GRANDI RISCHI: ULTIMI ASSALTI DEI LEGALI, ”CONDANNATE SCIENZIATO FUTURO NOBEL”

di Alberto Orsini

31 Ottobre 2014 10:38

L'Aquila - Cronaca

“L'AQUILA – “Il professor Calvi è un luminare che probabilmente tra 5-6 anni avrà un premio Nobel. Durante la riunione della commissione Grandi rischi ha sottolineato che lui era un tecnico e le decisioni spettavano ad altri. E poi lui non ha partecipato ad alcuna conferenza stampa, sedendosi in disparte. Ma veramente potete condannare Calvi per aver espresso un giudizio scientifico?”.

Così l'avvocato Vincenzo Musco, che assiste Gian Michele Calvi, nella quinta udienza del processo d'Appello alla commissione Grandi rischi, l’organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio condannato in primo grado nella sua composizione del 31 marzo 2009 per aver falsamente rassicurato i cittadini aquilani e sottovalutato il rischio sismico a 5 giorni da quella che sarebbe stata la scossa distruttiva del 6 aprile, causando la morte di una trentina di loro.





Con le accuse di omicidio colposo e lesioni colpose nel 2012 7 esperti sono stati condannati ciascuno a 6 anni di reclusione dal giudice monocratico del capoluogo Marco Billi.

Quella di Musco sarà l'ultima arringa difensiva perché l'altro intervento previsto, quello di Alfredo Biondi, che assiste Claudio Eva, è saltato come comunicato dal legale attraverso una lettera.

“Ha dato un giudizio scientifico e gli date 6 anni di reclusione per aver cagionato la morte delle persone?”, ha detto l'avvocato Musco in riferimento alla posizione di Calvi.





“Qual è la regola cautelare che ha infranto? Io non sono riuscito a trovarla. Si tratta di una rottura del concetto di colpa come lo abbiamo costruito noi giuristi italiani in 200 anni”, ha aggiunto ancora.

Un attacco anche al giudice Billi. “Noi non possiamo creare norme ma il giudice monocratico dell'Aquila lo ha fatto a partire da un dato aleatorio e del tutto generico -ha concluso Musco – Ha creato la norma del rischio. Siamo di fronte a un giudizio di colpa senza colpa”.

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