GRANDI RISCHI: GIULIANI ALL’ATTACCO, ”FANGO SU DI ME DAI ‘PROFESSORI”’

18 Ottobre 2014 17:34

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – “Questo processo non ci sarebbe stato se questi professori della scienza infusa, come sono stati definiti, non avessero gettato fango su una persona, su un ricercatore che da anni lavorava su un progetto che in quel momento dava l’allarme”.

Così Giampaolo Giuliani, il tecnico che studia il radon in relazione alla possibilità di prevedere i terremoti, a margine della terza udienza del processo d’Appello alla commissione Grandi rischi, in corso all’Aquila.

Giuliani è stato oggi in aula ad assistere insieme ad altri aquilani, molti dei quali familiari delle 309 vittime.

E secondo lui “gli interventi degli avvocati dello Stato offendono lo Stato, ma soprattutto la dignità delle vittime e i sopravvissuti”.





Giuliani salì agli onori della cronaca per i suoi modelli di previsione delle scosse sismiche non ritenuti, però, affidabili da gran parte della comunità scientifica.

Secondo l’accusa e le parti civili fu proprio quel sistema di previsione, basato sull’osservazione del radon, conosciuto anche da gente comune e al centro dell’attenzione nei giorni immediatamente precedenti il sisma del 6 aprile, a spingere la Protezione civile a convocare la riunione della Grandi rischi all’Aquila, quindi per la prima volta nella storia non a Roma, per mettere a tacere “un imbecille”, come Guido Bertolaso definisce Giuliani in un’intercettazione.

Bertolaso, allora capo della Protezione civile, è indagato in un filone parallelo del processo alla commissione.

Giuliani ha ricordato poi la vicenda della previsione di una scossa a Sulmona (L’Aquila) una settimana prima del sisma dell’Aquila, fatto per il quale fu denunciato per procurato allarme dall’allora sindaco di Sulmona, Fabio Federico.





“Non ci sarebbe stato questo processo se non avessero detto bugie sul fatto che io avevo previsto il terremoto a Sulmona e non all’Aquila. Questa è una bugia data ad arte e ancora oggi nel mondo si è convinti di ciò – è sbottato – La malafede di Bertolaso e Boschi nell’indirizzare il sindaco di Sulmona a fare una denuncia e a farmi finire sotto inchiesta ha fatto sì che, una settimana dopo, io non abbia potuto avvisare tutti gli aquilani e molte persone che poi sono morte”.

“Ne ho salvate oltre 350 tra L’Aquila, Poggio Picenze e Paganica dicendo loro ‘fate conto di essere in campeggio e passate la notte fuori casa’. E ci sono le prove dei messaggi”, ha assicurato.

“Gli interventi degli avvocati dello Stato mancando di dialettica offendono lo Stato, ma soprattutto offendono la dignità delle vittime e i sopravvissuti – ha attaccato poi commentando le prime arringhe – L’offesa sta nell’aver affermato che L’Aquila è stata ripagata e sarà ripagata dai miliardi di euro che sono stati dati e verranno dati per la ricostruzione. Come se avessimo voluto il terremoto per interesse”.

“Ma le dichiarazioni sono offensive nei confronti del pubblico ministero Fabio Picuti e del procuratore generale Romolo Como, due magistrati di rilievo della nostra città che si sono impegnati per il riconoscimento della giustizia e per far pagare gli errori fatti a quanti avevano la responsabilità dell’incolumità della gente”, ha concluso Giuliani.

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