L'AQUILA – A volte possono tornare, soprattutto se provengono dal versante teramano.
Il riferimento è all'avvocato Walter Mazzitti, che insistenti voci vogliono come prossimo presidente del Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga, da lui già guidato dal 2002 al 2007, e che si appresterebbe a scalzare l’attuale presidente, il giornalista Arturo Diaconale, il cui mandato scade a luglio.
Voci che già creano però malumori sul versante aquilano del Gran Sasso. La guida del Parco al di là di meriti e curriculum si confermerebbe infatti teramana, o comunque non espressione del Gran Sasso aquilano.
Basta scorrere l’elenco dei presidenti e anche dei commissari, dalla nascita del Parco fino a oggi.
Dal 1996 al 2001, primo presidente dell’area protetta è stato Giuseppe Rossi, di Civitella Alfedena (L’Aquila). Poi come detto Mazzitti, teramano, dal 2002 al 2007. A seguire la stagione dei commissari con Stefano Allavena, romano, Giandonato Morra, teramano, poi divenuto assessore regionale, infine Diaconale, romano ma teramano d’adozione, prima come commissario e poi, dal 2010, come presidente ancora in carica, ma a lungo senza consiglio direttivo, insediatosi solo a novembre 2014, e dunque con poteri limitati.
Il nuovo presidente sarà nominato dal ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, con il consenso non vincolante delle Regioni sul cui territorio insiste il Parco, ovvero l’Abruzzo, il Lazio e le Marche.
Mazzitti gode di un rapporto di amicizia con il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, ed è anche dirigente al Ministero dell’Ambiente. Da fondatore e convinto militante di Forza Italia, è poi approdato al Partito Democratico, e nel 2013 è stato il coordinatore del Comitato Civico per Matteo Renzi di Teramo. Tre punti a suo favore, se non decisivi, comunque pesanti per la corsa alla presidenza. Filippo Tronca
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