DOPO MESI DI IMBARAZZANTE IMPASSE IN REGIONE, NCD E FORZA ITALIA ANNUNCIANO VOTO FAVOREVOLE A PATTO CHE SIA RIPROPOSTA DA LORO

GARANTE DETENUTI: CENTRODESTRA APRE ALLA CANDIDATURA DI RITA BERNARDINI

di Filippo Tronca

15 Settembre 2016 08:30

Regione - Politica

L’AQUILA – Oramai, dopo oltre un anno di imbarazzante impasse, il rinvio della nomina del garante dei detenuti abruzzese, quasi non fa più notizia.

Nel Consiglio regionale di martedì si è intravisto però finalmente uno spiraglio per una soluzione, che non salverà l’Abruzzo da una figuraccia, visto che è l’unica regione italiana che ancora non procede alla nomina, a causa dell'impossibilità di trovare in aula la maggioranza di 21 consiglieri – servono dunque almeno tre voti dell'opposizione – pronta a votare la candidata in pectore, la radicale Rita Bernardini, caldeggiata in particolare dal presidente della Regione Luciano D'Alfonso.

A seguito di una fitta serie di incontri l’opposizione di centrodestra, che conta cinque e determinanti voti, si è detta infatti disposta a votare la Bernardini, ma a una condizione: la radicale deve prima ritirare la sua candidatura, e la stessa potrà a quel punto essere riproposta e votata dal consiglio regionale.

Un tatticismo se vogliamo, ma che per il centrodestra necessario per non far apparire il loro voto alla Bernardini come un piegarsi ai desiderata di D'Alfonso, ma piuttosto come espressione della volontà sovrana del consiglio regionale, come si conviene per una figura di garanzia come il garante dei detenuti.





Fuori dalla partita resterà il solo Movimento 5 stelle, fermo sul no all'esponente radicale, che ha una condanna penale in primo grado, a seguito di un atto di disobbedienza civile a favore della depenalizzazione delle droghe leggere. Per loro infatti non possono esserci deroghe al dogma delle “mani pulite”, ovvero alla non candidabilità di chi non ha la fedina sporca, o anche solo sotto inchiesta.

Primi sentori della svolta in tarda mattinata, in una riunione di minoranza. In quella sede il consigliere del Nuovo centro destra Giorgio D’Ignazio ha ribadito con fermezza la sua intenzione di voltare la Bernardini, in quanto, ha rivelato, “me lo ha chiesto di persona lo stesso leader nazionale Ncd Angelino Alfano“. Del resto, proprio a questo giornale era stato anche il sottosegretario alla Giustizia, l’abruzzese Federica Chiavaroli, anche lei Ncd, a dirsi del tutto favorevole alla nomina della Bernardini, annunciando il voto favorevole di D'Ignazio.

A quel punto la posizione degli altri esponenti dell’opposizione di centrodestra, in primis i forzisti Paolo Gatti e Gianni Chiodi si è ammorbidita. Tenuto anche conto che a quel punto con il voto favorevole di D’Ignazio, per ordine di scuderia del ministro Alfano, e quello già noto di Leandro Bracco di Sinistra Italiana, alla maggioranza di centrosinistra sarebbe bastato un solo voto per arrivare alla fatidica maggioranza qualificata.

Chiodi ha dunque illustrato al presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio la loro disponibilità di votare la Bernardini, a patto però di salvaguardare il metodo. Ovvero, come detto, ponendo come condizione il ritiro della candidatura da parte dell’esponente radicale, con conseguente riproposizione della stessa da parte del consiglio. Un espediente che pare sia stato suggerito in particolare da Gatti, che sul tema del metodo si è espresso in questi mesi più volte in aula.





A quel punto è piombato nella riunione di minoranza un raggiante D'Alfonso, che si è detto d’accordo, ma ad una condizione, “alla Bernardini lo dovete dire voi di ritirare la candidatura, spiegandogli il motivo  e dandogli le adeguate garanzie”. Fidarsi e' bene, non fidarsi e' meglio.

Al ritorno in aula, D’Alfonso non ha dunque risparmiato lodi a D’Ignazio, per poi dargli la parola.

D'Ignazio ha illustrato i termini dell’accordo. E ha proposto di rimandare la votazione, come sempre, da una decina di consigli regionali a questa parte, messa inutilmente all'ordine del giorno. 

L’incontro con la Bernardini si dovrebbe tenere, ha anticipato lo stesso D’Ignazio, entro la prossima settimana. Filippo Tronca

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