GRANDI RISCHI: STATI, ”DISSERO CHE SCOSSE ERANO SEGNALE FAVOREVOLE”

7 Dicembre 2011 11:46

L'Aquila -

L’AQUILA – “In questo verbale mancano le domande che facevo come amministratore e le risposte che mi venivano date. Che non c’era da preoccuparsi, che non dovevamo fare inutili allarmismi, io non l’ho letto”.

Così l’ex assessore regionale alla Protezione civile, Daniela Stati, all’epoca del sisma in carica da circa un mese (“e dopo il dipartimento ci ha totalmente commissariato”), ha contestato il verbale ufficiale della riunione del 31 marzo 2009 della commissione Grandi rischi, che ha asserito di non aver “mai letto”.

Viceversa, ha riconosciuto un altro verbale, una bozza, da lei firmata, in cui erano presenti anche le sue domande e altri interventi.





Una testimonianza in cui la Stati ha ricordato passo passo il clima e le dichiarazioni che la portarono a fare rassicurazioni alla stampa in virtù del suo ruolo istituzionale: “Mi ricordo – ha dichiarato – di aver chiesto più volte dopo gli interventi tecnici che cosa dovevamo dire alla cittadinanza, perché come ruolo politico avevo questo mandato da parte del presidente Chiodi. Mi fu detto che si poteva fare questa comunicazione: si diceva, non ricordo da chi, che non era sicuro che queste piccole scosse fossero un sentore d’allarme per una grande scossa”.

Il pubblico ministero Fabio Picuti le ha ricordato una dichiarazione resa durante i primi colloqui di sommarie informazioni in procura: “Mi ricordo bene – ha letto il pm dal verbale di febbraio 2010 della Stati – che uno dei partecipanti, non so indicare chi, sicuramente però uno dei tecnici, disse che le continue scosse rappresentavano un segnale favorevole perché c’era un continuo scarico di energia che allontanava il pericolo di forti scosse e lo sciame sismico era normale per la zona”.

Dopo questa lettura, l’ex assessore ha ricordato e confermato il particolare del “segnale favorevole”.





La Stati ha anche contestato la gogna mediatica a cui è stata sottoposta dopo la scossa del 6 aprile 2009. “Non c’era motivo di creare inutili allarmismi, questo mi veniva detto e questo io dicevo alla stampa – ha ricordato – Poi è stata mandata solo la mia dichiarazione come fossi stata l’unica a non dare un allarme. Moralmente mi sono sentita in colpa pur non dovendo sentirmici. Vedevo in tv il mio filmato, mi si stava quasi caricando agli occhi della gente di essere quella che non aveva dato l’allarme”.

Nel finale l’avvocato di Franco Barberi, Francesco Petrelli, ha contestato alla teste alcune affermazioni nel verbale di sommarie informazioni di febbraio 2010 in cui sembrava chiamare in causa anche gli allarmi del tecnico Giampaolo Giuliani come motivazioni per chiamare la Cgr, ma la Stati ha corretto il tiro.

“Dell’errata verbalizzazione non va fatto carico alla polizia giudiziaria ma al Pm Picuti”, ha sbottato l’avvocato. “Me ne assumo la responsabilità: mi metta il voto, mi metta 4!”, la replica ironica del procuratore. (alb.or.)

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