L’AQUILA – Ci ha provato solo un po’, il sostituto procuratore Fabio Picuti, a dribblare microfoni e telecamere dopo la sentenza dell’anno che ha condannato a 6 anni di reclusione la commissione Grandi rischi.
Poi in qualche modo ha dovuto cedere. E intervistato da AbruzzoWeb ha espresso il suo pacato punto di vista sui due anni di dibattimento.
Con un pensiero al suo mentore, lo scomparso procuratore della Repubblica Alfredo Rossini.
Prima di concedersi al cronista, la stretta di mano con il condannato Bernardo De Bernardinis, che lui stesso aveva definito ‘una vittima’ nella requisitoria.
“Ci sono tutti i gradi di giudizio, in bocca al lupo”, ha detto il sostituto. “La verrò a trovare”, ha promesso l’ex numero 2 della Protezione civile.
Il giudice ha dato una pena superiore alle vostre richieste, ha sposato completamente il castello accusatorio.
Se ha fatto una sentenza di condanna è perché si è convinto della bontà della nostra ricostruzione, immagino. Ora leggeremo le motivazioni, comunque.
Ve lo aspettavate questo risultato?
Non ci siamo posti questo problema. Eravamo convinti di aver svolto il nostro lavoro in modo onesto, leale e soprattutto siamo convinti di aver dato il meglio professionale di noi.
<span style='Picuti con l’altro sostituto procuratore Roberta D’Avolio
L’avvocato Melandri ha parlato di “rapporti inusuali” tra le parti e un buon clima in aula. È d’accordo?
Se lo dice lui che è uno dei difensori degli imputati, sono felice. Per quanto mi riguarda, è stato un onore per me partecipare a un processo con avvocati così bravi e così valenti.
Ha una dedica?
No, nei processi non si fanno.
<span style='Il pm in una foto di qualche anno fa con il procuratore Alfredo Rossini
Per il procuratore Rossini?
No, Rossini si metterebbe a ridere, se sapesse che gli dedico un processo. Direbbe ‘Fabie’, sei impazzito?’. Rossini ci è mancato, oggi. Ci è mancata la sua presenza fisica, però ognuno di noi gli ha rivolto un pensiero.
Download in PDF©
