LA DIRETTRICE DEL CAPOLUOGO.IT, ROBERTA GALEOTTI, RACCONTA IN UN ARTICOLO UN TRISTE EPISODIO ACCADUTO VENT'ANNI FA

GIORNALISTA AQUILANA MOLESTATA A LAVORO, SINDACATO, ”ISTITUIRE SPORTELLO AD HOC”

16 Ottobre 2018 21:17

L'Aquila - Cronaca

L'AQUILA – “La cosa più difficile, per una giornalista, probabilmente è raccontare sé stessa. La collega Roberta Galeotti, direttrice del giornale online IlCapoluogo.it, ha trovato il coraggio di farlo quando, dopo più di vent'anni, si è trovata a fare i conti con il ricordo delle molestie subite all'interno degli studi di un'emittente privata aquilana, TvUno. Il tema delle violenze, materiali e psicologiche, all'interno delle redazioni richiede oggi un nuovo impegno e un'azione concreta: la volontà è quella di aprire uno sportello antimolestie, al quale sarà possibile rivolgersi per avere un sostegno in un percorso di emersione e di  denuncia che resta difficile da affrontare”.

È quanto scrivono in una nota il direttivo e Cpo Sga e Fnsi, a seguito dell'uscita dell'articolo sul Capoluogo.it, firmato dalla stessa Galeotti, che ha riferito di essere stata molestata nella redazione dell'emittente locale da un “viscido”.

“Tentò di abbracciarmi, toccarmi e baciarmi inchiodandomi alla scrivania. Lo allontanai con fermezza, ma tanto fece che io mi sentii talmente sporca, sbagliata e offesa da quel gesto che mi ritrassi e abbandonai senza indugio, ne spiegazioni, l’esperienza in tv. La vita mi ha portato a ripercorrere quella strada e a diventare giornalista con vent’anni di ritardo. Si vede che quella fosse proprio la mia strada!”, ha raccontato la giornalista, all'epoca 21enne.





“Racconto questa cosa oggi, perché nessuna ragazza debba sentirsi sporca per colpa di un viscido. Perché nessuno deve tenersi dentro una tale violenza! Perché di violenza si tratta…e non sempre, e non tutte hanno la forza di liberarsi da quell’abbraccio mortale!”, ha precisato Galeotti.

“Un'esperienza traumatica, risolta con il rifiuto nei confronti dell'uomo e con l'abbandono di quell'esperienza professionale, che era appena agli inizi. Del racconto di Roberta colpiscono due cose, la durezza e la solitudine”, aggiungono dal sindacato. 

“Per questo il Sindacato dei giornalisti abruzzesi, anche con la sua Commissione Pari Opportunità, non vuole fermarsi alla doverosa e sincera solidarietà nei confronti della collega”, si legge ancora nella nota.





“Il timore di denunciare fa ancora il paio con la paura di perdere il posto, con lo stigma sociale, ancora forte, dell' 'un po' se l'è cercata': il sindacato vuole impegnarsi per rivendicare uguaglianza nei diritti all'interno dei luoghi di lavoro, ma vuole ancor più essere punto di riferimento per tutte quelle colleghe che dalle redazioni sono fuori e sono più deboli e più esposte ai ricatti – concludono – Sulle molestie la Commissione Pari Opportunità della Federazione Nazionale della Stampa sta lanciando una forte campagna di impegno e sensibilizzazione, per cambiare un modello culturale ancora fortemente ancorato al silenzio e alla rimozione”.

Un racconto che si inserisce nell'ampio contesto internazionale del Me Too, il movimento nato come denuncia alle molestie e alle violenze contro le donne, che si diffuse in modo virale a partire dall'ottobre 2017 come hashtag usato sui social per aiutare a dimostrare la diffusa prevalenza di violenza sessuale e molestie, soprattutto sul posto di lavoro, subita dalle donne, dopo le rivelazioni pubbliche di accuse di violenza sessuale contro Harvey Weinstein.

Diverse celebrità del mondo dello spettacolo hanno dichiarato molte storie di violenza sessuale come Asia Argento, Gwyneth Paltrow, Ashley Judd, Jennifer Lawrence, e Uma Thurman. 
 

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