BORDATE LEGA CONTRO MARSILIO E SOSPIRI FONTI ROMANE: DESIGNAZIONE EX ASSESSORE REGIONALE COME GIUDICE NON TOGATO POTREBBE SALTARE PER CURRICULUM INSUFFICIENTE. LEGA E FI INSORGONO CONTRO BLITZ SOSPIRI-MARSILIO

GATTI A CORTE CONTI: CAOS CENTRODESTRA RISCHIO RICORSI E BOCCIATURA DA ROMA

di Filippo Tronca

7 Dicembre 2019 07:17

Regione - Cronaca

L'AQUILA – Come da facile pronostico, sta provocando uno sconquasso in Regione Abruzzo, la designazione dell'ex consigliere ed assessore regionale di Forza Italia, l'avvocato teramano Paolo Gatti, a giudice non togato della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti Abruzzo, un incarico da circa 200mila euro lordi sborstati dalla Regione. 

Beneficiato, in una rosa di 24 candidati, grazie ad un vero e proprio blitz, da parte dell'oramai rodata coppia costituita da Lorenzo Sospiri, presidente del Consiglio regionale, di Forza Italia, e del presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fratelli d'Italia. Anche se l’ultima parola spetta alla presidenza della repubblica e della Corte dei conti nazionale.

Una sveltina, così è stata ribattezzata, che ha mandato su tutte le furie la Lega, con il deputato e coordinatore regionale Luigi D'Eramo in testa. Stessa reazione del coordinatore regionale di Forza Italia, il senatore Nazario Pagano, del tutto ignorato da Sospiri in questa partita. Entrambi lamentano l’ennesima non condivisione della scelta, destinata a causare conseguenze in seno alla coalizione. 

Intanto emergono dei retroscena, innanzitutto il fatto che la missione potrebbe non essere centrata: infatti, non è affatto detto che la Corte dei conti dia l'ok all'ipotesi Gatti, da quanto si apprende da fonti romane del settore, per insufficienti requisiti tecnici e specifici nel suo curriculum. Ed ancora, tra i candidati esclusi ci sarebbe qualcuno che sta preparando i ricorsi. 

Nella carriera professionale esibita da Gatti, che nei mesi scorsi ha annunciato il ritiro dalla politica attiva, c’è una grande esperienza politica ma sarebbero carenti i titoli accademici specializzati nelle analisi di contabilità pubblica, in gestione del contenzioso amministrativo sempre riferito alla contabilità pubblica. Per ricoprire il ruolo giudice non togato è inoltre apprezzata l'attività di “alta direzione amministrativa” meglio se dedicata alla redazione e gestione dei documenti contabili”. 

C'è chi dunque chi prevede, e forse spera, che sia proprio la Corte dei Conti a togliere le castagne dal fuoco alla sempre più litigiosa maggioranza di centrodestra.





Tutto si potrebbe insomma risolvere in un nulla di fatto, ma oramai la polemica a Palazzo dell'Emiciclo, è esplosa con virulenza e la tensione resta altissima, per di più in momento delicatissimo come quello dell'approvazione del Bilancio di previsione.

Quelli della Lega, azionista della maggioranza con dieci consiglieri e quattro assessori, sono andati su tutte le furie, per essere stati ancora una volta scavalcati dall'asse Fi-Fdi, come avvenuto con le nomine, questa estate dei direttori generali delle Asl provinciali di L'Aquila e di Chieti, e che avevano provocato la prima crisi del governo nato dal voto del febbraio, poi rientrata.

Durissimo D'Eramo in una nota: “Prendiamo atto della sostanza del provvedimento e, soprattutto, del fatto che, nonostante i ripetuti richiami della Lega a una maggiore concertazione delle decisioni, il 'metodo Marsilio' non sia affatto cambiato nel corso dei mesi, continuando a perseguire la via di scelte effettuate in maniera pressoché personalistica”.

