GUERRA DELL’AUTISMO: ECCO GLI INTERESSI ”A FONDAZIONE VALENTINETTI 11 MILIONI”

15 Aprile 2016 17:27

Regione - Cronaca

L’AQUILA – Spuntano gli interessi economici nella contestata gestione da 400 mila euro all’anno per 2 anni più 2 dei servizi psicoeducativi del Centro per adulti con autismo in apertura a Pratola Peligna (L’Aquila), bandita con una gara della Asl che è al centro di una contesa giudiziaria al Tribunale amministrativo regionale, come portato alla luce da AbruzzoWeb.

A denunciarli in una nota è l’Associazione Autismo Abruzzo onlus, che spiega come “ogni anno la Regione investa 65 milioni di euro nella riabilitazione e il soggetto economico che acquisisce la fetta maggiore è la Fondazione Paolo VI con 11,7 milioni”, quella presieduta dall’arcivescovo di Pescara, monsignor Tommaso Valentinetti e diretta dall’ex consigliere regionale e presidente della commissione Sanità, Nicoletta Verì.

Proprio Valentinetti ha promosso il ricorso giudiziario, chiedendo di annullare la gara bandita dalla Asl aquilana a fine 2015 con l’obiettivo di escludere dalla possibile gestione le cooperative non accreditate, lasciando invece sul campo solo i soggetti “titolari di una specifica posizione concessoria e contrattuale, con la Regione Abruzzo e il servizio sanitario”, ovvero proprio la sua fondazione e un’altra, “Il Cireneo”, che ha promosso in tandem il ricorso.

“Come mai un colosso di tale settore è cosi determinato a valorizzare la posizione di ‘accreditato’ per un servizio il cui valore annuale è di circa 400 mila euro?”, si chiede polemicamente Autismo Abruzzo, anche in relazione alla polemica nota di Valentinetti in risposta all’articolo di questo giornale in cui ha assicurato che “non speculiamo sull’autismo e su nessun’altra sofferenza”.

E ce n’è anche per il “Cireneo”, fondazione presieduta da Germana Sorge e vicina all’arcivescovo di Chieti, monsignor Bruno Forte.

I genitori dei pazienti autistici ricordano “la disperazione del Natale 2013, generata dalla comunicazione della Fondazione ‘Il Cireneo’ di non poter più gestire per motivi personali il centro intensivo per l’autismo” all’Aquila, e alla luce di questo ora si chiedono: “Come può una organizzazione che ha deliberatamente rinunciato alla gestione di una struttura storica pretendere di acquisire di diritto la gestione di un analogo centro di pertinenza della stessa Asl?”, ovvero quello di Pratola?

“Forse è in atto semplicemente una lotta tra due sistemi: quello classico e storico che vede operatori economici che hanno negli anni passati colmato grosse lacune della sanità pubblica e quello nuovo e rivoluzionario che, almeno per l’autismo, predilige l’intervento pubblico con la collaborazione di realtà dinamiche e a costi più economici”, dicono amaramente i genitori, che hanno comunque preso la cosa di petto scrivendo addirittura a Papa Francesco.

Non a caso questo delicato settore ha già visto scontrarsi due assessori regionali, con la “invasione di campo” di Donato Di Matteo nelle deleghe di Silvio Paolucci nella stesura della revisione della legge regionale sull’autismo: un fatto che ha creato un incidente diplomatico non ancora ricucito considerando che, secondo quanto si è appreso, Di Matteo e soci vorrebbero trasferire a Pescara l’apprezzatissimo centro di riferimento regionale che dell’Aquila.

“Fate pure, scontratevi e confrontatevi, ma badate bene a non danneggiare i nostri figli. Saremo sempre vigili e attenti e non vi permetteremo di condizionare ulteriormente le nostre esistenze”, concludono quelli di Autismo Abruzzo onlus.





LA NOTA COMPLETA

Il recente interesse da parte di organismi economici di riferimento verso il mondo dell’autismo pone riflessioni e interrogativi nelle famiglie che vivono quotidianamente una delle condizioni di disabilità meno conosciute.

