GRAN SASSO: CIALENTE, ”NON E’ FALLITO SOLO PER MIA INCOSCIENZA, CAMBIO TUTTO”

16 Dicembre 2012 13:02

L'Aquila - Cronaca

L’AQUILA – “Il centro turistico viene tenuto in vita solo grazie alla mia determinazione o meglio incoscienza”.

Confessioni domenicali sulla piazza virtuale di Facebook del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che torna sulle due annose vicende che stanno attanagliando gli impianti sciistici di Campo Imperatore e l’azienda che li gestisce, appunto il Centro turistico del Gran Sasso.

“Avrei dovuto dal 2007 portare i libri in tribunale – ammette Cialente – Se non lo faccio e perché ciò porterebbe alla fine del centro turistico e alla fine della speranza di rilanciarlo”.

Il primo cittadino parla anche della guerra con Alessandro Comola, attuale presidente, uomo di Finmeccanica, cui il sindaco ha imputato i ritardi nell’apertura degli impianti e che vuole defenestrare, anche se non lo cita per nome.

“Domani verrà sfiduciato il Cda – conferma Cialente – Non scarico responsabilità, come scrive qualcuno. Io nomino amministratori che devono raggiungere dei risultati. Se sbagliano vanno via. Ma se si colpiscono i generali, non vuol dire che si assolvono i soldati”.

Numerosi gli strali anche per i dipendenti, cui il sindaco riconosce una buona fetta di responsabilità della mancata apertura.

 “Due caposervizio, ieri mattina, senza averlo preventivamente messo per iscritto al direttore di esercizio, hanno evidenziato due problemi, peraltro vecchi di anni o mesi, direttamente all’Ustif (l’autorità che si occupa dei controlli, ndr)”, e facendo slittare l’apertura, per Max una “cosa anomala e grave, perché si è scavalcata la normale organizzazione gerarchica e delle responsabilità dell’azienda”.

“Quanto successo evidenzia uno dei problemi del Ctgs, quello di essere una repubblica indipendente – tuona il sindaco – in cui nessuno segue le regole, in cui tutti sono organizzati per gruppi, uno contro l’altro e in cui non c’è alcun rispetto delle regole aziendali”.

“Di questo sono stanco. Proprio perché io ne rispondo poi come responsabilità politica, intendo ormai intervenire una volta per tutte”, conclude minaccioso.

LA NOTA COMPLETA

Leggo numerosi commenti sul nuovo slittamento dell’apertura della stagione turistica sul Gran Sasso.





Anzitutto chiedo scusa, poiché come sempre le responsabilità politiche si devono assumere, e sebbene il Centro Turistico sia una SpA , quindi autonoma, è chiaro che se le cose non vanno, la responsabilità me la devo assumere io.

Ma andiamo per ordine. Leggo qualcuno che, come al solito in questa città, infiltra il dubbio che la società dei fratelli Lallini, che ha assunto l’appalto per i lavori sulle Fontari, stia rallentando per sabotare il Gran Sasso e quindi per favorire la propria stazione.

Ribadisco la grande lealtà e serietà di questa società, che ha in appalto la gestione di moltissimi impianti in Italia, che sta lavorando con la consueta dedizione ed efficacia, e respingo queste accuse tipiche di una pseudo aquilanità fatta di dietrologie e pettegolezzi.

La verità e che quel l’impianto , già nato male, ha avuto un solo gemello, da anni dismesso, e non è più in produzione da tempo, per cui vi è una estrema difficoltà a trovare i pezzi di ricambio. Adesso due pezzi che mancano sono stati trovati rispettivamente a Catania e a Perugia. Dovrebbero arrivare in settimana.

Cosa è successo ieri. Due caposervizio, ieri mattina, senza averlo preventivamente messo per iscritto al direttore di esercizio, hanno evidenziato due problemi, peraltro vecchi di anni o mesi, direttamente all’Ustif.

Cosa anomala e grave, perché si è scavalcata la normale organizzazione gerarchica e delle responsabilità dell’azienda. Alla luce di ciò l’Ustif non ha eseguito le prove, che al contrario si sarebbero potute svolgere ricevendo poi delle prescrizioni.