“Constatiamo con favore, invece, quella che è quasi un’anomalia: Paolo Gatti, stranamente, non è romano”, la chiosa al vetriolo di D'Eramo, contro il presidente Marsilio, romano, e solo abruzzese di origini.

Forte disappunto anche dentro Forza Italia, per una scelta in splendida solitudine fatta da Sospiri, e si suppone con l'appoggio dall'area ex aennina, a cui appartiene anche l'assessore Mauro Febbo. Sospiri tra l'altro è dato con le valigie in mano verso Fratelli d'Italia. E non è forse un caso, che se ne è infischiato della linea che il coordinatore regionale Pagano aveva indicato. A tal proposito il senatore azzurro conferma in una nota, in chiara risposta a quanto riferito da Abruzzoweb, che la nomina di Gatti è “inopportuna”, come ogni altra, “per un miglior funzionamento del Consiglio regionale”, anche perchè “grava per un milione di euro in un quinquennio”, sulle casse regionali.

Risponde al falso  dunque,  “il rancore o rabbia”, a lui attribuiti, “per non aver messo l’ultima parola su una vicenda che ha paternità ben precise”, per non aver potuto lui designare il giudice non togato, nelle more dello spoil system. Pagano, sempicemnte alla Corte dei Conti non avrebbe mandato nessuno.

Sotto accusa come non mai oltre a Sospiri, anche Marsilio che, da quanto si dice, ha cementato il rapporto con Gatti, allorché l'uomo forte di Forza Italia, detto anche “mister 10mila preferenze”, per i risultati elettorali alle delle regionali del 2008 e 2014, ha tentato senza fortuna la corsa al Parlamento con Fratelli d'Italia, nel 2013, per poi tornarne nel partito di Berlusconi. A quei tempi il deputato romano Marco Marsilio era anche il tesoriere del partito di Giorgia Meloni.





A creare forte opposizione alla designazione anche il costo: come ricordato da Pagano, a pagare il ricco stipendio a Gatti, come detto 200 mila euro l'anno per cinque anni, dovrà essere la Regione Abruzzo. E nella rosa dei candidati alla prestigiosa carica c'era invece, sostenuto anche dalla Lega e non solo, dal dirigente del settore Bilancio Ebron D’Aristotele, che può vantare un curriculum ritenuto all’altezza.  Inoltre, un' eventuale sua nomina costerebbe ai contribuenti abruzzesi molto meno, perché in tal caso la Regione dovrebbe pagare solo la differenza rispetto a quello che già percepisce come alto burocrate.

Bordate come ovvio dal centrosinistra, in particolare dall'antico rivale di Gatti, il capogruppo di Abruzzo in Comune, il teramano Sandro Mariani, che ha provato in tutti i modi a far naufragare la designazione, ed ora accusa che dietro di essa ci sia solo un sordida manovra politica targata Fdi.

 “Se Re Enrico di Navarra, convertendosi al cattolicesimo, esclamò 'Parigi val bene una messa' -ironizza Mariani – alludendo alla sua conversione al cattolicesimo per conquistare il trono di Francia, il 'già tante poltrone' avvocato Gatti, davanti al decreto di designazione del presidente Sospiri, avrà esclamato 'Una poltrona da 200 mila euro l’anno val bene Fratelli d’Italia'”.

Tradotto: “probabilmente la necessità di mettere in campo questa “sveltina” ha prevalso, con l’avvallo del presidente romano Marsilio, in vacanza negli Stati Uniti, per spianare la strada all’ormai prossimo passaggio a Fratelli d’Italia del presidente Lorenzo Sospiri e di una nutrita pattuglia di amministratori gattiani sul territorio”.

Pesantissime le accuse anche da parte del Movimento Stelle, con il deputato Fabio Bernardini che parla di poltronificio, e il consigliere regionle Domenico Pettinari, che parla di “salasso” per le casse della Regione che poteva essere evitato.

 

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