VOLEVO COLPIRE I POLITICI E SPARARMI'', RISCHIA 10 ANNI

IL GOVERNO GIURA, SPARI IN PIAZZA FERITI DUE CARABINIERI, UOMO IN ARRESTO

28 Aprile 2013 11:42

Italia - Cronaca

ROMA – Panico a Roma proprio nei momenti del giuramento del nuovo governo di Enrico Letta con due carabinieri feriti a seguito di una sparatoria, entrambi non corrono pericolo di morte anche se il più grave di loro, il brigadiere Giuseppe Giangrande, potrebbe rischiare una paralisi. Anche una donna è rimasta ferita.

Un uomo, Luigi Preiti, 49 anni, di origine calabrese ma da anni in Piemonte, è stato subito fermato, identificato come lo sparatore e rimasto ferita nel corso di una colluttazione mentre cercava di scappare.

L’uomo è stato subito etichettato come uno “squilibrato” autore di un gesto insano, ma il fratello ha dichiarato alle agenzie che non ha mai avuto problemi psichici e che aveva appena perduto il lavoro, così come la moglie.

È emerso un dramma italiano come ce ne sono tanti, di un uomo che rimasto senza lavoro è dovuto tornare a vivere con i genitori a quasi cinquant’anni e ha deciso di farla finita, ma in modo eclatante: “Volevo colpire i politici, i carabinieri sono stati un ripiego – ha dichiarato l’uomo nel primo interrogatorio – Volevo anche suicidarmi, ma avevo finito i colpi”.

Atmosfera surreale con il contrasto di sentimenti nei due momenti contemporanei della vicenda: mentre all’interno del palazzo i ministri, ignari, giuravano sorridenti davanti a Giorgio Napolitano, intanto in piazza si scatenava il panico e la gente fuggiva via, con le concitate fasi dei soccorsi e della cattura.

Subito infatti è scattato lo stato di ‘massima allerta’ sul piazzale antistante il Quirinale dove le forze dell’ordine hanno iniziato a far defluire la folla dopo la sparatoria avvenuta a piazza Colonna.

La vicenda ha causato l’annullamento di tutti i festeggiamenti per l’insediamento del nuovo esecutivo e l’anticipo del primo Consiglio dei ministri del nuovo esecutivo, anticipato per occuparsi dell’accaduto.

Sull’accaduto è stata aperta un’inchiesta della procura della Repubblica di Roma coordinata dal pubblico ministero Antonella Nespola.

LE PRIME PAROLE DI PREITI, IL PROFILO E QUANTO RISCHIA

I FERITI

Uno dei due carabinieri ferito davanti palazzo Chigi, un brigadiere, Giuseppe Giangrande, è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco al collo, e le sue condizioni inizialmente sembravano più serie.

In ogni caso, in conseguenza del danno midollare importante causato alla colonna cervicale da uno dei proiettili sparati contro di lui, “rischia una tetraplegia”, ossia una paralisi permanente degli arti superiori e inferiori. Lo spiega all’Ansa il professor Angelo Lavano, primario del reparto di neurochirurgia del Policlinico universitario di Catanzaro.

L’altro militare, un carabiniere scelto, Federico Negri, è stato ferito a una gamba e le sue condizioni non sarebbero preoccupanti.





Entrambi sarebbero in codice rosso, trasportati in ospedale, uno all’Umberto I e uno al San Giovanni. È quanto riferiscono all’Adnkronos Salute fonti del 118.

C’è anche una donna tra le persone ferite, una passante incinta ferita di striscio da un proiettile, non sarebbe in pericolo di morte ed è stata soccorsa dal 118 e trasportata all’ospedale Santo Spirito.

La donna stava passando in piazza Colonna insieme al marito e al figlio, i quali in seguito alla sparatoria sono caduti a terra riportando contusioni lievi: il bambino avrebbe preso una botta al volto.