Solo lo scorso anno il nostro Paese è riuscito a dotarsi di una legge, la numero 134 entrata in vigore il 12 settembre 2015, che di fatto inserisce nei Livelli essenziali di assistenza l’autismo e chiama direttamente in causa Regioni e Asl al fine di garantire quanto stabilito dalle linee giuda redatte dall’Istituto superiore di sanità, richiamate anch’esse nella stessa legge.

Da decenni le famiglie si battono per l’avvio di servizi e attività specifiche e la nostra regione è stata la prima a evidenziare una vitalità e una attenzione marcata su tale tema.

La nostra regione è stata la prima in Italia ad attuare misure specifiche con la legge Regionale numero 92 del 1997 da cui sono scaturiti la nascita del Centro regionale di riferimento per l’autismo (Crra) e tre centri a trattamento intensivo (da 15 a 30 ore di terapia riabilitativa a settimana).

Solo dopo alcuni lustri altre Regioni sono riuscite a replicare, tra l’altro parzialmente, tale azione.

Nel nostro territorio nonostante le buone premesse esistono solo 3 centri a trattamento intensivo in grado di garantire le attività previste dalle linee guida e, come Associazione, ci battiamo senza soluzione di continuità affinché tali servizi sanitari siano resi accessibili e disponibili a tutte le persone con autismo.

L’esperienza condotta all’Aquila presso la “Casa di Michele” gestita dal gennaio 2014 direttamente dal Centro regionale di riferimento per l’autismo della Asl aquilana, ha permesso un modello organizzativo innovativo ed efficace che sta garantendo ai ragazzi con autismo percorsi integrativi di attività davvero utili e apprezzati, assolutamente improponibili alla precedente gestione.

La disperazione del Natale 2013, generata dalla comunicazione della Fondazione “Il Cireneo” di non poter più gestire per motivi personali il centro intensivo per l’autismo, e il timore di non avere dunque più alcun riferimento ha evidenziato come unica soluzione la gestione diretta del servizio da parte di istituzioni pubbliche affidabili.

Dal gennaio 2014, infatti, tutto è cambiato e vedere i nostri ragazzi soddisfatti e felici, ansiosi di raggiungere il centro con il servizio di trasporto garantito dal Comune e coinvolti in attività esterne (piscina, maneggio, escursioni, eccetera) non ha prezzo e, per la loro dignità di persone, non intendiamo rinunciarci.





Il rispetto e coinvolgimento diretto garantito alle famiglie e alle realtà associative del territorio rendono questa esperienza unica e assolutamente estensibile ad altri territori.

Alla luce della manifestata incapacità gestionale formalmente esposta alla Asl dell’Aquila con lettera raccomandata, stupisce molto l’interesse manifestato dalla Fondazione Il Cireneo per la gestione del centro di Pratola Peligna.

Ancor di più stupisce se si considera che nella stessa comunicazione si suggeriva proprio la gestione diretta a carico del Centro regionale di riferimento per l’autismo, struttura complessa della stessa Asl dell’Aquila.

Come può una organizzazione che ha deliberatamente rinunciato alla gestione di una struttura storica pretendere di acquisire di diritto la gestione di un analogo centro di pertinenza della stessa Asl?

E come è stato possibile che la Asl di Teramo abbia affidato al medesimo soggetto economico la gestione del centro di Sant’Atto (Teramo) basandosi esclusivamente sulla notevole esperienza e competenza senza considerare le inadempienze di soggetto accreditato?

Domande analoghe scaturiscono pensando al bilancio regionale delle risorse destinate alle attività riabilitative ex articolo 26.

Ogni anno la regione Abruzzo investe 65 milioni di euro nella riabilitazione e il soggetto economico che acquisisce la fetta maggiore è la Fondazione Paolo VI con 11,7 milioni. Come mai un colosso di tale settore è cosi determinato a valorizzare la posizione di “accreditato” per un servizio il cui valore annuale è di circa 400 mila euro?

Forse è in atto semplicemente una lotta tra due sistemi: quello classico e storico che vede operatori economici che hanno negli anni passati colmato grosse lacune della sanità pubblica e quello nuovo e rivoluzionario che, almeno per l’autismo, predilige l’intervento pubblico con la collaborazione di realtà dinamiche e a costi più economici.

Fate pure, scontratevi e confrontatevi, ma badate bene a non danneggiare i nostri figli. Saremo sempre vigili e attenti e non vi permetteremo di condizionare ulteriormente le nostre esistenze.

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