GRANDI RISCHI: GABRIELLI, ”SCIENZA FOGLIA DI FICO DEI POLITICI”

25 Gennaio 2013 11:24

L'Aquila - Cronaca

CHIETI – “La cosa che mi ha sempre preoccupato di questa vicenda è che le presunte responsabilità della comunità scientifica fossero la foglia di fico delle responsabilità di chi governa e ha governato il territorio”.

Così il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, sulla sentenza della commissione Grandi rischi, i cui membri sono stati condannati in riferimento alla riunione avuta pochi giorni prima del terremoto del 6 aprile 2009.

Gabrielli si trova a Chieti per partecipare ai lavori del convegno “Fenomeni naturali e catastrofi attese: il difficile ruolo della prevenzione in Italia”, organizzato dal Consiglio nazionale dei Geologi nell’auditorium dell’Università “G. D’Annunzio”.

“Oggi ci si chiede che cosa potevano e dovevano fare gli scienziati. Perché non ci si chiede mai che cosa non è stato fatto da parte di chi aveva il governo del territorio che disponeva dell’analisi della vulnerabilità degli edifici?”.





“Se la politica è distratta da questi temi è perché prima ancora è la società civile a essere profondamente distratta, non sensibilizzata su questioni come terremoti, dissesti, rifiuti”, ha aggiunto.

“La prevenzione è un problema culturale della società civile. I politici non sono persone fuori dal mondo, in democrazia il consenso è l’unico strumento con il quale si consegue il potere – ha proseguito Gabrielli – i temi della prevenzione non sfondano nell’opinione pubblica e quindi i politici, che vanno alla ricerca del consenso, li pongono nelle parti basse delle loro agende. Se ci fosse una società civile più consapevole, avremmo anche una società civile più esigente rispetto alle classi politiche che poi governano il Paese”.

“SMETTIAMOLA DI PIANGERCI ADDOSSO, AGIAMO”

“Smettiamola di piangerci addosso, cominciamo ad agire anche nel piccolo, abbiamo uno stanziamento di 1 miliardo sul rischio sismico: stiamo stancamente e con grande difficoltà spendendo questi soldi”.

“La cosa più allarmante e demoralizzante – ha osservato Gabrielli – è che si parla sempre di cosa fare nei convegni, delle risorse da stanziare, e una volta che non si riescono a recuperare i fondi si arriva alla conclusione che in fondo le cose possono andare come sempre sono andate mi accontenterei di fare piccole cose e che incidessero sulla sensibilità e sulla cultura di questi temi”.





IN ITALIA 50% SCUOLE SENZA CERTIFICATO AGIBILITÀ

“In Italia una scuola su due non ha il certificato di agibilità, 22 milioni di cittadini e 5,5 milioni di edifici sono esposti ad un elevato rischio sismico: questi dati sono scritti in un manifesto per la messa in sicurezza del territorio che abbiamo inviato a tutti i partiti e a tutti i candidati premier alle prossime politiche”.

Lo ha detto il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, poco prima dell’inizio dei lavori del convegno.

“Attendiamo risposte, soprattutto dai candidati premier. L’unico ad averci risposto, finora, è Riccardo Nencini del Psi, attendiamo quelle di Mario Monti, Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi“, ha aggiunto Graziano, nell’auspicare che nei “programmi elettorali di partiti e movimenti trovi spazio il rischio sismico e idrogeologico dell’Italia”.

“Centrale nel manifesto è mitigare i rischi materiali del Paese, quello sismico e quello idrogeologico – spiega Graziano – bisogna rimettere mano a una legge di governo del territorio, magari ricostituendo una nuova commissione De Marchi da cui nacque una buona legge sulla tutela del territorio. Dal punto di vista del rischio sismico bisogna lavorare molto sul patrimonio edilizio, sulla conoscenza del rischio: il 50 per cento delle scuole in Italia non ha il certificato di agibilità, è un dato assolutamente drammatico anche se non sempre la mancanza del certificato è dovuto a problemi strutturali”, ha sottolineato Graziano.

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