L’ATTENTATORE

Si tratterebbe di uno squilibrato, Luigi Preiti, 49 anni, di origine calabrese (di Rosarno) ma domiciliato ad Alessandria, affetto da patologia psichiatrica e senza precedenti penali.

Secondo una ricostruzione delle forze dell’ordine l’uomo che ha sparato, in giacca e cravatta, è arrivato davanti a palazzo Chigi, e, all’improvviso, ha aperto il fuoco contro i militari.

Ha sparato diversi colpi di pistola. A terra vi sono almeno sei-sette bossoli. L’uomo ha poi tentato di fuggire, ma è stato ferito e arrestato.

Nella cittadina della Piana di Gioia Tauro ci sono diverse famiglie con lo stesso cognome ma, al momento, sembra che nessuna di loro abbia legami di parentela con lo sparatore.

Secondo quanto si è appreso l’uomo è emigrato con la sua famiglia da diversi anni in Piemonte.

“Fino a ieri mattina mio fratello era una persona lucida e intraprendente… Ora sento queste notizie e mi crolla tutto addosso…”.

Arcangelo Preiti, all’Adnkronos, parla così dopo l’attentato compiuto dal fratello, Luigi, che ha ferito 2 carabinieri davanti a palazzo Chigi.

“Fino a ieri mattina mio fratello era una persona lucida e intraprendente. Lui viveva a Predosa, poco lontano da me. Ha perso il lavoro e si è separato dalla moglie, è padre… Problemi psichici? No, no… Da 49 anni a questa parte no…”, dice Arcangelo Preiti.

“Dopo aver perso il lavoro è tornato in Calabria a vivere con i miei genitori, non lo vedo e non lo sento da agosto”.

L’uomo comunque non risiede più nel Paese d’origine da una ventina d’anni, quando si trasferì per lavoro al Nord.





“Per favore, allentatemi le manette, non sento il braccio”: così, secondo quanto riferito all’Ansa da forze dell’ordine presenti sul posto, Luigi Preiti si è rivolto alle forze dell’ordine che lo hanno bloccato.

“È apparso freddo e lucido”, riferisce un addetto alla sicurezza che ha partecipato all’arresto.

INTANTO IL GOVERNO HA GIURATO

Intanto il Governo ha prestato giuramento a palazzo del Quirinale.

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, e i ministri hanno giurato nelle mani del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, pronunciando la formula di rito.

Erano presenti, in qualità di testimoni, il segretario generale della presidenza della Repubblica, consigliere di Stato Donato Marra, e il consigliere militare del presidente della Repubblica, generale Rolando Mosca Moschini.

I volti dei nuovi ministri sono passati dalla gioia, all’incredulità poi allo sgomento appena appresa la notizia della sparatoria davanti a palazzo Chigi durante la loro cerimonia del giuramento al Quirinale.

“Non abbiamo avuto ancora notizie ma stiamo andando lì”.

Così il neo ministro della Difesa, Mario Mauro, ha risposto ai giornalisti in merito alla sparatoria, lasciando il Quirinale.

Alcuni ministri hanno già lasciato il Qirinale dopo la cerimonia del giuramento.

Alcuni esponenti del nuovo governo sono rimasti a colloquio con il capo dello Stato.

Al Quirinale non c’è stata alcuna disposizione per non far uscire i ministri, ma con ogni probabilità di quanto accaduto gli esponenti del governo ne hanno parlato con Napolitano.

“Ci hanno informato appena abbiamo finito di giurare e siamo tutti molto preoccupati. Sembra sia stato un pazzo. Il Consiglio dei ministri è stato anticipato alle 13 e poi Letta e Alfano si recheranno a Chigi per capire bene. Uno dei due feriti è ricoverato”.
Così il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, lasciando il Quirinale.

Ovviamente, è stata abolita ogni forma di festeggiamento per il nuovo governo, mentre il Consiglio dei ministri e il passaggio di consegne sono stati confermati.

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