GNIENTI TOTALI, I CREATORI DEL ”MAP FUTURISTICO”. ”NO CANTANTI, MA ‘SUONIAMO’ LA RICOSTRUZIONE”

di Annalisa Casciani

25 Ottobre 2011 08:20

L'Aquila -

L’AQUILA – Sono quattro ragazzi aquilani a intonare la canzone ironica sulla ricostruzione dell’Aquila intitolata Map Futuristico, che sta spopolando su Facebook ed è cliccatissima su Youtube: Emilio Micantonio, Emiliano Petracca, Luigi Marini e Piermarco Cocco.

Nell’inverno 2010 era stata Progetto C.a.s.e a rimbalzare impazzita da profilo a profilo sul noto social network, passaparola che ha dato notorietà agli Gnienti Totali, traduzione aquilana e artigianale di zero Assoluto, nome del gruppo della nota canzone Per dimenticare, su cui gli Gnienti hanno fatto il loro Progetto C.a.s.e.

Tanto popolari che le persone all’Aquila, “ci fermavano per strada e volevano che la cantassimo live a cappella”, raccontano ad AbruzzoWeb, sorridendo imbarazzati di un successo inaspettato e non cercato.

“Abbiamo cominciato a creare canzoni ironiche sul terremoto per gioco”, dicone. Evidentemente, però, i temi con cui riscrivevano i testi hanno colpito il popolo di Facebook e fatto riflettere, oltre che ridere, su pensieri e preoccupazioni comuni di tutti gli aquilani, preoccupazioni che attraverso il sorriso si tenta di esorcizzare e superare.

Com’è nata l’idea del gruppo?

Siamo un gruppo di amici di vecchia data. Nell’autunno del 2009, all’Aquila, non c’era niente, non un posto dove prendersi una birra e stare insieme. Stavamo tutte le sere in macchina a scherzare e ascoltare musica, successi del momento a cui cambiavamo le parole per gioco. Tra una canzone e un’altra è venuto fuori Progetto C.a.s.e.

Quindi non siete cantanti o musicisti?

Assolutamente no, facciamo anche un po’ fatica a non stonare, non abbiamo mai studiato musica. Luigi scrive i testi, Emiliano li corregge, Piermarco si occupa della musica (lui è l’unico che suona davvero nella vita e di musica se ne intende, ndr) mentre Emilio ce lo portiamo dietro perché è simpatico.

Quindi la vostra prima canzone di “successo” è frutto del gioco e del caso, ma poi avete anche fatto un video e lo avete messo su Youtube: anche questo è stato per gioco?

La canzone in realtà l’abbiamo scritta a settembre 2009, poi, fino a gennaio 2010 non abbiamo fatto il video. Ci siamo messi davanti alla webcam del computer e l’abbiamo girato tutto a casa.





Video “casereccio” quindi, anche le registrazioni le avete fatte a casa?

Sì abbiamo cantato e montato tutto da noi, era per divertirsi, non volevamo neanche metterlo su Youtube e poi, comunque, non ci aspettavamo di fare tanto “clamore”.

Certo oltre a divertirvi sicuramente avrete pensato, in parte, alla situazione in cui si trovava L’Aquila?

Sì, ognuna delle nostre canzoni prende spunto dalla situazione dell’Aquila. Un’altra nostra canzone, Tutto a puttane (sulla base di Vento d’estate di Max Gazzè e Niccolo Fabi, ndr.), prende spunto da quelli che la notte del terremoto ridevano al telefono. Ci riferiamo sempre a qualcosa che succede sul terremoto.

Vi abbiamo visto anche fare una parte nella canzone corale Domà, in dialetto aquilano, brano che vede la partecipazione di più di 40 giovani cantanti dell’Aquila. Che esperienza è stata?

Eravamo gli unici non cantanti in mezzo a tanti che questo mestiere lo vogliono fare davvero e tentano di diventare famosi. Ascoltandoli cantare ci siamo sentiti un po’ fuori luogo. Ci hanno fatto intonare soltanto una parola “recomenza” e anche quella è stata sofferta. L’abbiamo cantato tutti e quattro insieme, per fortuna è venuta decente al secondo tentativo. Stavamo in una sala d’incisione, ci hanno chiesto di farla un’ottava più alta, gli abbiamo chiesto cosa fosse un’ottava…

Avete mai cantato live le vostre canzoni?

Io (a parlare è Emiliano, ndr.) l’ho cantata una volta a piazzetta Regina Margherita con l’accompagnamento di un gruppo che stava suonando live, me l’hanno chiesto e l’ho fatto. Un’altra volta, a cappella, in un ristorante meno male che eravamo soltanto due tavoli.

In realtà ci hanno chiesto anche di cantare a Collemaggio, ma il cachet era troppo basso (scherza Emilio, ndr.). No in realtà non siamo andati perché avremmo potuto cantarla soltanto in playback.

L’altro vostro successo, l’ultimo, è Map Futuristico? Anche questa l’avete fatta per gioco?

Sì le facciamo sempre per divertirci. La canzone l’abbiamo realizzata lo scorso maggio, quando venne fuori il casino della signora che era andata a Forum a dire che all’Aquila andava tutto bene e non era vero che era tutto distrutto. Poi il video come sempre ci ha messo un po’ a nascere. L’abbiamo pubblicata su Youtube da poco.





I tre porcellini…

Le immagini del video sono di cartoni. Le immagini dei tre porcellini, in realtà, volevamo usarle per fare un doppiaggio, sempre sul tema delle sistemazioni provvisorie, poi ci è sembrato che andassero bene anche per Map Futuristico.

Fate anche doppiaggi?

Sì, è un altro modo che abbiamo per divertirci, su Youtube si può vedere un nostro doppiaggio, in realtà sottotitoliamo in italiano, Tutta la verità sull’Aquila, è il rifacimento di un video che gira molto in Internet di un presentatore che ride in diretta. Parliamo dell’Aquila e del terremoto, e quando comincia a ridere nel sottotitolo si parla del centro dell’Aquila ricostruito (ovviamente non è la realtà e il presentatore che ride ironizza l’affermazione, ndr.). Anche questo è un gioco per passere tempo insieme.

Avete altri “tormentoni” nel cassetto?

Di canzoni ne abbiamo fatte varie, ma non sappiamo cantare bene tutti i tipi di canzoni e non sono pubblicabili. Devono essere adatte.

Quindi non dobbiamo aspettarci nuove uscite discografiche…

Se succederanno altre cose sul terremoto di cui parlare e ci sarà una canzone famosa nelle nostre corde, potremmo fare qualcos’altro. Ma sempre per gioco e per divertirci. Facciamo altro nella vita.

Fuori dal gioco e dall’ironia delle vostre canzoni, cosa pensate della ricostruzione lenta, in quanti anni pensate di rivedere la nostra città com’era prima?

Siamo un po’ pessimisti al riguardo. Con i tempi con cui procede la ricostruzione e con i soldi che non ci sono, minimo ci vorranno 20 anni. Con le varie ordinanze, poi, non ci si capisce nulla e tutto troppo confuso. (a.c)

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