FORZA ITALIA: PASTICCIO COORDINATORI, ROMA ORA POTREBBE RIMPIAZZARE PAGANO

di Filippo Tronca

6 Maggio 2015 19:20

Pescara - Politica

L’AQUILA – Il presidente regionale abruzzese di Forza Italia, Nazario Pagano, avrebbe i giorni contati. Potrebbe essere sostituito dai vertici nazionali per la nebulosa vicenda delle nomine dei quattro coordinatori provinciali.

Un caso che, nelle ore e nei giorni successivi, è diventato un vero e proprio pasticcio ma che, al tempo stesso, non è stato commentato da nessuno dentro Fi, affidandosi piuttosto i maggiorenti agli spifferi sottotraccia.

Un’iniziativa parsa da subito strana: sia per la definizione delle scelte, perché non è ancora chiaro se si tratti formalmente di commissariamento o nuove nomine.

Sia per le modalità, con Pagano “reo” di aver resi noti i nominativi con una nota ufficiale di Forza Italia il 2 maggio scorso, lo stesso giorno delle elezioni provinciali dell’Aquila.

Un tempismo anomalo, secondo fonti interne al partito, una forzatura per poter riconfermare la coordinatrice aquilana Antonella Di Nino, ex vice presidente della Provincia dell’Aquila.

La vicenda ha segnato un partito che è già dilaniato da profonde spaccature interne: una situazione che, complici il caos e le polemiche anche a livello nazionale, hanno innescato un calo, sensibile, di consenso.

Da Roma giungono voci di vertici molto arrabbiati che avrebbero appreso la decisione di Pagano, a cose fatte, dall’agenzia Ansa.

Al presidente regionale viene rimproverato di aver forzato il regolamento e non aver condiviso le scelte, diversamente da quanto affermato nella nota ufficiale.

Secondo fonti del partito nazionale, di questa operazione non sapevano nulla né il leader, Silvio Berlusconi, né Marcello Fiori, fresco coordinatore nazionale degli Enti locali, né la senatrice Maria Rosaria Rossi, capo dello staff di Berlusconi e amministratrice straordinaria di Forza Italia.





Le nomine sarebbero state condivise, invece, con Deborah Bergamini, responsabile nazionale della comunicazione. Quest’ultima avrebbe firmato i provvedimenti, ma starebbe scaricando Pagano vista la piega che ha preso la vicenda.

A posteriori sono emerse anche altre inesattezze: Pagano in conferenza stampa a Pescara il 2 maggio nel presentare i “nuovi coordinatori”, aveva sostenuto che “con il presidente Silvio Berlusconi, con cui ci siamo visti ieri, e con i presidenti regionali, abbiamo messo a punto un’occasione di rilancio per il futuro del partito in Italia e nella nostra regione”.

Aveva aggiunto che per questo “abbiamo stabilito un rinnovo delle cariche a livello provinciale”. E soprattutto che “queste sono nomine sono state decise dal presidente Berlusconi in persona”.

Ma il 1° maggio, sottolineano ironicamente i boatos ostili a Pagano, non c’è stato nessun ufficio di presidenza, e nel precedente incontro a cui Pagano si riferisce, l’ufficio di presidenza del 29 aprile a Roma, a cui ha fatto seguito il comitato di Presidenza per le elezioni regionali, Berlusconi non c’era, impegnato con la vendita delle quote del suo Milan al magnate thailandese Bee Taechaubol.

C’erano Fiori e la Rossi ma, come detto, non hanno affrontato la questione nomine.

Sempre da fonti interne al partito regionale, viene sottolineato che, stando allo statuto, Pagano ha commesso ‘abuso di potere’, dal momento che l’articolo 58 stabilisce che “il Comitato di Presidenza (nazionale, ndr), sempre nel caso ricorrano gravi motivi, può sciogliere gli organi periferici elettivi, sentito il coordinatore regionale, nominando un commissario per il tempo necessario alla ricostituzione dell’organo”. Cosa che non sarebbe avvenuta.

Lo scenario che si apre in Abruzzo, dove Pagano già ha dovuto ingaggiare una dura lotta con la componente ex Alleanza nazionale del partito, con in testa i consiglieri regionali Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri, è ora una lotta lampo di successione che vedrebbe in prima fila il consigliere regionale, Paolo Gatti, il deputato Fabrizio Di Stefano, già vice coordinatore del Popolo della libertà in Abruzzo, e anche il consigliere regionale ed ex presidente della Regione, Gianni Chiodi, che nei mesi scorsi è andato a perorare la causa direttamente a Roma.

Ma potrebbero esserci anche altri nomi a sorpresa. I nuovi ‘sostituti’ coordinatori sono Vincent Fanini per la provincia di Teramo, un fedelissimo di Gatti, Daniele D’Amario per la provincia di Chieti, Carlo Masci, ex assessore regionale al Bilancio e leader di del movimento civico Pescara futura, per la provincia di Pescara, e, unica riconferma, Antonella Di Nino, coordinatrice della provincia dell’Aquila.

La forzatura di Pagano, questa l’altra accusa che gli viene mossa, è di aver accelerato con la nomina dei commissari coordinatori resa nota il giorno delle elezioni provinciali dell’Aquila, il 2 maggio, soprattutto per assicurare una riconferma altrimenti problematica alla Di Nino, se non fosse stato eletto, come poi accaduto, il candidato forzista Antonio Del Corvo, presidente uscente della Provincia da poco rientrato tra gli azzurri, dopo la militanza nel Nuovo centro destra, e per cui la Di Nino, suo vice, si era spesa con particolare impegno.





C’è poi il nodo della correttezza formale della nomina dei coordinatori che, come ha dichiarato Pagano, hanno sostituto quelli in carica, a causa di “impegni istituzionali”.

Tiziana Magnacca, ex coordinatore provinciale di Chieti, come ha spiegato lo stesso Pagano, “si è dimessa in quanto gli impegni come sindaco di San Salvo (Chieti) le impedivano di proseguire”.

Il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, è stato sostituito in provincia di Teramo, perché “diventato vice presidente regionale di Fi con delega ai rapporti con l’Anci, e non era più possibile per lui avere il doppio incarico”.

Infine Lucio Petrocco, ex coordinatore provinciale di Pescara, “per motivi di lavoro”.

Altro motivo di scontro è la constatazione che la Di Nino avrebbe con questa logica commissariato se stessa per “impegni istituzionali” che non ha più, essendo decaduta da vice presidente della Provincia.

UNA SOLA REAZIONE, DA LANCIANO

È emblematico anche il fatto che una vicenda comunque rilevante come dovrebbe essere la nomina di nuovi coordinatori non abbia avuto alcun commento ufficiale da parte della classe dirigente forzista.

L’unica a parlare, a seguito della notizia della nomina del neo coordinatore provinciale di Forza Italia, Daniele D’Amario, è “la portabandiera cittadina di Lanciano, Luciana Di Castelnuovo”, che comunica in una nota “d’averlo contattato per formulargli i propri auguri per un proficuo lavoro e per organizzare altresì un incontro che avverrà nei prossimi giorni al fine di aggiornarlo sull’attività di portabandiera svolta fino a ora”.

La Di Castelnuovo riferisce a tal proposito “la disponibilità di Daniele D’ Amario a collaborare insieme”.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: