LA STRUTTURA A L'AQUILA DEL CONSIGLIO REGIONALE RIFATTA IN TEMPI RECORD BARISH: ''QUESTA CITTA' IMPORTANTE SULLE ONDE GRAVITAZIONALI''

GRAN SASSO INSTITUTE: NUOVO RETTORATO, ”DUE NOBEL TESTIMONI DEL CAPOLUOGO”

di Alberto Orsini

14 Novembre 2017 13:26

Regione -

L’AQUILA – Consegnato in tempi record rispetto al cronoprogramma il palazzo pubblico vincolato dell’ex Gil maschile dell’Aquila, a conclusione della prima fase di recupero del complesso monumentale dell’Emiciclo dove ha sede l’assemblea abruzzese.

Nel palazzo tutto nuovo e con tanto di isolatori sismici, si è insediato il rettorato del Gran Sasso Science Institute, la scuola di alta formazione scientifica che attrae talenti da tutto il mondo, sfornando 40 dottorati altamente specializzati ogni anno, nata dopo il terremoto del 6 aprile 2009, che nelle immediate vicinanze ha già una struttura per gli studi, alla ex Gil femminile.

Con il Grand Hotel del Parco ricostruito a pochi metri che fungerà da studentato per l’ospitalità (come anticipato da AbruzzoWeb, il Gssi affitterà per 6 anni 40 stanze) e la mensa in funzione nello stesso Emiciclo, nasce un campus nel cuore del centro storico dell’aquila, nel parco verde della Villa comunale, come rimarcato dal rettore della seconda università cittadina, Eugenio Coccia.

La cerimonia di consegna è stata celebrata nel primo pomeriggio alla presenza, tra gli altri, di due Premi Nobel per la Fisica: quello del 1984, il senatore a vita Carlo Rubbia, e quello di quest’anno, Barry Barish.

Oltre al presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, il direttore amministrativo del Consiglio, Paolo Costanzi, il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il prefetto del capoluogo, Giuseppe Linardi, l’ex ministro per la Coesione e responsabile della ricostruzione aquilana nel governo Monti, Fabrizio Barca, la rettrice dell’altra Università dell’Aquila, Paola Inverardi, e il presidente dell’Istituto di fisica nucleare (Infn) Fernando Ferroni.

Il palazzo è stato concesso a canone agevolato dal Consiglio regionale al prestigioso istituto di alta formazione che ospita decine di giovani scienziati.

A ricostruire il palazzo, in 3 anni e con 5 mesi di anticipo, è stato un raggruppamento temporaneo di tre imprese, l’aquilana Rosa Edilizia, la sangrina Ricci Guido e la teramana Elettroidraulica Silvi, che si è aggiudicato un bando pubblico che ha visto il Consiglio come stazione appaltante per circa 8,5 milioni, indetto nel giugno del 2013.

L’inizio dei lavori c’è stato nel settembre del 2015 e il termine lo scorso ottobre. Utilizzate tecnologie innovative tra cui un sistema di isolamento alla base, con 46 isolatori elastometrici, 43 appoggi multidirezionali e una opera di restauro conservativo.

Nel suo intervento, il presidente Di Pangrazio ha sfiorato la questione del capoluogo di Regione tornata a sorpresa nel dibattito politico di questi giorni, e schierandosi in favore dell’Aquila che, ha rimarcato, “sarà una delle città più bella d’Europa, anche per quello che saprà fare con le sue istituzioni, visto che il Gssi è ormai realtà internazionale”.

“Qui non ci sarà solo il rettorato, ma sarà la sede principale – ha aggiunto – L’importanza dell’evento è rappresentata dai due Nobel, testimonianza dell’importanza di questa città come capoluogo di regione. I nostri uffici tecnici hanno saputo fare una ricostruzione veloce. In 3 anni, appalto, gara e lavori, nonostante i ricorsi”.





Per il rettore Coccia, l’ingresso nel nuovo palazzo costituisce una “opportunità straordinaria perché collocato di fronte all’altra sede, abbiamo ricongiunto qualcosa che era stato separato. È una collocazione fortunata perché all’inizio del progetto, quando si discuteva su dove ospitare il Gssi, stare vicini al laboratorio del Gran Sasso (nella frazione di Assergi, ndr) poteva essere una collocazione naturale, ma l’allora ministro Barca ci impose che fosse in città, e fu sensato”.

Scherzando il sindaco Biondi ha fatto notare che “dopo i due papi, all’Aquila abbiamo due rettori. Questa città sta cambiando in meglio e te ne accorgi tornando nei posti della ‘prima vita’. In questo edificio c’erano le Industriali, da studenti ci svolgevamo le assemblee. Dopo il primo restauro, ci ho lavorato da dipendente del Consiglio regionale”.

