GEROSOLIMO DIVIDE ET IMPERA, PICCONA IL PD MA PUNTA AL PARLAMENTO COI DEM

di Marco Signori

24 Marzo 2016 08:00

Regione - Politica

SULMONA – C'è un nome che ricorre nelle grandi manovre del centrosinistra in provincia dell'Aquila e in Abruzzo in vista degli appuntamenti elettorali a medio-lungo termine, è quello di Andrea Gerosolimo.

L'ex Udc, che dai banchi del Consiglio provinciale faceva ballare l'amministrazione di centrodestra di Antonio Del Corvo e che quando è passato con il centrosinistra ed è stato eletto in Regione ha utilizzato gli stessi “metodi forti” per ottenere la poltrona da assessore, nella sua Sulmona starebbe costruendo i presupposti per un ingresso in grande stile nel Pd, puntando dritto ad un seggio parlamentare.

Nella città di Ovidio è stato proprio Gerosolimo ad innescare la tempesta all'interno del Pd, prestando il fianco ai consiglieri comunali Alessio Di Masci e Fabio Ranalli nella sfiducia al sindaco Peppino Ranalli e facendo deflagrare il partito, con il segretario regionale Marco Rapino costretto ad espellere i due e commissariare il circolo.





L'assessore ha però poi giocato d'anticipo, lanciando la candidatura a sindaco di Annamaria Casini e annunciando che ben cinque liste a suo supporto sono già pronte. Con buona pace della coalzione con la quale, o grazie alla quale, è al governo in Regione. E ignorando il Pd, costretto a rincorrerlo pregandolo di sedersi attorno ad un tavolo in nome dell'unità della coalizione.

E visto che in molti ambienti, da Roma a Pescara, si fa largo l'idea che si possa andare al voto per il Parlamento nel 2017, con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura, anche le scelte che possono apparire cirscoscritte vanno inserite in una prospettiva più ampia.

Lo sa bene Gerosolimo che sembra stia costruendo nei minimi dettagli il suo ingresso nel Pd, rendendosi indispensabile per vincere almeno in una buona parte della provincia dell'Aquila. Il suo interlocutore naturale è il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, con il quale c'è un filo diretto lungo il quale corre la trattativa che escluderebbe in modo categorico Rapino, tra l'incudine del “padre padrone” governatore e i ribelli sulmontini, capeggiati dall'ex presidente della Provincia Bruno Di Masci, che seppur erosa da Gerosolimo continua a mantenere il controllo su una grossa fetta di elettorato.

In virtù di un patto di non belligeranza, la scalata di Gerosolimo, che ha iniziato a far proseliti anche a L'Aquila con il consigliere comunale Gianni Padovani, avrebbe l'avallo del vice presidente della Regione Giovanni Lolli e del consigliere Pierpaolo Pietrucci, i quali hanno ben altre gatte da pelare in vista delle amministrative del prossimo anno nel capoluogo.





Una trattativa ancora in fase embrionale e comunque irta di ostacoli, per l'ambizioso assessore regionale. Visto che il rinnovo del Parlamento avverrà con la nuova legge elettorale che ha diviso l'Abruzzo in due collegi, che fondono la provincia di Teramo con quella dell'Aquila, e quella di Chieti con Pescara.

Nella lunga fila di pretendenti, oltre agli uscenti che sperano nella riconferma come Stefania Pezzopane e Tommaso Ginoble, con quest'ultimo che dovrebbe chiedere una deroga essendo al secondo mandato, ci sono i presidenti delle due Province, Antonio De Crescentiis dell'Aquila e Renzo Di Sabatino di Teramo, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, e la candidata sindaco sconfitta di Teramo Manola Di Pasquale, oggi a capo dell'Istituto zooprofilattico.

C'è infine il nodo legato proprio al presidente della Regione, che cercherebbe una exit strategy alla luce delle insoddisfazioni legate all'eperienza in Regione, dalla quale secondo alcuni uomini a lui vicino si aspettava risultati più immediati memore dell'esperienza da sindaco. I tempi, però, in questo caso sono inconciliabili: la fine di nessuna delle legislature, quella nazionale e regionale, ma anche quella europea, coincide.

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