Quanto successo evidenzia uno dei problemi del Ctgs, quello di essere una repubblica indipendente, in cui nessuno segue le regole, in cui tutti sono organizzati per gruppi, uno contro l’altro e in cui non c’è alcun rispetto delle regole aziendali.

Di questo sono stanco. Proprio perché io ne rispondo poi come responsabilità politica, intendo ormai intervenire una volta per tutte.

Il centro turistico viene tenuto in vita solo grazie alla mia determinazione o meglio incoscienza.

Avrei infatti dovuto dal 2007 portare i libri in tribunale. Se non lo faccio e perché ciò porterebbe alla fine del centro turistico e alla fine della speranza di rilanciarlo, poiché una volta in procedura di fallimento sarebbe destinato a essere smembrato e quindi diverrebbe impossibile qualsiasi tentativo di investimento.

Voi che leggete dovete sapere che sette anni fa, con l’accordo dei sindacati, furono assunti, in una notte, 20 persone a tempo indeterminato. Così mentre tutte le stazioni hanno una media di meno di tre addetti per impianto, noi ne abbiamo 10, ripeto 10.





Abbiamo una funivia e due impianti con 35 dipendenti e ben quattro caposervizio, quando ne basterebbero uno, massimo due. Da allora il centro turistico spende, solo di stipendi, senza contare le altre spese, il doppio di quanto incassa.

Questo spiega perché vi sono i ritardi per avviare i lavori di revisione, perché non si cambiano gli impianti: perché è strutturalmente in deficit. Molti di voi mi chiederete perché non ho licenziato i lavoratori in soprannumero.

Non ho licenziato perché non può essere il comune , che si batte per salvare i posti di lavoro nei confronti di qualsiasi azienda privata che minaccia o dichiara eccedenze di manodopera, quello che poi licenzia di fronte alle difficoltà, e perché sto tentando di risanare l’azienda e nel contempo non far perdere posti di lavoro.

Mi sto ingegnando con mille soluzioni, (il terremoto ha rallentato la mia azione) ma è necessario che i sindacati e i lavoratori collaborino. Anche perché nel mese di agosto è stato promulgato un decreto, il 174, che prescrive il licenziamento del personale per quelle aziende che non pareggiano il bilancio.

Io ce la sto mettendo tutta. Ma adesso chiedo che tutti i lavoratori e dirigenti del Ctgs si rendano conto dello sforzo e si mettano a lavorare . E soprattutto finendola con questa anarchia che si respira nell’azienda.

Se ci sarà collaborazione ok, altrimenti sono pronto anche a scelte pesanti, poiché non posso far ricadere, anche in termini di costi, su tutti i cittadini, i capricci o le polemiche che si respirano in questa situazione ripeto, anarchica.

Domani verrà sfiduciato il Cda. Non scarico responsabilità, come scrive qualcuno. Io nomino degli amministratori che devono raggiungere dei risultati. Se sbagliano vanno via. Ma se si colpiscono i generali, non vuol dire che si assolvono i soldati.

Per il Gran Sasso stiamo finalmente per avviare il piano di rilancio e investimenti, sono pronto a razionalizzare il personale, assicurando a tutti uno stipendio sicuro, ma o tutti collaborano, oppure sono anche pronto a chiudere e ripartire da zero.

Non intendo più tollerare quanto sta accadendo da tempo. Da domani pretenderò che ciascuno stia al suo posto e ciascuno si assuma le proprie responsabilità . A chi non sta bene dico che può dimettersi o licenziarsi anche domani. A me ancora non scende giù quanto accaduto lo scorso anno per la funivia.

Dovemmo ritardare per due atti di sabotaggio. Sparì un bullone particolare che questa estate abbiamo ritrovato nei valloni. Sicuramente il sabotaggio fu compiuto da un dipendente, e purtroppo le indagini dei Carabinieri non sono riusciti ad identificarlo.

Quindi, nel momento in cui mi assumo la responsabilità politica del ritardo, nel contempo mi assumo la responsabilità di entrare anche sulle questioni interne all’azienda. Da oggi si cambia!

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