SARA' ELETTO DA DAI DUE TERZI DEL CONSIGLIO, CARICA DA 2300 EURO MENSILI

GARANTE DETENUTI: I NOMI IN PISTA, POLEMICHE ESCLUSIONE BERNARDINI

18 Agosto 2015 08:07

Regione - Politica

L'AQUILA – Vigilia di fuoco per la nomina del garante dei detenuti, a ben quattro anni dalla legge che ha introdotto, nel 2011 anche in Abruzzo questa figura che dovrà vigilare sui diritti e le condizioni di vita nelle carceri abruzzesi sovraffollate e dove troppi sono i casi di sucidio e autolesionismo.

Chiuso il bando aperto a inizio giugno dalla Direzione affari della Presidenza del Consiglio regionale, sono 16 i candidati in campo, tra questi docenti universitari, figure di vertice dell’amministrazione penitenziaria e della Giustizia, ma anche vecchie conoscenze della politica e della burocrazia abruzzese, come Paolo Albi, ex consigliere comunale di centrodestra al Comune di Teramo e Giorgio Lovili, ex segretario generale del Comune dell’Aquila.

Al garante spetterà un’indennità mensile pari al 35 per cento dell’indennità di carica dei consiglieri regionali, che è di 6.600 euro, dunque il compenso sarà pari a 2.310 euro.

Non si placano però le polemiche per l’esclusione di Rita Bernardini, la candidata senz’altro più nota al grande pubblico, segretaria nazionale dei Radicali Italiani ed ex deputata, a causa delle condanne riportate per la disobbedienza civile a favore della legalizzazione della cannabis.

Marco Pannella, leader di Radicali italiani, e Vincenzo Di Nanna, segretario dell'associazione Amnistia,Giustizia e Libertà, dopo aver chiesto a Giunta e Consiglio regionale la riammissione in autotutela di Bernardini, sono pronti, in caso ciò non avvenga, ad impugnare l'esclusione al Tribunale amministrativo regionale.

Il ricorso rappresenterebbe una spada di Damocle sulla scelta del garante, che dovrà essere eletto dal Consiglio regionale con la maggioranza dei due terzi dei voti favorevoli.

Il voto era all’ordine del giorno della seduta di martedi 11 agosto, conclusa con un nulla di fatto a causa della crisi in maggioranza e della mancanza di numero legale.





Trovare ora una quadra su un nome condiviso in una maggioranza con i numeri ridotti al lumicino, nel pieno di uno scontro all’interno del centrosinistra, e con un opposizione sulle barricate, non sarà però facile.

Per ora comunque questi i candidati in pista.

Bruna Brunetti, dirigente al Ministero della Giustizia, Gianmarco Cifaldi, docente universitario di sociologia all’Università D’Annunzio di Chieti e Pescara, Rosita Del Coco, docente di Diritto penitenziario dell'Università degli Studi di Teramo.

E ancora Gabriele Del Malvò, cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana, ex componente dell’organismo di vigilanza della Sangritana.

Carlo Di Marco, docente di Scienze politiche all’Università di Teramo, Ariberto Grifoni, membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani.

C'è poi il giornalista Francesco Lo Piccolo, esponente di Amnistia Giustizia Libertà, Manlio Madrigale, responsabile il centro di Civicrazia a Chieti, Marco Manzo, Danilo Montinaro, psichiatra di Amnistia giustizia e libertà, Fabio Nieddu, ex responsabile della Croce rossa italiana di Chieti, Fiammetta Trisi, direttore dell’Ufficio detenuti e trattamento del Provveditorato regionale amministrazione Penitenziaria di Pescara, Antonio di Biase, docente di diritto civile  all'Università di Foggia, l'avvocato Salvatore Braghini.

E infine, come detto, Lovili, ex segretario generale del Comune dell’Aquila e Albi, ex consigliere comunale di centrodestra al Comune di Teramo.

Pannella e Di Nanna però si dicono certi che alla fine tornerà in corsa anche Bernardini.





“Il bando – assicurano – prevede la non ammissione solo nel caso in cui la pena comminata per il delitto sia non inferiore un anno di reclusione: le pene inflitte all'onorevole Bernardini per disobbedienza civile per la legalizzazione della cannabis non superano, tuttavia, neppure sommate, il limite previsto dalla legge Severino e dal bando”.

L'importanza della figura del garante è nei numeri della situazione carceraria.

Dai dati forniti dal Sappe (Sindacato autonomo della polizia penitenziaria) dal 1 gennaio al 30 giugno 2015 nelle 8 carceri dell'Abruzzo, sovraffollate come ovunque in Italia,  si sono infatti contati 15 decessi per cause naturali in cella, 3 tentati suicidi sventati in tempo dai poliziotti penitenziari e 78 atti di autolesionismo posti in essere da detenuti., 41 colluttazioni e 16 ferimenti con le guardie carcerarie. Gli ultimi due tentati suicidi con impiccagione, solo due giorni fa al Castrogno di Teramo.

L’ufficio del Garante dovrà verificare che alle persone sottoposte a misure restrittive “siano erogate le prestazioni inerenti al diritto alla salute, al miglioramento della qualità della vita, all’istruzione e alla formazione professionale”.

Dovrà segnalare “fattori di rischio o di danno per le persone” e dovrà proporre agli organi regionali gli interventi amministrativi e legislativi da intraprendere per contribuire ad assicurare il pieno rispetto dei diritti dei detenuti, e e “iniziative concrete di informazione e promozione culturale sui temi dei diritti e delle garanzie delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”.

Tra i compiti del Garante c’è anche quello di vigilare sul mondo della psichiatria in quanto tra le persone sottoposte a limitazioni della libertà personale vi sono anche quelle presenti nelle strutture sanitarie, sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio.

Il garante decadrà con lo scioglimento del Consiglio regionale che lo ha eletto. (Filippo Tronca)

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