ICTUS CEREBRALE: STROKE UNIT DI AVEZZANO QUADRUPLICA TRATTAMENTI

22 Luglio 2015 20:53

L'Aquila -

AVEZZANO – In poco più di 3 anni ha quadruplicato i trattamenti contro l’ictus cerebrale: è passata dai 12 casi del 2012, ai 17 del 2013, ai 28 dello scorso anno quest'anno è a 43 interventi già compiuti nei primi sette mesi.

La struttura stroke-unit dell’ospedale di Avezzano (L'Aquila), all’interno di Neurologia, è una realtà che cresce, come professionalità e qualità di prestazioni, a velocità sostenuta.

Il reparto del presidio di Avezzano, riesce a coprire oggi i bisogni di un territorio che va dalla Marsica alla Valle Peligna fino all’Alto Sangro, per una popolazione complessiva di 250.000 abitanti.





Attualmente l’apparato anti ictus cerebrale, messo in piedi e progressivamente affinato negli anni, riesce ad affrontare con la trombolisi (trattamento per sciogliere o rimuovere il grumo di sangue che ostruisce le arterie cerebrali) il 10% dei casi, un tasso ben superiore alla media europea che si attesta al 6%.

All’interno di questo percorso operativo – che comprende l’eventuale coinvolgimento del medico di base, il trasporto del malato in ospedale, il primo soccorso, il ricovero e poi il trattamento terapeutico –  c’è una sinergia che abbraccia più reparti e servizi.

Sono infatti coinvolti il 118, diretto dal dottor Gino Bianchi, il pronto soccorso, guidato dal dottor Ezio De Pratti, la radiologia interventistica con a capo il dott. Giovanni Passalacqua, la chirurgia vascolare che fa capo al dott. Giovanni De Blasis  e ovviamente il reparto della stroke-unit, diretto dal prof. Antonio Carolei, affiancato dagli specialisti Federica De Santis, Berardino Orlandi e Francesca Notturno.

Un’équipe che lavora costantemente sui tempi di intervento: perché quest’ultimo risulti efficace, infatti, deve avvenire tra le 3 e le 6 ore dal momento in cui si manifesta l’ictus, pena danni seri e permanenti.





Grazie al continuo perfezionamento delle procedure oggi ad Avezzano è possibile curare del tutto l’ictus cerebrale oppure, nei casi più gravi, contenere al minimo le disabilità provocate dalla malattia.

Oggi la struttura ospedaliera, avendo tutti i requisiti strumentali e le risorse professionali necessarie, cammina senza costi aggiuntivi sulle proprie gambe e non ha quindi bisogno di ulteriori investimenti per continuare a funzionare al meglio.

I 43 trattamenti (23 con farmaci, gli altri tramite pratica endovascolare ad opera  della radiologia interventistica che ha un ruolo decisivo in alcuni tipi di ictus), compiuti dal gennaio scorso a oggi, sono certificati nei registri internazionali, l’unica documentazione riconosciuta come numero e qualità di prestazioni.

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