“Oggi si sancisce il principio fondamentale che le istituzioni pubbliche devono collaborare: fino a oggi c’è stato un reflusso nel privato, non accorgendoci che c’era un patrimonio pubblico da valorizzare – ha aggiunto il primo cittadino – Il Gssi è importante non solo per l’attività e l’attrattività, ed è il frutto della volontà di più governi, anche di diverso colore politico”.

Sul tema del capoluogo, Biondi ha tagliato corto affermando che “è sterile infilarsi in inutili campanilismi che non fanno bene a nessuno, se L’Aquila rinasce è un bene dell’Abruzzo”.

All’incontro ha presenziato anche il sottosegretario all’Istruzione Vito De Filippo, che ha evidenziato “l’interesse e il sostegno concreto del ministero. È una giornata memorabile per questa città – ha aggiunto – con due Nobel e una struttura di ricerca capace, in brevissimo tempo, di costruirsi reti e prestigio nazionale”.

“Se ci fossero repliche di questo tipo in lungo e in largo in un Paese come il nostro, che ha tante differenze, sarebbe una bella partita futura- è stata la sua riflessione – Il terremoto ha creato una frattura di identità, memoria e fiducia della comunità. Collocare qui un luogo rapportato al futuro come il Gssi è stato l’ingrediente più straordinario che la comunità potesse avere, porterà molti frutti”.

Per il presidente Infn Ferroni, “in fisica ci sono sempre belle teorie, ma il successo è trovare il risultato alla fine dell’esperimento.  Questo è stato il percorso del Gssi – ha fa notare – Per quattro anni l’Istituto si è accollato la responsabilità di fare in modo che questo fosse un successo. Oggi è come un figlio cresciuto che se ne va di casa”.

La Inverardi ha affermato che “la nascita del Gran Sasso Institute è un grande rafforzamento del sistema esistente. Si fa sistema mettendosi insieme nel rispetto e comprensione dei reciproci ruoli: facciamo mestieri diversi ma complementari e ancora non si percepisce il valore della presenza dell’intera filiera”.

Rapidi interventi per i due Nobel: per Barish, semplicemente, “se non risichi non rosichi!”, mentre Rubbia ha operato un distinguo: “Il futuro della città è una cosa diversa, ma l’istituto che stiamo creando è una goccia che contribuirà. Oggi ho visto un segnale dai giovani, è il migliore auspicio per questa istituzione – ha concluso – La loro carriera li porterà molto lontano da qui, ma il Gssi resterà un punto chiave della loro esistenza”.

BARISH: ''GRUPPO L'AQUILA IMPORTANTE SU ONDE GRAVITAZIONALI''

“Storicamente qui c'è un gruppo che si occupa di onde gravitazionali che seguo io, nella scoperta il gruppo dell'Aquila che lavora all'esperimento Virgo ha avuto un ruolo molto importante”.





Così il premio Nobel per la fisica Barry Barish, intervenuto oggi nel capoluogo abruzzese per l'inaugurazione dell'anno accademico del Gran Sasso Science Institute, seconda università aquilana con 40 dottorati all'anno ad alta specializzazione scientifica.

Per Barish, “il Gssi è una scuola di eccellenza pensata per il futuro di questa città. Attrae i miglori studenti dal mondo e anche dell'Italia – ha rilevato – è connesso alla ricerche che, per la parte fisica, si fanno nei Laboratori del Gran Sasso”.

RUBBIA: ''POSIZIONE DI EMINENZA SCIENTIFICA”

“Ho vissuto varie fasi, sono stato associato al Gssi da parecchi anni, la fase importante è quella di oggi perché il Gssi è in posizione di eminenza scientifica, trovo che sia una cosa molto importante, ora bisogna trovare fondi e soci per trasformare questa struttura in una cosa definitiva”.

Così il premio Nobel per la Fisica del 1984 Carlo Rubbia, a margine della cerimonia di apertura dell'anno accademico del Gssi

“L'Aquila città della ricerca e della scienza? È un'opportunità, bisogna concentrarsi sulla capacità di trovare ragazzi che possano utilizzare le risorse della scuola per portare avanti ricerche originali”, ha concluso.

DE MICHELI: “ATTENTI A RICOSTRUZIONE AL 110%”

“Il governo non ha mai smesso di dedicare il 110% della sua attenzione alla ricostruzione, sia del 2009 sia a quella del terremoto più recente”.

Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e commissario per la ricostruzione 2016, Paola De Micheli, rispondendo ai giornalisti a margine dell'evento.

“Ricostruire – ha aggiunto De Micheli – è complicatissimo, soprattutto nelle aree interne, però non abbiamo mai, nemmeno per un minuto, smesso di lavorare alla ricostruzione”.

“Lo dimostra il fatto che abbiamo depositato un emendamento al decreto fiscale, dove sono ricomprese altre norme di ulteriore accelerazione e riorganizzazione per migliorare ancora l'efficienza della ricostruzione”, ha concluso.

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