GIORNALISMO: MIELI TIFA L’AQUILA E BOCCIA IL WEB CHIODI, ”CRONISTI IMPARZIALI UNA MINORANZA”

20 Luglio 2013 15:29

Regione -

CIVITELLA DEL TRONTO – “Spero che L’Aquila possa tornare a essere al più presto una città della festa della cultura”.

Così il presidente del Gruppo editoriale Rizzoli-Corriere della Sera, Paolo Mieli, ha cominciato ieri la conversazione con il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, nella Fortezza borbonica di Civitella del Tronto, nello splendido scenario della chiesa di San Giacomo.

Dopo un excursus sulla storia dell’informazione in Italia, a partire dalla nascita delle Gazzette che rappresentavano la comunicazione istituzionale del potere costituito, Mieli si è soffermato sull’informazione al tempo di Internet.





“Il vero modo di nascondere una notizia è quello di darne un miliardo, proprio come avviene sul web dove ognuno può dire quello che vuole e che pensa – ha detto – Solo una selezione e una classificazione della notizia, fa la vera informazione e questa gerarchizzazione avviene oggi soprattutto sui giornali più autorevoli”.

A suo dire, finché, quindi, non si produrrà questo tipo di gerarchizzazione, il valore delle notizie su Internet sarà pari a quello di una comunicazione affissa sui muri.

Secondo Paolo Mieli, la figura del giornalista “è centrale nel sistema dell’informazione, a condizione, però, che questo sia libero e indipendente da ogni potere”.

L’unico faro che deve illuminare la professione giornalistica “è quello del rispetto della verità che rappresenta l’unico modo per conquistare la fiducia e la stima del pubblico dei lettori”.





Della figura e della funzione del giornalista ha parlato anche Chiodi che si è soffermato sul ruolo di “guardiano del potere” che questi svolge quando compie con coscienza e con responsabilità il proprio delicato lavoro.

“Nell’arco della mia esperienza politica – ha aggiunto il governatore – mi è capitato di imbattermi in giornalisti che usano la loro professione come un arma per colpire e per danneggiare quello che viene considerato come una controparte: mi riferisco a giornalisti di parte, che per fortuna sono pochi e che forniscono informazioni militanti con le quali si rivolgono esclusivamente a una nicchia di persone”.

In proposito Chiodi ha riferito di alcuni episodi che lo hanno visto involontario protagonista di una informazione parziale e non obiettiva; “ma per fortuna – ha concluso – questo tipo di giornalismo è praticato da una minoranza dei professionisti dell’informazione”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: